Formazione, in Sicilia e Calabria (e poi nel Sud) un Politecnico internazionale del Mediterraneo - QdS

Formazione, in Sicilia e Calabria (e poi nel Sud) un Politecnico internazionale del Mediterraneo

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Formazione, in Sicilia e Calabria (e poi nel Sud) un Politecnico internazionale del Mediterraneo

lunedì 21 Settembre 2020

L'idea è del nuovo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Virgilio Piccari, che rilancia l'idea di una "santa alleanza" con le Aba di Catania, Palermo e Reggio Calabria per creare una struttura capace di "attirare una gran massa di studenti, importando cervelli e creando professionalità internazionali che rimarrebbero per sempre legate al Mezzogiorno d'Italia". Il direttore dell'Accademia di Catania, Vincenzo Tromba, "i giacimenti artistico-culturali dei Paesi del Mare nostrum analizzati con un approccio contemporaneo e multidisciplinare porterebbero alla creazione di nuovi saperi da diffondere con strumenti innovativi". Subito un think tank mettendo insieme Sicilia e Calabria per poi estendere il progetto fino a Napoli

Già qualche anno fa, quand’era direttore dell’Accademia di Belle arti di Catania, aveva progettato di mettere in collegamento, facendo rete, le Aba del Meridione d’Italia costituendo un primo nucleo con quelle etnea, di Reggio Calabria e di Catanzaro.

Adesso che Virgilio Piccari è il nuovo direttore di Catanzaro, ha rilanciato l’idea “partendo dalla constatazione che da vent’anni ormai tutte le riforme del settore terziario della Formazione chiedono a gran voce anche all’Unione europea di attivare progetti di internazionalizzazione”, arrivando a proporre “un Politecnico internazionale del Mediterraneo capace di attirare, creando campus e centri di documentazione e servizi, una gran massa di studenti dai Paesi del Mare Nostrum per formare professionalità internazionali che rimarrebbero per sempre legate al Mezzogiorno d’Italia”.

Il discorso di Piccari dopo l’elezione a Catanzaro

Tredici anni fa la prima proposta

Piccari, tredici anni fa, aveva proposto di dar vita sul territorio siciliano e calabro a sedi di un’Accademia internazionale nel Mediterraneo che fosse “terza rispetto alle Istituzioni già presenti ma a esse strettamente collegate”.

“Un progetto – ricorda – che partiva dall’idea di un dialogo tra le due maggiori regioni coinvolte, ossia la Sicilia e la Calabria. Non precludendo però la via alle altre Accademie, e dunque alle altre regioni, del Sud Italia. Sarebbe stato il presupposto per far nascere un Politecnico delle Arti costituito, con uno scatto in avanti rispetto all’attuale normativa, in forma internazionale”.

Catania fu dunque, nel 2007, la prima città a sottoscrivere un protocollo d’intesa per far nascere il Politecnico delle Arti. A firmarlo furono i rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, della Regione Siciliana, della Provincia regionale e del Comune di Catania, dell’Accademia di Belle Arti catanese, del Teatro Massimo Vincenzo Bellini, dello Stabile etneo, e dell’allora Istituto Musicale, oggi conservatorio.

Si era persino parlato dell’ex Manifattura Tabacchi per ospitarlo,il Politecnico. Ma poi, come spesso succede, non se ne fece nulla.

Sicilia e Calabria al centro del Mediterraneo

Produrre Cultura e Benessere al Sud

“Mi dispiacque – spiega Piccari – perché altrove le Istituzioni della Formazione dialogano, fanno rete, presentano progetti, ricevono finanziamenti, crescono e producono Cultura e Benessere. Noi, al Sud, finora, non ci siamo riusciti. Ma non è detta l’ultima parola. Così ho deciso di rilanciare l’iniziativa nella speranza che i tempi possano rivelarsi più maturi. Anche perché, adesso, la normativa dà la possibilità alle istituzioni del comparto Afam (Alta formazione artistica e musicale ndr), di dar vita ai Politecnici. Non vorrei che, dopo aver visto con lungimiranza l’obiettivo ben prima degli altri, sprecassimo tutto per l’incapacità di collaborare”.

Il Politecnico potrebbe essere uno splendido strumento “se gli enti locali, a cominciare dalle Regioni Sicilia e Calabria, rilanciassero quella proposta, sostenendola adeguatamente e chiedendo a governo nazionale ed Europa i finanziamenti”.

“Da architetto, poi – aggiunge – dico che potrebbero fare la loro parte individuando una o più sedi prestigiose, scegliendole nell’ambito di quel ricchissimo patrimonio di importanti palazzi storici che posseggono”.

Un think tank per il progetto

Piccari sottolinea che per il momento occorre attendere: “non mi sono ancora insediato e prima di novembre non potrò muovere passi ufficiale”.

“Inoltre – prosegue – a parte Vincenzo Tromba, direttore dell’Aba di Catania, quello di Palermo, Umberto De Paola, è stato eletto da pochi giorni al posto di Mario Zito. E anche a Reggio Calabria, diretta da Daniela Maisano, sono in fase di rinnovo”.

“Però – aggiunge – vorrei dar vita sin da subito a un think tank tra le altre Accademie calabresi e siciliane: ritengo che la bozza di progetto possa essere arricchita di altre proposte, idee e dettagli. Già Daniela Maisano mi ha detto che si sta confrontando con i colleghi più lungimiranti e aperti al cambiamento, mentre Vincenzo Tromba è da sempre stato al mio fianco nel portare avanti quest’idea”.

