Fase 2, l'Italia riapre, il premier Conte firma il Dpcm ma è scontro con il governatore De Luca - QdS

Fase 2, l’Italia riapre, il premier Conte firma il Dpcm ma è scontro con il governatore De Luca

redazione web

Fase 2, l’Italia riapre, il premier Conte firma il Dpcm ma è scontro con il governatore De Luca

lunedì 18 Maggio 2020

Si riparte ma non tutti insieme. Ancora limitazioni in Piemonte, che ha il maggior numero di contagiati insieme alla Lombardia, e il Presidente della Campania dichiara, "non ho sottoscritto l'intesa Stato-Regioni". Il nuovo Dpcm: da metà giugno spettacoli all'aperto e viaggi, poi dal 25 le piscine. Intanto la situazione epidemiologica migliora: dal lockdown mai così pochi morti, ieri 145. Ma c'è un campanello d'allarme: risale il numero di ricoverati in terapia intensiva in sei regioni, tra cui la Sicilia

Il numero più basso di vittime dall’inizio del lockdown, 145 nelle ultime 24 ore, è il miglior auspicio per l’Italia che riapre, con i negozi, i bar e i ristoranti che potranno rialzare le saracinesche dopo oltre due mesi.

Ma è ancora scontro tra il governo e le Regioni proprio sulle modalità con cui ricominciare e nonostante l’accordo raggiunto nella notte e confluito negli allegati al Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte dopo l’annuncio nella conferenza stampa di sabato sera: “i dati sono incoraggianti, dobbiamo correre un rischio calcolato, non possiamo più aspettare”.

Ad accusare l’esecutivo stavolta non sono però i governatori del centrodestra ma il Dem Vincenzo De Luca.

Lo scontro tra De Luca e il Governo

“La Campania non è d’accordo e non ha sottoscritto l’intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all’unanimità – dice il governatore – Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile”.

Parole a cui il governo non replica direttamente anche se, sottolineano fonti di palazzo Chigi, l’intesa raggiunta non è con i singoli presidenti ma con la Conferenza delle Regioni.

Nelle riunione di ieri che si è protratta fino a notte, fanno inoltre notare fonti di governo, ci si era lasciati con un accordo pieno: nel Dpcm sarebbero confluite le linee guida predisposte dal documento unitario dalle Regioni, che il governo ha infatti fatto proprie.

L’allegato 17 afferma esplicitamente che le indicazioni sono “in continuità con le indicazioni di livello nazionale, in particolare con il protocollo condiviso tra le parti sociali…nonché con i criteri guida generali di cui ai documenti tecnici prodotti da Inail e Iss”.

La paura dei governatori di assumersi responsabilità

L’uscita di De Luca, sottolineano le stesse fonti, sarebbe quindi dovuta al timore dei presidenti di assumersi pienamente le responsabilità di aperture e chiusure, nascondendosi dietro l’attendismo del governo sulle linee guida. Un atteggiamento che già nella riunione di ieri aveva provato ad assumere il governatore della Lombardia Attilio Fontana chiedendo di riaprire il documento delle Regioni sulle linee guida per inserirvi eventuali modifiche suggerite da Inail e Cts.

Un tentativo che avrebbe di fatto ritardato l’uscita del Dpcm e consentito ai presidenti di non riaprire e di accusare il governo. Lo stop sarebbe arrivato, oltre che dall’esecutivo, anche da diversi governatori tra cui il veneto Luca Zaia e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

Si riparte, ma non tutti insieme

Si riparte dunque, ma non tutti insieme. Al di là delle polemiche, lo stesso De Luca ha rinviato di tre giorni l’apertura dei ristoranti. E sull’apertura dei “confini” regionali il tre giugno ha già detto che la valuterà solo il due.

La Sardegna ha invece deciso di rinviare ancora di qualche giorno l’apertura di siti archeologici e musei e il Piemonte ha posticipato quella di bar e ristoranti al 23.

