Gay Pride: l'Onda arcobaleno, "Il governo non ci annullerà" - QdS

Gay Pride: l’Onda arcobaleno, “Il governo non ci annullerà”

redazione

Gay Pride: l’Onda arcobaleno, “Il governo non ci annullerà”

domenica 09 Giugno 2019

A Roma settecentomila persone hanno cantato "Bella ciao", scandendo slogan come "Chi non si diverte è fascista". Cortei anche in altre quattro città tra cui, per la prima volta, Messina

“Chi non si diverte è fascista”.

Un grido dal carro di testa all’arrivo, ieri, del corteo di Roma per riassumere lo spirito di un’edizione del Gay Pride che quest’anno, inevitabilmente, ha assunto più che in passato un colore di militanza.

Innanzitutto perché ricorrevano i cinquant’anni dai fatti di Stonewall – riconosciuti come l’atto di nascita del movimento lgbt – ma anche perché a Palazzo Chigi siede un governo che con le sue posizioni sui diritti delle persone omosessuali ha fatto quantomeno discutere.

“C’è la volontà di cancellarci” ha detto ieri senza mezzi termini il presidente delle ‘Famiglie arcobaleno’ Gianfranco Goretti, prima del via al venticinquesimo Roma Pride, il più partecipato dei cinque cortei- ci sono anche Trieste (dove in Piazza Unità s’è ricordato il discorso in cui Mussolini annuncio le leggi razziali), Ancona, Messina e Pavia.

“Siamo settecentomila – ha sottolineato il portavoce romano Sebastiano Secci – i tempi sono sempre più scuri. Un ministro della Lega ha detto che le famiglie arcobaleno non esistono, Di Maio che la famiglia è fatta solo da un padre e una madre. Oggi con il nostro arcobaleno argineremo queste istanze oscurantiste”.

Dietro lo striscione “Nostra la storia, nostre le lotte”, slogan dell’edizione, hanno sfilato i carri del Muccassassina e del Mario Mieli con i loro scatenati animatori, ma anche tante coppie, giovani e giovanissime, non solo omosessuali, i carri delle aziende e dell’ambasciata britannica – è recentissima l’aggressione a Londra di una coppia lesbo – i disabili e gli sportivi.

C’era la politica: Monica Cirinna e Massimiliano Smeriglio del Pd, i radicali Magi e Capriccioli. La Regione Lazio ha mandato l’assessora Lorenza Bonaccorsi, per Roma Capitale c’era il vicesindaco Luca Bergamo.

Contestazioni invece per l’assenza della sindaco di Roma Virginia Raggi, assente.

“L’avevamo invitata ma c’è stato detto che era all’estero, ma per estero intendevano il Vaticano. Era alla messa del Papa invece di essere qui con noi”, ha detto da un camion utilizzato come palco uno degli organizzatori.

E dalla piazza si sono levati fischi e “buu”.

L’avversario principale del corteo però è stato il leader della Lega Nord Matteo Salvini: eccolo truccatissimo nel fotomontaggio di un cartellone, eccolo addirittura schiacciato sotto il piede della Vergine, come l’iconografico demonio, ma anche Simone Pillon riceve la sua dose di attacchi.

E non è sembrato un caso che il coro di “Bella Ciao” s’alzasse proprio a Santa Maria Maggiore, dove ieri mattina era apparso uno striscione di Militia Christi contro la manifestazione.

I canti partigiani – c’era anche l’Anpi – sono poi sfumati nel repertorio più classico del pantheon musicale lgbt, da Raffaella Carra a Madonna e Lady Gaga.

“Siamo tantissimi, siate tutti fieri di essere ciò che siete” è stato il messaggio al termine del Roma Pride.

Messaggio di unità per militanti, ma gridato forte, per raggiungere i vicini palazzi della politica.

“Orgoglioso di vedere tanta partecipazione al Pride dello Stretto, con cinquanta associazioni e cento sponsor che ci hanno aiutati a organizzarlo, e la partecipazione di movimenti, partiti e sindacati” il presidente dell’Arcigay di Messina, Rosario Duca, al primo Pride peloritano, al quale hanno partecipato migliaia di persone.

Una manifestazione “che vuole rivendicare con forza l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione che deve essere applicato concretamente e non restare solo una norma scritta”.

“Come comunità omosessuale – ha aggiunto Duca – abbiamo ottenuto qualche diritto in più, ma ancora è poco rispetto a quello che dovremmo avere, parlo ad esempio delle adozioni”.

“Ricordiamo come comunità gay messinese – ha concluso – anche Wanda, travestito ucciso 15 anni fa, secondo noi per un atto omofobo. Per questo abbiamo chiesto la riapertura delle indagini”.

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