Ambiente

Forestali-Regione, la battaglia è solo agli inizi. Ma la campagna del 2025 non è a rischio

Il dado è tratto. Adesso, però, c’è un percorso che i forestali siciliani e la Regione dovranno percorrere su fronti opposti. Per la maggior parte dei precari le diatribe legali devono ancora partire e per gli indennizzi dovranno armarsi di pazienza. Ma attualmente il loro pensiero è rivolto alla prossima primavera, quando verranno formate le nuove squadre antincendio. Negli ultimi giorni la tensione è alta per la presunta impossibilità di affidare i nuovi incarichi alle stesse persone che agiranno per ottenere il risarcimento.

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La situazione

La campagna 2025 e forse anche quella del 2026 non dovrebbe essere a rischio, così come evidenziato dall’avvocato Angela Fasano al QdS: “Innanzitutto,- spiega – l’art. 24 della nostra Costituzione stabilisce che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione”. E in vista della nuova stagione comunque nessuna delle vertenze intraprese dai forestali arriverà ad una risoluzione. “I forestali adesso – continua il legale – dovranno presentare un ricorso dinanzi al Tribunale del lavoro competente per territorio. Con questo ricorso, richiamando anche gli atti della procedura comunitaria 0171/2018 ed allegando gli atti comunitari (utili anche per determinare il quantum della liquidazione) si potrebbe ottenere un risarcimento del danno fino a 24 mensilità della retribuzione tabellare base”. La domanda non avrà un effetto immediato. Dal deposito del ricorso, ed in relazione al carico di ruolo di ogni Tribunale, bisognerà attendere circa un anno per la prima udienza di comparizione. Poi il giudice dovrà stabilire il numero di mensilità del lavoratore e l’importo che gli spetta. Il procedimento, quindi potrebbe concludersi, anche in due anni dalla proposizione della domanda giudiziale. La liquidazione non sarà istantanea ma occorrerà attendere, per la fase di primo grado, i tempi processuali.

Il fronte difesa e gli scatti biennali

La Regione per cercare di fronteggiare la marea di richieste di risarcimento, potrebbe appellarsi ad una legge, la 16 del ’96 che ha introdotto la stagionalità della categoria. “Il parlamento europeo – afferma l’avvocato Fasano – ha spiegato che va valutato non quello che c’è scritto su carta, ma cosa è stato fatto. La prestazione dei forestali siciliani non ricalca la norma madre per la quale era stata prevista la categoria. Il discorso della stagionalità poteva durare 36 mesi. E invece si è sforato il tetto massimo”. Intanto, nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di condanna n. 659/2023 del Tribunale di Termini Imprese per la Regione Siciliana, obbligandola al versamento degli scatti biennali di anzianità. Il Governo siciliano è ricorso in appello, ma la pronuncia in primo grado è stata confermata anche in relazione alla procedura comunitaria 0171 del 2018 sui rapporti a termine.

Anche i sindacati si muovono

Scoperchiato il vaso, i sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil chiamano la Regione chiedendo un incontro immediato. “Il settore forestale – si legge nella nota – è un comparto strategico per la nostra Regione che posto in condizione di efficienza ed efficacia, può dare risposte concrete alle gravi emergenze e problematiche che affliggono la nostra Regione, a cominciare dalla siccità, dalla desertificazione, il dissesto idrogeologico, il riscaldamento globale e la tutela del nostro patrimonio ambientale”. La stabilizzazione dei forestali è prioritaria e si chiede un’accelerata sulla riforma. “Anche noi – spiega Tonino Russo, segretario generale della Flai Cgil Sicilia al QdS – stiamo assistendo gratuitamente i lavoratori attraverso gli uffici legali del sindacato. La politica deve farsi carico del problema e trovare la soluzione che porti alla riforma e rasserenare i forestali. Lo diciamo da anni. Bisogna anche pensare anche ad un ricambio generazionale e al trasferimento di competenze e conoscenze. È un comparto fondamentale per la nostra regionale”.