Giunta Musumeci senza donne, il Pd deposita ricorso al Tar - QdS

Giunta Musumeci senza donne, il Pd deposita ricorso al Tar

Raffaella Pessina

Giunta Musumeci senza donne, il Pd deposita ricorso al Tar

giovedì 14 Gennaio 2021

Ancora polemiche sull’azzeramento della presenza femminile al governo. Il segretario Barbagallo: “Il presidente torni sui suoi passi”. Fiducia nella possibilità che il ricorso possa essere accolto

PALERMO – Il tema dell’assenza delle donne nella giunta Musumeci infiamma la politica regionale. Come è noto, dopo che l’assessore Bernardette Grasso è stata sostituita da un uomo, nella squadra del presidente della Regione è venuta meno qualsiasi presenza femminile.
Una condizione che ha suscitato perplessità fra i rappresentanti dei partiti e della società civile. In un primo tempo l’opposizione ha fatto polemicamente notare questa condizione irregolare, ma di fronte ad una mancata risposta del Governatore della Sicilia il Partito Democratico siciliano ha deciso di impugnare dinanzi al Tar i decreti di nomina dei neo assessori regionali Tony Scilla e Marco Zambuto, “attraverso i quali è stata azzerata la presenza di genere femminile nell’esecutivo regionale, in spregio – è scritto in una nota del Pd – alle norme e a quanto previsto dalla Costituzione, oltre che dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo è fiducioso nell’accoglimento del ricorso.

Ci auguriamo che il presidente Musumeci torni sui suoi passi – ha detto Barbagallo – annulli i provvedimenti e ripristini la legalità anche in seno alla composizione della giunta in cui un terzo dei componenti devono essere donne”. Il ricorso di 32 pagine, predisposto dal professore Antonio Saitta, del foro di Messina, chiede l’annullamento dei provvedimenti che hanno assegnato due poltrone assessoriali a due uomini e contestualmente la nomina di nuovi assessori di genere femminile in attuazione delle norme costituzionali e sovrastatuali vigenti.

“A nostro giudizio il principio di equilibrio di genere – spiega Saitta -recepito dall’Ars solo con la legge 26/2020 ed in misura inferiore al resto d’Italia, è immediatamente cogente perché applicativo di precise disposizioni costituzionali e internazionali. Se così non fosse, il rinvio alla prossima legislatura sarebbe palesemente incostituzionale perché non vi possono essere ragioni per ritardarne ancora l’attuazione”.

Sulla vicenda è intervenuta Milena Gentile, responsabile del dipartimento Pari opportunità e politiche di genere del Pd siciliano, riconoscendo che non bastano più gli avvertimenti e che il Partito Democratico è dovuto passare ai fatti: “Oggi siamo di fronte a un fatto epocale – ha detto Gentile – un partito sta promuovendo questo ricorso per incostituzionalità e illegittimità della giunta monogenere voluta dal presidente Musumeci. Perpetuare con arroganza la marginalizzazione delle donne nelle istituzioni è fattore grave di regressione economica. è necessario e urgente, invertire drasticamente la rotta e sarà il Tribunale a farlo, vista l’antistorica deriva delle destre”.

Proprio qualche giorno fa la Consigliera regionale di Parità Margherita Ferro aveva chiesto con una lettera al presidente Gianfranco Miccichè un intervento legislativo dell’Assemblea regionale siciliana per riportare alla legalità la composizione della Giunta. Nella lettera Ferro ha elencato tutte le norme che premono perché sia incentivata la presenza femminile nelle aule della politica, prima fra tutte la Costituzione con l’art.3, e siano quindi eliminati tutti gli ostacoli che fino ad ora hanno reso la partecipazione delle donne alla vita parlamentare riservata ad un numero elitario di rappresentanti. “La Sicilia ha fatto la storia sui diritti – scrive Ferro nella lettera a Miccichè – il simbolo della nostra bandiera, “la Trinacria”, non può sventolare soltanto sui diritti già acquisiti: non possiamo accettare che una terra strabordante di cultura arretri proprio sui diritti; bisogna, al contrario, lavorare insieme per essere modello trainante di tutto il Paese”.

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