Economia

Lavoro, opportunità per i giovani che partecipano ai programmi europei

ROMA – Sono 156 i giovani siciliani beneficiari dei progetti dell’Agenzia nazionale giovani che, proprio su questi progetti (1511 progetti in Erasmus+ e 414 progetti) ha investito complessivamente a 18,3 milioni di euro, la cifra più alta mai impegnata dall’Agenzia nazionale per i giovani. Di tali risorse sono stati destinati rispettivamente 11.177.420,24 euro al Programma Erasmus+ e 7.181.052,00 euro al Programma Esc, coinvolgendo 22.144 partecipanti, di cui 5858 con minori opportunità e 315 con bisogni speciali.

Nel dettaglio, sono 1065 beneficiari su tutto il territorio nazionale: Abruzzo (32), Basilicata (46), Calabria (59), Campania (111), Emilia Romagna (58), Friuli Venezia Giulia (14), Lazio (126), Liguria (9), Lombardia (76), Marche (19), Molise (13), Piemonte (72), Provincia Autonoma di Bolzano (4), Provincia Autonoma di Trento (10), Puglia (75), Sardegna (53), Sicilia (156), Toscana (55), Umbria (19), Valle d’Aosta (3), Veneto (55).
Tra queste regioni la partecipazione femminile oscilla tra il 63 per cento (Marche) e il 49,1 (Molise), mentre la fascia d’età più coinvolta è tra i 19 e i 25 anni con punte del 58 per cento (Veneto), e la percentuale di “fewer” varia tra il 13,7 per cento (Marche) e il 40,8 (Sardegna).

Se la cifra relativa alle risorse stanziate per i progetti è la più alta mai impegnata dall’Agenzia nazionale, è pur vero che sui giovani si ripongono le speranze della ripartenza.

Lo stesso presidente della Camera, Roberto Fico, ha affermato – prendendo parte alla presentazione della Relazione sulle attività 2019 dell’Agenzia nazionale giovani – che: “è proprio dai giovani, dal loro entusiasmo, dalla loro capacità di guardare le cose in modo originale e senza pregiudizi che può ripartire la ripresa economica, sociale e culturale del nostro Paese. In particolare, come ho già detto in varie occasioni ripartire dalla scuola significa far ripartire tutto il nostro Paese”.

I dati della relazione al Parlamento sulle attività svolte nel 2019 dall’Agenzia nazionale per i giovani, illustrati alla Camera dei Deputati dal direttore generale Domenico De Maio, dicono che l’80 per cento dei ragazzi che partecipa ai programmi europei ritiene di avere maggiori opportunità lavorative. Inoltre, secondo la ricerca di Ray (Research-based analysis and monitoring of european youth programmes), realizzata da un network europeo costituito da ricercatori, istituti di ricerca, università e Agenzie nazionali del Programma Erasmsus+ Gioventù in Azione ed European solidarity corps, citata nella relazione dell’Agenzia nazionale giovani, emergerebbe che ad incidere su questo dato (80 per cento) è l’acquisizione delle soft skills, ossia capacità ed abilità non necessariamente legate ad una specifica conoscenza tecnica, ma qualità personali e comportamentali che favoriscono una prestazione lavorativa di alta qualità. Ad esempio, dalla ricerca condotta da Ray emerge che la grande parte dei beneficiari dei programmi, a seguito dell’esperienza di mobilità, tenda a voler approfondire la conoscenza della lingua straniera (oltre 85 per cento. Ed ancora, è emerso che nell’ambito della fascia d’età più bassa (15/17 anni) il tema che maggiormente sensibilizza le nuove generazioni riguarda le problematiche ambientali.