Fondo Pensioni Sicilia, sindacati bocciano Regione immobiliarista

Fondo Pensioni Sicilia, scoppia il caso della “Regione immobiliarista”

Fondo Pensioni Sicilia, scoppia il caso della “Regione immobiliarista”

Antonio Giordano  |
venerdì 06 Ottobre 2023

Al primo incontro all'Assessorato regionale all'Economia ne seguirà un secondo. Falcone: "Nessuna decisione assunta al momento".

I sindacati della funzione pubblica si dicono “totalmente contrari” al progetto che il Fondo Pensioni della Regione Siciliana riacquisti da Prelios 33 immobili che nel 2007 erano stati ceduti.

Ieri all’Assessorato all’economia regionale a Palermo si è tenuto un incontro che era stato richiesto dagli stessi sindacati alla presenza dell’assessore Marco Falcone.

Sindacati contro la Regione immobiliarista

“Abbiamo manifestato la nostra contrarietà all’operazione in virtù dei rischi, già ampiamente sollevati anche dalla Corte dei Conti in occasione del giudizio di parificazione relativo agli anni 2017, 2018, 2019 e 2020, per l’equilibrio del sistema previdenziale e per la sua tenuta”, spiega un nota a firma di Cgil Fp, Cisl Fp, Cobas Codir, Sadirs, Siad Csa, Ugl, Uil Fpl. “A supporto della nostra tesi, abbiamo evidenziato il pessimo stato di conservazione degli immobili”, continuano i sindacati, “per non parlare dell’ingiustificato protrarsi di una gestione commissariale del Fondo Pensioni, rispetto alla quale auspichiamo la nomina degli organi ordinari”.

“L’Ente”, notano le associazioni dei lavoratori, “opera, infatti, dal 2018, senza il Consiglio di amministrazione e, in ultimo, senza il collegio ordinario dei sindaci e solo di recente, probabilmente con il preciso intento di effettuare questo investimento, è stato ripristinato il consiglio di indirizzo e vigilanza il cui parere è necessario in tema di investimenti”.

Fondo Pensioni Sicilia, pensionamenti futuri e nuove esigenze

Ma i sindacati vanno oltre “abbiamo chiesto”, continua la nota, “se si ha contezza del numero dei dipendenti regionali che andranno in pensione nei prossimi dieci anni e che diminuiranno, sempre di più, l’attuale necessità degli spazi occupati dagli Uffici pubblici regionali. Per non parlare dell’impegno assunto nell’accordo Stato – Regione, circa l’implementazione di forme di lavoro agile – smart working, della dematerializzazione dei documenti e archivi e della necessità di interagire con l’utenza in via telematica”.

Un advisor per stabilire il valore

Ancora nessuna certezza, inoltre, sul valore degli immobili. Il Fondo pensioni, infatti, sta individuando (con affidamento diretto) una advisor che avrà il compito di stabilire il valore. L’assessore Marco Falcone, aggiungono i sindacati, “ha rassicurato i presenti che nessuna scelta è stata ancora assunta dal Governo e che riconvocherà un ulteriore incontro, tra circa 15 giorni, per approfondire tutte le nostre osservazioni e portare al tavolo ogni elemento utile riguardante il tema”.

Secondo alcune indiscrezioni che sono emerse nel corso della riunione di ieri tra i sindacati e l’assessore all’economia Marco Falcone, l’acquisto dei 33 immobili costerebbe alle casse della Regione circa 70 milioni. Altrettanti, inoltre, ne servirebbero per i lavori di manutenzione straordinaria degli stessi. Quindi per Palazzo d’Orléans sarebbe un’uscita di 140 milioni. Senza considerare, poi, che alcuni degli immobili non sarebbero adeguati ad ospitare uffici.

C’è anche un elemento in più che riguarda le casse del Fondo Pensione, che avrebbe debiti per 31 milioni di euro probabilmente derivanti dal contenzioso aperto dopo la riduzione degli affitti (da 20 a 14 milioni). Inoltre gli eventuali affitti non andrebbero al fondo pensioni ma al fondo immobiliare. E solo gli eventuali utili andrebbero ai pensionati.

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