Fase 2, le Regioni del no puntano su test e tracciabilità - QdS

Fase 2, le Regioni del no puntano su test e tracciabilità

redazione web

Fase 2, le Regioni del no puntano su test e tracciabilità

lunedì 01 Giugno 2020

Il problema resta la Lombardia. Il governatore toscano Rossi, attendere una settimana è buonsenso. Musumeci, "in Sicilia tracceremo i turisti". Il leghista Zaia chiede un Dpcm per interrompere il blocco. E ora si parla di Fase 3

I dati della pandemia tornano a migliorare nelle ultime 24 ore, in parte anche in Lombardia, ma la riapertura totale della mobilità in Italia dal tre giugno continua a far paura e le Regioni meno colpite si attrezzano come possono.

Le nuove vittime e i contagiati scendono, però la percentuale di positivi trovati in Lombardia resta quasi il 60% del totale, mentre i morti odierni risultano in doppia cifra (e ampiamente) solo nella regione epicentro del dramma.

Così il presidente della Toscana Enrico Rossi invoca un rinvio di una settimana degli spostamenti liberi, “per arrivare anche in Lombardia – dice – a un numero di contagi molto ridotto”.

Il dialogo tra il governo, attraverso il ministro delle Autonomie Francesco Boccia, e le Regioni prosegue sottotraccia, ma appare difficile che da qui a mercoledì l’esecutivo defletta dalla decisione di riaprire alla mobilità in tutta Italia.

Il ministro Roberto Speranza afferma che “un rischio c’è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo” ma del resto riflette “il rischio zero ora non esiste ma ci arriveremo solo quando ci sarà il vaccino e fino ad allora si tratta di assumersi dei rischi ponderati e di provare a gestire una fase diversa”.

Secondo il governatore del Veneto Luca Zaia comunque “ci vorrà un Dpcm che interrompa il blocco”, ma l’adozione di un nuovo Decreto del presidente del Consiglio è stato sempre escluso da fonti di governo. E allora le cosiddette ‘regioni del No’ preparano le contromisure di fronte al rischio di nuovi focolai conseguenti a casi importati.

“Grande la preoccupazione per stazioni e aeroporti come Termini, Fiumicino e Ciampino”, afferma l’assessore alla Sanità del Lazio – al quarto posto per numero di malati -, Alessio D’Amato, che ha chiesto di “riaprire in base ai numeri”. In Regione si valuta di introdurre l’autocertificazione per chi viene dalla Lombardia e da altri territori ad alto contagio, oltre al rafforzamento dei test e del tracciamento dei contatti dei positivi (in teoria un caposaldo della Fase 2 in tutta Italia).

Il presidente della Campania Vincenzo De Luca, capofila del No, ha già annunciato “controlli e test rapidi con accresciuta attenzione”.

“In Sicilia i turisti saranno tracciati”, così il governatore dell’isola Nello Musumeci.

Insomma, se non è possibile alle Regioni più preoccupate ottenere un rinvio o una riapertura differenziata, né la libertà di imporre la quarantena – a fronte di turisti europei dell’area Schengen che non dovranno farla -, si punta sui controlli.

Sull’isolamento domiciliare non è escluso che possano arrivare delle ordinanze regionali, ragionano fonti vicine al ministro Boccia, aggiungendo però che finora nessuno ne ha parlato esplicitamente. Del resto se si vogliono attrarre turisti non è pensabile di metterli in quarantena a prescindere. La dicotomia resta sempre quella tra tutela della salute e dell’economia. La pandemia è già costata all’Italia la cifra spaventosa – e probabilmente sottostimata – di 33.415 vittime.

La tendenza della curva è in discesa, le terapie intensive occupate sono 435, circa un decimo di quelle del picco a inizio aprile. I malati sono ancora 42 mila, ma i guariti quasi quattro volte tanto. Nelle ultime 24 ore si registra un calo degli attualmente positivi in tutte le regioni (tranne in Umbria, invariati) e in nove regioni non ci sono stati altri decessi.

In Lombardia il calo è più lento, anche per i numeri molto grandi di partenza e 10 milioni di abitanti: i nuovi contagiati sono 210 su 355 in tutta Italia, i morti 33 su 75 (44%), comunque in flessione. Mentre iniziano a moltiplicarsi le voci degli esperti che indicano una diminuzione della virulenza del Covid-19, l’estate alle porte spingerà molti italiani ad approfittare della ritrovata, piena libertà di movimento da mercoledì.

Resta da vedere se le Regioni cercheranno di limitarla ancora in qualche modo e quale sarà l’atteggiamento del governo nella Fase 3.

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