“La nostra non è una regione a rischio – ha detto il presidente Alberto Cirio – Se c’è uno slittamento di qualche giorno per alcune attività questo dipende solo dal fatto che da noi il contagio si è diffuso più tardi”.

Quello che dice Cirio è vero: i dati del monitoraggio del ministero della Salute sui primi 12 giorni di allentamento delle misure indicano il Piemonte tra i territori a oggi a rischio basso.

In Piemonte e Lombardia il più alto numero di contagi

Ma è altrettanto vero che la Regione, così come la Lombardia, continua ad essere quella con il più alto numero di contagiati in Italia: anche oggi, sui 675 nuovi casi, più del 50% (390) si registrano proprio nelle due regioni.

Non solo. nei numeri di oggi c’è un altro, piccolo, campanello d’allarme: in sei regioni – Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Sicilia – risalgono le terapie intensive, uno dei parametri fondamentali per capire l’andamento del virus e la tenuta del sistema sanitario.

Per ora sono numeri irrisori (sette casi in tutto): ma da oggi, quando tutti torneremo al bar, al ristorante e dal barbiere o a cena con gli amici, se non rispetteremo le regole il rischio che la curva possa balzare nuovamente in alto è concreta.

Ancora in calo positivi in Sicilia, 104 in meno

Continua a scendere il numero delle persone contagiate dal coronavirus in Sicilia: all’aggiornamento di ieri erano 1.555 positivi, 104 in meno rispetto a sabato.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 117.426 (+2.463 rispetto a ieri), su 105.074 persone: di queste sono risultate positive 3.388 (+6), mentre attualmente sono ancora contagiate 1.555 (-104), 1.566 sono guarite (+108) e 267 decedute (+2). Degli attuali 1.555 positivi, 158 pazienti (-13) sono ricoverati – di cui 13 in terapia intensiva (+1) – mentre 1.397 (-91) sono in isolamento domiciliare.

Nuovo Dpcm, il prospetto delle riaperture

Arriva il nuovo dpcm sulle riaperture: da domani si torna a una vita “quasi normale” anche se per proteggersi dal Coronavirus bisognerà indossare le mascherine in moltissime occasioni, così come occorrerà essere pronti a farsi misurare la febbre. Ma, oltre ai parenti, si tornerà a poter vedere gli amici e invitarli a casa. Addio anche all’autocertificazione, resta però il divieto di assembramento.

