Sicindustria nissena ha denunciato la situazione gelese, dove alcuni progetti d’investimento sono stati bloccati mettendo a rischio il processo di sviluppo che le Zes dovrebbero invece garantire
GELA (CL) – Che in Sicilia tutto vada a rilento è cosa nota. Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha codificato i ritmi del vivere nella nostra Isola. Ma che si istituiscano provvedimenti per poi non metterli in pratica dà l’esatta misura delle contraddizioni di una terra il cui futuro sembra sempre più incerto. A Gela, per esempio, accade che si istituiscano le aree Zes per poi respingere al mittente i progetti d’investimento a esse legati, motivando la decisione con un “effetto cumulo”.
La Zes è una Zona economica speciale individuata in una particolare regione geografica dotata di una legislazione economica differente dalla quella in atto nella nazione di appartenenza. Sono aree in cui è garantita la possibilità di derogare dalle leggi vigenti nell’ambito delle ordinarie politiche nazionali, con l’obiettivo ultimo di favorire lo sviluppo economico.
Il problema è che poi, nel concreto, si assiste a un altro spettacolo. Lo dimostra, per esempio, la recente denuncia parte da Sicindustria, arrivata in seguito al rinvio al mittente delle istanze sull’area Zes del comune di Gela. Una situazione che ha anche indotto il commissario straordinario della Zes Sicilia orientale, Alessandro Di Graziano, a inviare una nota al Comune di Gela, all’Irsap, all’assessorato regionale delle Attività produttive e a quello del Territorio e Ambiente, in cui è stata sottolineata l’impossibilità di svolgere nell’Area Nord 2 “l’attività istituzionale nella Zona economica speciale”.
“Questo significa – hanno precisato da Sicindustria Caltanissetta – che c’è il concreto rischio di vedere svanire la Zes da Gela, con ciò che questo comporterebbe per lo sviluppo del territorio”.
A determinare tale paradosso, la decisione comunicata dal Suap di “improcedibilità con archiviazione del procedimento” della richiesta, presentata nel 2019 ma esitata solo nel 2022, della società Icaro Ecology di avvio dell’attività produttiva in zona industriale Nord 2. Nello specifico, secondo il Suap, “nell’Area oggetto di insediamento sono stati già ospitati altri interventi” e l’insieme degli stessi avrebbe determinato un generico e non specificato “effetto di cumulo”. Senza specificare, però, così come ha rilevato Di Graziano, “quale sia la soglia di cumulo e se essa sia stata preventivamente individuata dal Comitato tecnico-scientifico che doveva insediarsi presso il Comune di Gela”.
“La semplice ipotesi di una riperimetrazione della Zes del territorio gelese – hanno sottolineato da Sicindustria Caltanissetta – che escluda completamente l’area industriale Nord 2 dovrebbe spingere tutti alla riflessione. Si tratta di un’eventualità che il territorio deve scongiurare perché finirebbe col bloccare ogni nuovo investimento produttivo e, al tempo stesso, penalizzare chi già opera in quell’area impedendogli di accedere agli incentivi correlati alla Zona economica speciale. Se questa non è una beffa, poco ci manca”.
Insomma, la Zes che dovrebbe accogliere i progetti per dare un input al tanto atteso sviluppo economico della zona, viene frenata dalle stesse istituzioni che dovrebbero favorire la crescita. Una contraddizione in termini che non viene, secondo quanto affermato dal commissario Di Graziano, neanche spiegata in termini chiari per potere essere valutata e metabolizzata dalle organizzazioni di categoria.