L’operazione è stata chiamata dagli
investigatori “Magna Magna” e mai nome in codice poteva essere
più appropriato. La cucina dell’ospedale “Vittorio Emanuele” di
Gela veniva infatti utilizzata non solo come un supermarket
privato, dove appropriarsi gratuitamente di carne, latte, pasta,
pane e prodotti caseari ma anche come una vera e propria mensa
dove ordinare e consumare pasti luculliani. E’ quanto emerge
dall’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo operativo del
reparto territoriale di Gela.
Secondo la Procura le 36 persone indagate, oltre a due
arrestati in flagranza, avrebbero infatti collezionato oltre 500
furti in poco più di due mesi. Nella cucina dell’ospedale, dopo
avere assistito spiritualmente i ricoverati, pranzava anche il
cappellano dell’ospedale. Gli investigatori, che hanno piazzato
alcune telecamere nascoste, avrebbero filmato tra gli 80 e i 90
pasti in meno di tre mesi del religioso che era anche una buona
forchetta. E come lui anche altri che non si accontentavano di
ciò che era in preparazione per i pazienti dell’ospedale ma,
sulla base degli ingredienti presenti in cucina, ordinavano
pranzi completi o panini veloci come in un fast food. Forse
ignari del fatto che l’igiene lasciava a desiderare: alcuni
dipendenti hanno infatti scambiato la cucina per una toilette,
visto che sono stati filmati mentre, nascosti dietro l’anta di
un frigorifero utilizzato per conservare frutta e verdura,
orinavano tra le griglie delle canalette di raccolta dell’acqua.
E non perché mancassero i bagni ma solo per risparmiare tempo.
L’indagine ha accertato che i responsabili dei furti
sistematici sarebbero alcuni dipendenti della ditta incaricata
della sanificazione e del supporto alle cucine – risultata
estranea ai fatti – con la complicità di parte del personale
ospedaliero. Nelle loro auto è stata recuperata un’enorme
quantità di alimenti e merce rubata che veniva nascosta
all’interno di sacchi di plastica nera per non destare sospetti.
Sono state le telecamere collocate nei pressi della cucina a
inchiodare i responsabili delle ruberie.
Fra le persone
coinvolte, oltre ai dipendenti della ditta e ai loro familiari,
cuochi, operatori sanitari e il cappellano buongustaio. Gli
indagati non si sarebbero limitati soltanto a rubare cibo. In
un’occasione è stato portato via anche un televisore, sistemato
all’interno di una scatola; altri episodi hanno riguardato furti
di bende, alcol e disinfettanti.
Attraverso raid vandalici,
infine, è stata fatta razza di bibite e merendine dai
distributori automatici collocati nei reparti. I protagonisti
scuotevano i distributori per far cadere snack e bevande di cui,
anche in questo caso, si appropriavano senza uscire un soldo. Il
danno complessivo per le casse dell’ospedale è stato stimato
dagli inquirenti in circa 24 mila euro. Insomma un vero “Magna
Magna”.