Fase 2, Conte e il decreto che scontenta tutti - QdS

Fase 2, Conte e il decreto che scontenta tutti

Gabriele DAmico

Fase 2, Conte e il decreto che scontenta tutti

martedì 28 Aprile 2020

Confesercenti: “Prolungamento lockdown costerà altri 10 miliardi”. Anche qualche ministro, come la renziana Teresa Bellanova, ha attaccato il “poco coraggio” della Fase 2

ROMA – Dal 4 maggio inizierà la Fase 2, che prevede i primi allentamenti del lockdown. A comunicarlo ufficialmente è stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, domenica sera. Le misure contenute dal nuovo Dpcm illustrate dal premier in conferenza stampa, sono già state fortemente criticate sia da diversi esponenti della politica sia da svariate associazioni di categoria.

Anche qualche ministro, come la renziana Teresa Bellanova, ha attaccato il “poco coraggio” della Fase 2. In contrasto con quanto illustrato dal presidente del Consiglio anche diversi presidenti di Regione. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ritiene che la strategia giusta “sarebbe stata quella di chiudere tutto subito per poi riaprire un po’ prima invece mi sembra si sia fatto viceversa: si è chiuso a rilento e si riapre ancora più a rilento”. Stefano Bonaccini, invece, si dichiara deluso sulle misure per la scuola, in quanto “ancora non si è capito cosa succede”. Ad allungare la lista dei governatori critici verso il Governo nazionale ci pensa Fontana. Per il presidente della Regione Lombardia, infatti, “Bisogna ancora cercare di limare un sacco le regole” perché “ci sono dei problemi che dovranno essere affrontati con grande attenzione”.

I più preoccupati per questa riapertura dilazionata in più mesi, sono i titolari di bar e ristoranti. Infatti, con la riapertura a giugno di queste attività, sia Fipe che Federcuochi, temono il concreto fallimento della ristorazione italiana. “Rimandare ancora la ripartenza del settore – commenta Federcuochi – già agonizzante dopo mesi di mancati incassi, vuol dire dare il colpo di grazia ad un comparto enorme, fatto di migliaia di piccole e grandi imprese che danno lavoro a centinaia di migliaia di addetti e che producono un indotto miliardario per tutto il Paese”.

Scontento delle decisioni prese dal Governo anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “In queste condizioni – ha dichiarato – diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna agire subito per evitare il collasso economico di migliaia di imprese. Chiediamo al presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese”.

Della stessa idea è Confartigianato che giudica “incomprensibili ed inaccettabili” tre mesi di fermo per parrucchieri e barbieri. “Abbiamo elaborato e presentato tempestive proposte dettagliate – ha dichiarato il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli – su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa delle nostre attività. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”.

A questi timori si aggiunge la previsione di Confesercenti, che ritiene che l’ennesimo prolungamento del lockdown costerà altri 10 miliardi di fatturato alle imprese. Una doccia gelata ed una fortissima delusione per moltissime attività che si stavano già preparando a implementare al dettaglio tutti i protocolli di sicurezza per riprendere gradualmente il lavoro. E che, in molti casi, ancora aspettano di fruire delle misure di sostegno di marzo.

Preoccupazione per l’imminente Fase 2, anche se per motivi opposti da quelli appena visti, è stata paventata pure dal direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza. “Per la politica, l’economia e le famiglie è irrinunciabile allentare il lockdown dopo quasi due mesi, ma dal punto di vista tecnico sanitario siamo preoccupati. Il virus continuerà a circolare anche se con intensità più bassa ma non appena si rilasserà la situazione, il rischio è che ricominci a circolare più velocemente”.

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