  • TORNANO GLI SPETTACOLI ALL’APERTO, AL CINEMA SENZA POP CORN: dal 15 giugno si potrò tornare a teatro, nelle sale da concerto, al cinema ma i posti a sedere saranno preassegnati e distanziati”, con almeno un metro fra uno spettatore e l’altro. E se saranno all’aperto non potranno parteciparvi più di 1000 persone. La soglia scende a 200 persone per gli spettacoli al chiuso, per singola sala. Le regioni possono stabilire una diversa data in relazione al contagio. Resta il divieto quando ci sia assembramento e per sale da ballo e discoteche. Bisognerà indossare la mascherina ma addio ai pop corn e alle bibite.
  • DAL 3/6 VIAGGI IN UE: dal 3 giugno sparisce ogni limitazione – e non c’è più quarantena – per gli spostamenti all’estero verso gli Stati dell’Unione europea e dell’area Schengen, la Gran Bretagna, Andorra e il Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano. Restano vietati gli spostamenti per altri Paesi, “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.
  • SI’ ALLE SECONDE CASE DA SUBITO, IN UN’ALTRA REGIONE DAL 3/6: il prossimo weekend si potrà andare al mare o in campagna ma se si resta nella propria Regione. Per spostarsi di più occorre attendere il 3 giugno.
  • NIENTE CORTEI, MANIFESTAZIONI ‘IN FORMA STATICA’: Tutti i cortei restano vietati a data da destinarsi. Sì alle manifestazioni pubbliche ma soltanto in forma statica e a patto che siano osservate le distanze sociali prescritte.
  • SI TORNA IN PISCINA: Dal 25 maggio potranno riaprire anche le piscine, ma le Regioni potranno anticipare o posticipare le aperture. Obbligatorio disinfettare sdraio, lettini e ombrelloni ad ogni cambio di persona o nucleo familiare, la possibilità di misurare la temperatura a tutti. In vasca la ‘densità di affollamento’ non dovrà superare i “7 mq di superficie a persona”. Stesso spazio deve essere garantito nelle aree solarium.
  • PARRUCCHIERI SI’, CENTRI BENESSERE NO: anche se con la lista di attesa si potrà tornare dal parrucchiere mentre i centri benessere restano chiusi. Idem per i centri termali (con l’eccezione delle attività che rientrano nei livelli essenziali di assistenza), quelli culturali e sociali.
  • BIMBI I CENTRI ESTIVI, ANCHE AL CHIUSO: fino a metà giugno sì ad attività organizzate con i bambini e gli adolescenti e dal 15/6 via libera anche ai centri estivi. Meglio se all’aperto ma saranno consentiti anche quelli al chiuso. Rigide le regole di sicurezza: arrivi e uscite scaglionati, triage con le famiglie, lavaggi delle mani frequenti.
  • STABILIMENTI BALNEARI, SPIAGGE ATTREZZATE E SPIAGGE LIBERE: pulizia e tanto spazio. Quest’estate si torna al mare ma a patto che fra gli ombrelloni ci siano almeno 10 metri quadrati e che i lettini siano disinfettati. Niente assembramenti per chi ama le spiagge libere e niente sport di gruppo.
  • IL CAFFE’ AL BANCONE, NIENTE COMITIVE AL RISTORANTE: mantenendo tutte le cautele sarà possibile prendere un caffè al bar e andare a mangiare una pizza. Ma niente comitive: i nuovi parametri che prevedono spazi fra i tavoli consentono di andare a mangiare fuori solo in piccoli gruppi.
  • ALBERGHI E B&B: anche in questo caso valgono le regole generali con attenzione al distanziamento interpersonale di almeno un metro in tutte le aree comuni. Gli ospiti devono sempre indossare la mascherina, mentre il personale dipendente è tenuto all’utilizzo della mascherina sempre quando in presenza dei clienti e comunque in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro. Ogni oggetto fornito in uso dalla struttura all’ospite, dovrà essere disinfettato prima e dopo di ogni utilizzo. Aerazione dei locali e attenzione agli impianti di ventilazione.
  • RIAPRONO I NEGOZI MA ANCHE GLI OUTLET: piccoli o grandi, di scarpe e vestiti. Da domani riaprono gli esercizi commerciali, al dettaglio ma anche i centri commerciali, gli ipermercati e gli outlet. Sotto i 40 metri quadrati potrà però entrare un cliente alla volta, in quelli più grandi bisogna mantenere un metro di distanza e indossare le mascherine. In caso di vendita di abbigliamento dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente per scegliere in autonomia, toccandola, la merce.
  • MUSEI BIBLIOTECHE accessi programmati, visitatori devono sempre indossare la mascherina, ricambio d’aria e disinfezione. – UFFICI: prenotazioni, distanza, barriere, igiene delle mani, pulizia e ricambio d’aria, sia per quelli pubblici e privati.
  • TRASPORTI, USCITE E ENTRATE DIFFERENZIATE: mascherine, distanziamenti e entrate e uscite separate. I mezzi verranno disinfettati e a disposizione degli utenti ci saranno i dispenser.
  • SI TORNA IN CHIESA MA IN MOSCHEA DAL 25: firmati i protocolli con le varie religioni. Si torna a poter andare a messa, sempre mantenendo la distanza e con la mascherina così come nelle sinagoghe. Le moschee riapriranno però dal 25 maggio e ognuno dovrà portarsi il tappetino da casa e compiere le abluzioni previste al proprio domicilio.

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