La Squadra Mobile di Caltanissetta ieri ha eseguito l’ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della locale Procura Generale della Repubblica presso la Corte D’Appello, nei confronti di tre esponenti della Stidda gelese, per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina, detenzione di armi e droga.
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I predetti, condannati con sentenza definitiva dalla Corte D’Appello di Caltanissetta, devono espiare la pene residue per un totale di oltre 7 anni di reclusione.
Nel dettaglio, tra le persone condannate troviamo: un 52enne, deve scontare la pena residua di 3 anni, 4 mesi e 23 giorni; un 42enne quella a 2 anni, 9 mesi e 1 giorno e un 56enne a 11 mesi e 15 giorni.
Le misure sopra elencate ricadono nell’ambito dell’attività di indagine, condotta nel 2019, denominata “Stella cadente”, che ha permesso alla Squadra Mobile di sferrare un duro colpo all’organizzazione criminale di tipo mafioso conosciuta col nome di Stidda. I condannati sono elementi di spicco della citata famiglia mafiosa, impegnati per di più in attività di estorsione, rapina e spaccio di sostanze stupefacenti, al fine di alimentare la crescita e il potere dell’organizzazione mafiosa.
La Polizia di Stato nei giorni scorsi ha proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di Gaetano Savoca, 57 anni, chiamato “il biondo”.
L’indagato è gravemente indiziato di associazione per delinquere di stampo mafioso con funzioni di direzione e coordinamento delle famiglie mafiose che compongono il mandamento di Brancaccio.
Gaetano Savoca è figlio di Pino, storico capo di quel mandamento che a fasi alterne si è chiamato Ciaculli o Brancaccio, in base al personaggio autorevole che lo ha guidato. Un tempo era Michele Greco, il “Papa”. Poi, Giuseppe Graviano, di Brancaccio.