PADOVA – Si è svolta ieri all’ateneo di Padova la cerimonia di conferimento della laurea alla memoria in ingegneria biomedica di Giulia Cecchettin uccisa lo scorso novembre. “È un’emozione grandissima, io qua non c’ero mai stata, e allo stesso tempo mi emoziona che non ci sia più la mia bambina e non sia qui a godersi questa cerimonia. Faccio fatica a pensarlo” ha commentato Carla Gatto, la nonna di Giulia. Erano presenti la famiglia della giovane e il ministro dell’Istruzione, Anna Maria Bernini
“È con grande pudore che provo a chiedere a Giulia un sorriso” ha detto la rettrice Daniela Mapelli introducendo la cerimonia, dopo la lettura del messaggio del presidente della Regione, Luca Zaia.
“Giulia era figlia, una sorella, un’amica preziosa, una ragazza dolce ma decisa nel raggiungere i propri obiettivi. Giulia aveva già chiaro le cose che contano: ha saputo affrontare le difficoltà che la vita ti mette di fronte, ha sostenuto 11 esami dopo la morte della mamma, aveva scritto una tesi brillante, era pronta a questo giorno, uno di quelli che si ricordano”. Con queste parole la rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, ha introdotto la cerimonia.
“Giulia era un primo violino ovvero un punto di riferimento. Quando noi docenti facciamo lezione individuiamo tra gli studenti un ‘primo violino’, ovvero uno studente che tra tutti può darci un feedback. Giulia era così” ha continuato la rettrice. Mapelli ha aggiunto che “mai come in occasione del terribile femminicidio di Giulia il concetto di comunità si è fatto concreto, lo si poteva toccare con mano. L’ondata di apprensione prima, l’orrore e sdegno poi si riverberavano qui a Palazzo Bo, cuore del nostro Ateneo. Con grande pudore provo a chiedere a tutte e tutti di provare a regalare a Giulia un sorriso”.
“Non riesco a essere felice”, Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha detto di essersi chiesto spesso se avesse senso e a cosa potesse servire una cerimonia per la laurea postuma. “La risposta – ha detto nel suo intervento alla cerimonia – viene ancora una volta da lei, da Giulia: ha senso per tutto quello che hai fatto per gli altri e ancora stai facendo”: “Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze, nella mia per prima. Sarai sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto, e sarai sempre nel nostro cuore”, ha detto ancora papà Gino.
“Ci manchi più dell’ossigeno”. Poi un lungo applauso ha accolto la proclamazione della neodotoressa da parte della rettrice Daniela Mapelli.
L’intervento del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha riguardato non solo il commosso ricordo della giovane ma anche il valore dell’educazione come investimento per le generazioni future: “Formare – ha detto Bernini – non significa solo erudire, educare, rendere genericamente grandi i nostri studenti. È doveroso renderli cittadini di una grande democrazia, aperta, inclusiva, che ci insegni prima di tutto ad ascoltare. È la prima forma di comunicazione. Avere rispetto per le ragioni degli altri, non avere paura di rivendicare i propri diritti di libertà. Avere rispetto delle persone e dei loro diritti, contrastare ogni forma di violenza. È l’impegno che noi ci prendiamo”.
“È sicuramente la giornata delle emozioni. La laurea è meritatissima, dovuta: è un atto dovuto a Giulia Cecchettin. è il senso della nostra presenza, oltre a portare la vicinanza e l’abbraccio di tutto il governo, sono temi che non hanno colore politico”, ha proseguito Bernini, ricordando come “papà Giulio ci ha chiesto di essere uniti per provare a dare un senso al sacrificio di Giulia. Siamo tutti responsabili, come figli, genitori, educatori, formatori, come responsabili pro tempore di ruoli istituzionali. Ognuno di noi deve fare qualcosa. Non può esistere indifferenza: è un insulto a Giulia e a chi come lei ha visto la propria vita interrotta. Mai come ora Giulia è presente qui ed è molto bella l’idea di dedicarle iniziative, borse di studio, aule”.
“Il femminicidio non è questione di donne: ognuno si deve assumere l’impegno e la responsabilità di intervenire”, ha concluso il ministro.