Giovani leghisti siciliani attaccati sui social, "Insulti intollerabili" - QdS

Giovani leghisti siciliani attaccati sui social, “Insulti intollerabili”

redazione

Giovani leghisti siciliani attaccati sui social, “Insulti intollerabili”

mercoledì 15 Luglio 2020

Militanti del Carroccio in Sicilia oggetto di commenti ingiuriosi sul web: “Accettiamo critiche ma no ai leoni da tastiera”

“Siamo disponibili a qualsiasi critica anche ad accettare attacchi politici duri ma sul merito delle idee e delle proposte ma non possiamo tollerare i rigurgiti di odio di certi leoni da tastiera che si sono riversati su un video dei nostri militanti”.

Lo affermano Alessandro Lipera e Giuseppe Micciché, rispettivamente coordinatori della Lega Giovani per la Sicilia orientale e occidentale, che hanno così voluto esprimere la propria solidarietà ai giovani leghisti che compaiono in un video pubblicato nella pagina Facebook del movimento giovanile del Carroccio in Sicilia e che sono stati oggetto di una serie di commenti ingiuriosi e volgari organizzati da alcuni utenti del social network.

“Si tratta di un video – sottolineano i giovani leghisti – dove alcuni studenti e giovani lavoratori mettono la faccia sul loro impegno politico, nulla di divisivo o provocatorio eppure i soliti presunti democratici non hanno trovato di meglio da fare che rivolgere insulti irripetibili ai nostri ragazzi”.

“Ridicoli, infami, fascisti di merda sono alcuni dei commenti per così dire più moderati per il video che invita ad aderire alla Lega giovani Sicilia ma sono tantissimi gli utenti Facebook che hanno reagito agli insulti manifestando solidarietà e apprezzamento ai giovani del Carroccio – concludono Lipera e Micciché -. Valuteremo se tutelarci con un esposto alla polizia postale – concludono Lipera e Micciché – speriamo però che questi signori cerchino di impiegare meglio il loro tempo e la vis polemica magari indirizzandoli verso coloro che hanno costretto intere generazioni a fuggire dalla nostra terra. Noi continueremo a lottare, non saranno quattro insulti a fermarci”.

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