Il Tribunale ha deciso che i proprietari degli alloggi del complesso “Casa nostra” del villaggio Tremonti, a Messina, non dovranno risarcire le persone alle quali sono stati espropriati i terreni.
Il processo è nato dopo il fallimento delle cooperative che gestivano “Casa nostra”, questione di cui in passato si è occupata anche la Procura e che ha innescato diversi processi per il ruolo che la mafia avrebbe avuto nella costruzione degli immobili.
In un primo procedimento, i proprietari dei terreni, dopo aver subito l’espropriazione, hanno agito contro le cooperative assegnatarie per vedersi riconoscere il risarcimento del danno a causa dell’illegittima occupazione dei loro terreni.
La giustizia ha dato loro ragione assegnando congrui risarcimenti.
Gli espropriati, tuttavia, dopo aver compreso che le coop condannate erano, sostanzialmente, insolvibili, hanno pensato di richiedere le somme agli assegnatari (che hanno fatto ricorso e oggi hanno avuto ragione) cui, frattanto, le coop avevano ceduto gli alloggi.
L’avvocato dei ricorrenti, Santi Delia, ha commentato: “Oggi siamo di fronte a una pronuncia che permette a migliaia di cittadini – coinvolti in incauti acquisti di alloggi di edilizia economica e popolare da cooperative per lo più fallite o in liquidazione e che hanno incassato e sperperato migliaia di euro – di essere più sereni rispetto alla loro proprietà di fronte a terzi creditori delle cooperative”.
