Sanità

Green pass, bocciata la consegna dai medici di famiglia

Dalla segreteria nazionale Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale) arriva una “sonora bocciatura” del Green pass, in vigore dal primo luglio.

Lo ha affermato la stessa Federazione in una nota nella ha reso noto che la segreteria nazionale ha scelto di riunirsi in maniera permanente per elaborare una proposta di cambiamento relativa alla medicina generale.

Mortificata la professionalità

Il Green pass Covid “mortifica la professionalità” dei medici per l’onere di stampare copie cartacee del documento che “sottrae altro tempo all’assistenza dei pazienti” ha detto Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, nello stigmatizzare la scelta del Governo e “soprattutto di qualche funzionario governativo che comprime ancor più il diritto alla salute dei cittadini”.

“Non accetteremo – ha affermato Scotti – una visione della medicina generale di carattere impiegatizio, una medicina generale che si vorrebbe costringere a sottrarre altro tempo all’assistenza dei pazienti per adempiere a funzioni amministrative che nulla hanno a che fare con la pratica medica”.

Un compito, ha rilevato il segretario generale della Fimmg, “che mortifica la professionalità di un medico ma che soprattutto andrebbe a gravare un’attività di studio già molto complessa per la gestione ordinaria del virus e la necessaria presa in carico delle cronicità che, forse qualcuno lo dimentica, è determinante in termini di salute”.

Mancanza di confronto sul Green pass

Scotti ha lamentato anche la mancanza di confronto sul Green pass.

“Se vi fosse stato un dialogo – prosegue – avremmo almeno potuto spiegare che un compito simile non può essere demandato neanche a un collaboratore di studio, perché questo costringerebbe il medico a un abuso, cedendo le proprie password del sistema prescrittivo e certificativo al quale, ricordiamo, bisognerà accedere per rilasciare il green pass”.

“Il medico di famiglia – si chiede la Federazione – che dovrà fare? Dovrà prenotare gli accessi dei pazienti per la stampa del codice green pass reso ope legis un atto medico e ritardare l’accesso ai pazienti per problemi assistenziali? Ridicolo. Non ha senso”.

“A meno che – si legge ancora in una nota – non ci sia la volontà di attuare un progetto che continui a passare alla popolazione il messaggio di inefficacia di questo servizio, ancor oggi tra i più graditi del Ssn, per favorire progetti di finta dipendenza o di accreditamento che favoriscano una privatizzazione del servizio di cure primarie con annessi e connessi”.

Chiesto un confronto aperto

“Si apre ora – prosegue la nota – un confronto aperto e pubblico sul tema delle cure territoriali e sul ruolo della medicina generale sugli investimenti e le prospettive di sviluppo. In alternativa saremo pronti a passare dalle proposte alla protesta”.

Il confronto nelle prossime settimane si arricchirà di una proposta della segreteria Fimmg, per l’evoluzione post-Covid della medicina generale.

“Chiederemo chiarezza al Governo – si legge nella nota -, soprattutto sulle risorse umane mediche di medicina generale e in base a quali funzioni organizzative e assistenziali e ai conseguenti investimenti, queste siano previste nel progetto strutturale del Pnrr. Altrimenti lanceremo con altre organizzazioni sindacali e Società scientifiche della medicina generale un’assemblea per un’azione comune che porti a un confronto pubblico con chi sta creando le premesse per la scomparsa del Servizio Sanitario Nazionale”.