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Green pass, proteste anche a Palermo, “Non è una dittatura”

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Green pass, proteste anche a Palermo, “Non è una dittatura”

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sabato 24 Luglio 2021

Secondo quanto si apprende, per la protesta, lanciata con un tam tam sui social, non è stato presentato preavviso alla polizia

Anche a Palermo un gruppo di persone si è radunato in piazza per dire no al certificato verde. Al grido di “No al green pass” e “Libertà” una folla si è concentrata in piazza Politeama. In pochi indossavano le mascherine.

L’iniziativa sarebbe stata lanciata sui social dal Movimento nazionale “No green pass”. Secondo quanto si apprende, per la protesta, lanciata con un tam tam sui social, non è stato presentato preavviso alla polizia.

Nel capoluogo non sono mancati cori contro il premier MarioDraghi.  L’obiettivo della manifestazione è esprimer dissenso verso l’ultimo decreto del governo Draghi, che estende l’obbligo del certificato vaccinale per alcune attività. Il corteo da piazza Castelnuovo si è spostato in via Ruggero Settimo e in via Maqueda. In piazza i poliziotti in tenuta antisommossa del reparto mobile hanno seguito la manifestazione.

In migliaia in piazza in tutta Italia per dire “No Green Pass”. Tremila persone a Roma, dove ci sono stati disordini, cinquemila a Torino, cinquecento ad Aosta, mille ad Alessandria e Bologna, duemila a Cagliari, duecento a Saluzzo, altre migliaia a Milano e poi ancora a Genova, Lecce, Cremona, Messina e in altre località da un capo all’altro della Penisola hanno aderito alla mobilitazione lanciata attraverso un tam-tam su social e canali Telegram contro quella che senza mezzi termini è stata definita “dittatura” con tanto di paragoni al nazismo. Foto di Mario Draghi con i baffetti à la Hitler esibite a Milano e Torino, dove l’urlo che ha raccolto i maggiori consensi è stato “Norimberga Norimberga” con evidente riferimento ai processi ai gerarchi dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Poi stelle di David con la scritta “non vaccinati = ebrei” e cartelli con le svastiche. I dimostranti di Cagliari si sono esibiti in un funambolismo storico srotolando una striscione che paragonava il Green pass all’Ahnenpass, il passaporto ariano introdotto in Germania nel 1933. “Sentire pronunciare parole come ‘schiavitù’ e ‘truffa del Covid’ – interviene Licia Ronzulli, vicepresidente di Forza Italia al Senato – mi fa rabbrividire. Secondo questi irresponsabili, 130 mila morti forse li abbiamo solo sognati”. Francesco Boccia, deputato e responsabile Enti locali del Pd, esprime “amarezza” per “la mancanza di rispetto verso chi ha perso la vita, verso chi è stato in terapia intensiva, verso medici e infermieri che continuano a sacrificarsi per curare chi arriva in ospedale”. Raduni e cortei si sono inseriti nel solco di una mobilitazione internazionale, animata da collettivi chiamati World Wide Demonstration e World wide rally for freedom , che oggi ha visto scendere in piazza gente in diversi Paesi del mondo come la Francia, dove a Parigi ci sono stati scontri tra dimostranti e polizia, e l’Australia, anche qui teatro di disordini e arresti. In tutta Italia tra la folla pensionati, artigiani, lavoratori dipendenti. Anche alcuni ristoratori preoccupati per le ricadute economiche per l’obbligo del green pass che scatterà il 6 agosto: “Non sono contro il vaccino, ma il green pass è un danno per l’economia. In molti rischiamo di fallire”, ha detto il proprietario di un locale che manifestava a Roma. Una galassia composita quella dei “no green pass” che incita alla disobbedienza e a “non scaricare il certificato verde”, che “si batte per la libertà, una galassia alla quale si sono mescolati militanti di CasaPound e Forza Nuova, il cui leader romano, Giuliano Castellino, ha sottolineato di essere sceso in piazza anche se in teoria non avrebbe dovuto, visto che si trova sotto sorveglianza speciale. “Ma dovevo esserci”, ha chiosato. E proprio a Roma si sono vissuti attimi di tensione sfociati in disordini a piazza del Popolo con le forze dell’ordine intervenute anche con i mezzi blindati per disperdere i manifestanti che volevano partire in corteo verso via del Corso. La tensione è rientrata ma un gruppo si è comunque staccato improvvisando un corteo. A Torino sono stati notati degli attivisti dei centri sociali arrivati alla chetichella, e su Telegram qualcuno ha detto di avere notato una bandiera anarchica a Firenze. Non sono mancate le contestazioni ai giornalisti. La parola d’ordine era di ignorarli ma a Milano è volato qualche spintone. E a Pescara alcuni esponenti di Forza Italia che stavano raccogliendo firme per il referendum sulla giustizia sono stati aggrediti.

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