Fallimento Vincente, beni per due milioni sequestrati a Paternò - QdS

Fallimento Vincente, beni per due milioni sequestrati a Paternò

redazione web

Fallimento Vincente, beni per due milioni sequestrati a Paternò

giovedì 29 Aprile 2021

Sigilli sono stati posti a due un impianti, una di produzione di calcestruzzo e l'altro per frantumazione di materiale per la costruzione, e a sedici veicoli da cantiere

Il Gruppo imprenditoriale del Catanese opera nel settore delle costruzioni. Sigilli dalla Finanza a impianti per la produzione di calcestruzzo e per la frantumazione dei materiali, e a sedici veicoli da cantiere

Beni per due milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Catania a due amministratori della società Gruppo Vincente, operante nel settore delle costruzioni, sottoposti a indagine per reati fallimentari.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip di Catania su richiesta della locale Procura.

Sigilli sono stati posti a due impianti, uno di produzione di calcestruzzo e l’altro per frantumazione di materiale per la costruzione, e a sedici veicoli da cantiere.

Nell’inchiesta della Procura di Catania, basata su indagini condotte dal nucleo Pef e dalla sezione di Pg delle Fiamme gialle, le condotte di Davide Ponzio e Gaetano Chisari che si sono succeduti dal 2010 al 2020 nel ruolo di amministratori del Gruppo Vincente, società con sede a Paternò e operante nel settore delle costruzioni.

Secondo l’accusa, i due indagati avrebbero “compiuto atti di gestione con l’intento di impoverire il patrimonio della società, dichiarata fallita nel 2020, con grave danno dei creditori societari e dello Stato”.

In particolare, ricostruisce la Procura di Catania, avrebbero: “distratto i beni strumentali della “Gruppo Vincente”, cedendoli ad altre società sempre a loro riconducibili, a un prezzo pari a meno della metà di quello di mercato; dissipato le risorse della società, con pagamenti senza giustificazione economica e per importi superiori alle fatture emesse; e continuato, nonostante la polverizzazione del capitale sociale e l’azzeramento del patrimonio netto, l’attività di gestione sella società, aggravandone il dissesto e determinando una situazione debitoria complessiva di 1,2 milioni di euro”.

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