Giustizia, Musumeci, "Omaggio ai magistrati in trincea" - QdS

Giustizia, Musumeci, “Omaggio ai magistrati in trincea”

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Giustizia, Musumeci, “Omaggio ai magistrati in trincea”

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sabato 30 Gennaio 2021

«Ho voluto stamane, qui a Caltanissetta, rendere doveroso omaggio ad un Distretto giudiziario di trincea, a magistrati – requirenti e giudicanti – impegnati in un territorio ad alta densità mafiosa, con paurose carenze di risorse umane e gravi deficit nell’edilizia giudiziaria. Alla presidente della Corte d’appello ed al procuratore generale ho espresso il mio apprezzamento e quello del governo regionale per l’impegno profuso quotidianamente da tutto il personale».

Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Caltanissetta.

“Il Consiglio superiore della magistratura si sta impegnando per dimostrare con i fatti di cambiare pagina. Dobbiamo combattere per debellare per sempre quello logiche che lo avevano trasformato in un centro di potere lontano quando addirittura non ostile ai magistrati più liberi, indipendenti e coraggiosi”. Lo ha detto il rappresentante del Csm, Antonino Di Matteo, intervenuto a Caltanissetta.

Il Csm – ha aggiunto – sta ancora affrontando l’onda lunga dei fatti emersi dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia, fatti e situazioni che ci devono indignare ma non ci possono sorprendere. Non dobbiamo essere ipocriti. Rappresentano una fotografia nitida di una patologia che rischia di minare l’intero sistema della magistratura, una malattia che silentemente si era diffusa come un cancro con la prevalenza delle logiche di clientelismo, appartenenza a correntizio di cordata, collateralismo con la politica.

Un sistema – ha continuato Di Matteo – che non esitava ad adoperarsi per isolare e neutralizzare i magistrati che non lo assecondavano. Logiche perverse che hanno allontanato il Consiglio dalla funzione immaginata dal legislatore costituente che sono state alimentate fuori dal Csm, dal comportamento di troppi magistrati sempre più pervasi dal male oscuro del carrierismo ed impegnati in una folle corsa al conseguimento di incarichi direttivi.

Ciò che è emerso – ha concluso Di Matteo – ha provocato un grave discredito per la magistratura, ma, nello stesso tempo, ne sono convinto, costituisce un’occasione irripetibile per ripartire con un nuovo spirito”.

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