Green pass al lavoro, le criticità, dalla sicurezza alla logistica - QdS

Green pass al lavoro, le criticità, dalla sicurezza alla logistica

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Green pass al lavoro, le criticità, dalla sicurezza alla logistica

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mercoledì 13 Ottobre 2021

Non solo il timore di trovare scaffali supermercati vuoti nei supermercati ma carenze di personale tra forze dell'ordine e vigili del fuoco, ecco i settori a rischio a partire dal 15 ottobre

Conto alla rovescia per il 15 ottobre, il giorno in cui il Green pass diventerà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro. Sono diversi i settori per i quali categorie e sindacati temono particolari difficoltà fino al rischio di uno stop. I problemi cominciando dai controlli ai test per chi non è vaccinato fino ai disagi che potrebbero emergere nei casi in cui i dipendenti, non essendo muniti del certificato, non si presenteranno al lavoro.

Green Pass al lavoro, a rischio il comparto sicurezza

Oltre al settore degli autotrasportatori che minacciano di bloccare le autostrade guidando i loro mezzi a 30 chilometri orari con il rischio di trovare scaffali dei supermercati vuoti. Bisogna considerare anche la criticità del comparto sicurezza. Si perché tra le migliaia di lavoratori ci sono forze dell’ordine e vigili del fuoco in difficoltà per adeguarsi in tempo all’obbligo del green pass e non solo perché no vax.

I vigili del fuoco, “turni di straordinario per i colleghi non vaccinati o senza soldi per pagarsi i tamponi”

Come ha sottolineato il sindacato autonomo die Vigili del Fuoco: “La oggettiva impossibilità che i nostri stanno riscontrando sul territorio per poter accedere ai tamponi causa sovraffollamento di richieste, rischia di causare un pesante numero di assenze dal servizio che avranno la conseguenza di chiudere o depotenziare le sedi di servizio e di obbligare il personale in possesso del green pass a pesanti turni di straordinario per sopperire alle assenze, con gravi rischi per la sicurezza sul lavoro che è tra i più rischiosi in Italia.

Lo stesso dicasi per quei vigili del fuoco che non possono
pagarsi i costi dei tamponi avendo risicate economie familiari”. Lo
afferma il Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco, in una nota inviata
al premier Draghi, ai ministri Lamorgese e Brunetta e ai gruppi parlamentari
del Senato.

Agroalimentare e i lavoratori con vaccino Sputnik

In questo settore sono impiegati numerosi lavoratori stranieri non vaccinati oppure immunizzati con vaccini ‘non riconosciuti’, la cui assenza – anche solo temporanea – potrebbe interrompere intere filiere. E resta aperta la questione dei lavoratori stranieri – in particolare dell’Est – vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall’Ema. Per superare l’empasse ci sono più ipotesi allo studio, una di queste è di effettuare una ulteriore dose addizionale con un siero a mRna in chi è vaccinato con sieri non riconosciuti dall’Ema.

Colf e badanti in attesa della prima dose

Secondo le stime che risalgono a qualche settimana fa, sono diverse decine di migliaia i lavoratori domestici che non hanno ancora ricevuto il vaccino e che dovranno comunque essere almeno muniti del risultato negativo del tampone. Anche in questo caso la verifica spetta al datore di lavoro. In questo settore sono impiegati diversi lavoratori stranieri, molti dell’est Europa immunizzati con Sputnik.

Trasporto pubblico, caos sulle turnazioni dei dipendenti

In questo settore la percentuale di non vaccinati va dal 10% al 20%. L’assenza di tanti autisti potrebbe creare serie difficoltà alla copertura del servizio e al traffico, in particolare nelle grandi città. Inoltre il servizio dei trasporti richiede un’organizzazione da effettuare in anticipo in virtù delle turnazioni.

Autotrasporti, scaffali vuoti al supermercato?

Il 90% delle merci in Italia viaggia su gomma e diversi autisti potrebbero essere sprovvisti di certificato verde. Inoltre molti di loro sono stranieri e magari immunizzati con vaccini non riconosciuti. Il rischio paventato dai sindacati del settore è che eventuali problemi determinati dalla mancanza del Green pass (e quindi l’assenza dei lavoratori) possa avere un notevole un impatto sulle imprese di trasporto e logistica e conseguenti ricadute sul commercio stesso.

Cantieri e Porti, paura per il blocco a Trieste

Chi è privo di pass non potendo quindi accedere ai cantieri potrebbe bloccare l’andamento di attività programmate nel campo edile. Le navi di bandiera italiana hanno equipaggi multinazionali, molti provenienti da Paesi che hanno vaccinato persone con sieri riconosciuti dall’Oms, ma non dall’Ema e quindi non in condizioni di generare il Green pass. Molti portuali sono stranieri e in molti casi, come al Porto di Trieste, un’alta percentuale, il 40%, non ha il Green Pass.

Piccole Aziende, grandi problemi

Per le imprese con meno di quindici dipendenti è prevista la possibilità, dopo che un lavoratore non presenta il Green Pass per cinque giorni, di sostituire il dipendente con un altro, sospendendolo per la durata del contratto in quanto assente ingiustificato. Tale sospensione può essere della durata massima di dieci giorni, rinnovabile una volta sola e comunque non può superare il 31 dicembre 2021. In questi casi risulterà difficile trovare un sostituto, ancora di più se è solo per venti giorni.

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