Un progetto di grande respiro

“Sono sempre stato d’accordo – conferma Tromba – perché considero questo un progetto di grande respiro. Io dirigo l’Aba di Catania ma sono calabrese, come Virgilio Piccari, e credo che quest’idea possa rivelarsi di fondamentale importanza per rilanciare tutto il comparto della formazione artistica nel Sud Italia”.

“Va ricordato – aggiunge il direttore di Aba Catania – come in Italia il maggior numero di Accademie si trovi proprio nel Meridione: due in Sicilia, Catania e Palermo, due in Calabria, Catanzaro e Reggio Calabria, una in Sardegna, Sassari, tre in Puglia, Bari, Foggia e Lecce, e poi Napoli. Eppure, nonostante il gran lavoro svolto dalle Accademie del Mezzogiorno, per esempio quello portato avanti dall’Aba di Catania fornendo all’Amministrazione comunale un supporto di idee e di concretezza per diversi anni, con importanti ricadute culturali e sociali sulla città, si parla sempre di Venezia, di Brera, al massimo di Napoli. C’è anche, e lo dico da massmediologo, un problema di informazione, insomma”.

Vincenzo Tromba, direttore dell’Accademia di Catania

I giovani studenti rappresentano una ricchezza

“I giovani studenti – afferma Tromba – soprattutto se portano con sé il patrimonio di altre culture, possono rappresentare un’enorme ricchezza. Un Politecnico internazionale potrebbe dar vita a progetti innovativi riguardanti territori che ricadono nei Paesi del Bacino del Mediterraneo. Pensate, solo per fermarci alla Sicilia, al degrado delle aree di Palermo che ancora portano i segni dei bombardamenti del 1943 o a quello della zona industriale di Catania. Ecco, mettiamo in campo le energie di giovani intellettuali e artisti e le nostre comunità prospereranno, migliorando la propria qualità della vita”.

L’idea di Piccari è quella di passare, dopo la fase dell’elaborazione progettuale, alla fase operativa, con un tavolo comune “per individuare l’elemento fondante per la formazione di tutti gli allievi provenienti dal Bacino del Mediterraneo, facendo proselitismo non soltanto in Italia, ma soprattutto negli altri Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum”.

Formazione artistico-innovativa in crescita

“Al contrario di quanto avviene negli altri settori della formazione, infatti – sottolinea Piccari – quella artistico-innovativa è in grandissima crescita in tutto il mondo. E le strutture disponibili non sono più sufficienti per il bacino d’utenza italiano. Figuriamoci per quello Mediterraneo sul quale occorrerebbe puntare. Bisogna rendersi conto infatti che la grande tradizione italiana nel campo della didattica sull’arte, la bellezza, l’editoria, la comunicazione, il design, il fashion design, l’architettura, la recitazione, la scenografia, la regia, la cinematografia, è molto apprezzata.

“Certo – evidenzia Tromba – dovremo studiare dei programmi appositi, pensare a lezioni non soltanto in italiano ma anche in inglese, a un diverso sistema dell’accoglienza degli studenti. Ma il progetto ha poderose potenzialità: basta soltanto tener conto degli straordinari giacimenti artistico-culturali dei Paesi del Bacino del Mediterraneo”.

“Non penso soltanto – afferma – a quelli della sponda africana, ossia Algeria, Egitto, Marocco, Siria e Tunisia. O a Israele, Libano e Palestina. Penso a Grecia e Turchia, per esempio, con Cipro e Malta. E ad Albania, Bosnia e Croazia. Per non parlare della Francia meridionale e della Spagna. Si tratta davvero dei luoghi in cui si sono sviluppati la Cultura e l’Arte dell’Occidente e che non sono stati ancora studiati come meriterebbero, con un approccio multidisciplinare e mettendo a punto strumenti innovativi per diffondere questi nuovi saperi. Che potrebbero essere elaborati da una struttura di formazione di alto livello con sede nel Sud d’Italia”.

Da Sicilia e Calabria a tutto il Mezzogiorno

“Un Politecnico, come dicevamo – conclude – che parta da Sicilia e Calabria per coinvolgere a poco a poco le altre regioni meridionali. Sono certo che l’Europa sarebbe entusiasta di una simile prospettiva”.

Piccari dal canto suo sottolinea come l’idea di creare una simile istituzione andrebbe lanciata a tutti gli enti di formazione terziaria del territorio di Sicilia e Calabria e delle altre regioni del Sud che potrebbero aderire.

Un progetto unificante per le Istituzioni del Sud

“Mi riferisco – afferma – non soltanto alle nostre prestigiose Università, con dipartimenti strettamente legati al mondo delle Arti e della Comunicazione, a cominciare dal Dams calabro. Ma anche ai tanti conservatori di Sicilia e Calabria. E ai nostri teatri storici, lirici e di prosa. E ancora a tutti gli organismi, dai Musei alle Associazioni, che nel Mezzogiorno, tra mille difficoltà, fanno Cultura”.

“A tutte queste istituzioni – conclude – probabilmente manca un progetto unificante e qualificante per proiettarci con un ruolo preciso sulla scena internazionale”.

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