Gradimento sindaci, male Orlando e Pogliese, sale Musumeci - QdS

Gradimento sindaci, male Orlando e Pogliese, sale Musumeci

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Gradimento sindaci, male Orlando e Pogliese, sale Musumeci

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lunedì 05 Luglio 2021

Consueta classifica stilata da Il Sole 24 Ore. Luca Zaia e Antonio Decaro si confermano anche nel 2021 gli amministratori locali più amati. I "nostri" sindaci in coda alla classifica.

Aumenta i consensi nell’indice di
gradimento dei presidenti delle Regioni pubblicata da Il Sole24Ore del lunedì,
commissionata dal quotidiano economico a Noto Sondaggi, il governatore della
Lombardia, Attilio Fontana.

Nella ‘Governance Poll’, Fontana guadagna il 2,7% rispetto all’indagine dello scorso anno, ed è in decima posizione col 48% dei consensi. Fontana “si riavvicina – si legge sul Sole24Ore – ai livelli che nel 2018 l’avevano portato a succedere a Palazzo Lombardia al suo collega di partito, e concittadino varesino, Roberto Maroni.

L’indice di “gradimento dei sindaci, che confronta il consenso con il risultato delle elezioni alla carica ricoperta, vede, tra quelli lombardi, la conferma al terzo posto di Giorgio Gori che a Bergamo, città martoriata dalla pandemia, guadagna il 5,7%.

Il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, così come tanti altri sindaci di grandi città, registra un calo, -2,7 dei consensi, scendendo sotto il 50%. Risulta 89/esimo col 49%.

Tra i primi altri tre sindaci lombardi, Mattia Palazzi (Mantova), che rispetto all’elezione, perde però l’11,8% (da 70,8% a 59%) ed è decimo, il primo cittadino di Sondrio Marco Scaramellini, che perde il 2.4% (da 60,4 a 58%) ed è 15/esimo e la sindaca di Lodi, simbolico epicentro della pandemia, 22/esima col 57% guadagnando lo 0,6.

Tra i governatori si segnala lo scatto di Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, PD) che, con una crescita del 6%, raggiunge quota 60% e scalza dal secondo posto Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, Lega), il quale tra l’altro deve condividere il terzo gradino del podio con Vincenzo De Luca (Campania, PD) entrambi al 59%; nei top five, al quarto posto il governatore ligure Giovanni Toti (centrodestra) al 56% e al quinto posto Alberto Cirio (Piemonte, centrodestra) al 52,5%.

Tra i sindaci emerge il secondo posto di Luigi Brugnaro (Venezia, centrodestra) al 62% segnando un balzo di +7,9%, seguito al terzo da Giorgio Gori (Bergamo, centrosinistra) ex aequo con Marco Fioravanti (Ascoli Piceno, centrodestra) entrambi al 61% ma con il Sindaco di Bergamo in crescita del 5,7%.

Nel caso dei governatori, se il confronto si sposta dal risultato 2020 a quello del giorno di elezione spiccano le performance di Luca Zingaretti (Lazio) che guadagna +10 punti, di Nello Musumeci (Sicilia, +9,2) e dello stesso Bonaccini (+8,6). In ribasso, invece, le quotazioni di Donatella Tesei (Umbria), rispetto sia allo scorso anno sia al giorno delle elezioni.

Il termometro della popolarità dei sindaci evidenzia, nel confronto tra il 2021 e il giorno delle elezioni, due gruppi di situazioni critiche. Il primo è quello dei sindaci delle grandi città del Sud alle prese con conti in dissesto e paralisi amministrative: agli ultimi tre posti della graduatoria delle 105 città capoluogo ci sono infatti Salvo Pogliese (Catania, 30% dei consensi), Luigi De Magistris (Napoli, 35%) e Leoluca Orlando (Palermo, 39%).

L’altro fronte traballante è, più in generale, quello delle metropoli: Dario Nardella (Firenze, 57%) e Virginio Merola (Bologna, 54,6%) continuano a cavarsela egregiamente, ma Beppe Sala (Milano) si ferma per la prima volta sotto al 50% occupando un opaco 81° posto (-2,7%), mentre le sindache Cinque Stelle Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) coabitano alla casella numero 94 con il 43% di gradimento, con la Raggi che cala del 24,2% e l’Appendino dell’11,6%.

Il logorio amministrativo – che, per esempio, ha colpito in pieno Federico Pizzarotti (Parma, 97° posto) allontanandolo dalle prime posizioni occupate qualche anno fa – non intacca il favore di Clemente Mastella (Benevento), che arriva alla fine del primo mandato da sindaco con un solido 59,5%. Le difficoltà della vita amministrativa possono essere rapidamente fatali anche per gli outsider: lo dimostra la caduta libera – dal secondo al 22° posto in un solo anno – delle quotazioni di Cateno De Luca (Messina).

«Più che mai in quest’ultimo, terribile, anno di pandemia ho sempre detto che un amministratore, chiamato a prendere decisioni drastiche quanto necessarie, non deve tener conto del consenso popolare. Ma lavorare nell’interesse della salute collettiva per il bene di tutti. I sondaggi, lo ripeto da sempre, vanno “presi con le pinze”.

Ma non c’è dubbio che i risultati dell’autorevolissimo sondaggio del Sole24Ore mi facciano piacere. Ancor di più, apprendere che quasi il dieci per cento dei siciliani si è aggiunto oggi a quanti, nel 2017, hanno scelto di darmi fiducia.  Significa che – nonostante le restrizioni che spesso sono stato costretto ad imporre – i miei conterranei hanno avuto consapevolezza di quanto difficile sia governare e dato fiducia all’operato del Governo che ho l’onore di guidare. Ma guai ad allentare la guardia: siamo impegnati senza sosta per far sì che la Sicilia possa risollevarsi dalla profonda crisi economica inferta dal Covid. I contagi, grazie alle campagne di vaccinazione che continuano e alle misure di contenimento che abbiamo disposto in questi lunghi mesi, sono ora in calo. Ma la pandemia non è finita».

Lo dichiara il presidente della Regione, Nello Musumeci, commentando il “Governance Poll 2021” del quotidiano Sole24Ore che vede il governatore siciliano al settimo posto nella classifica dei presidenti di Regione, con un incremento del 3,2% rispetto al 2020, e al secondo posto – con un +9,2% – per crescita di consenso rispetto alla sua elezione.

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