Gregoretti, Catania, l'animata manifestazione contro Salvini - QdS

Gregoretti, Catania, l’animata manifestazione contro Salvini

redazione web

Gregoretti, Catania, l’animata manifestazione contro Salvini

sabato 03 Ottobre 2020

Un migliaio di persone, giunte da tutta la Sicilia e anche da fuori. Numerosissimi cartelli e striscioni. L'ex ministro Ferrero, "Il capo della Lega Nord va contestato perché propone il razzismo come modalità del consenso". GUARDA IL FILMATO

Corposa, a Catania, la manifestazione organizzata in piazza Trento dal coordinamento “Mai con Salvini Sicilia” alla quale hanno aderito anche diversi partiti tra cui il Pd.

Un migliaio di persone, a poca distanza dalla piazza Verga, dove si trova il Palazzo di Giustizia con il tribunale in cui si è svolta l’udienza preliminare per il caso Gregoretti.

Numerosissimi cartelli e striscioni

Tra i numerosissimi cartelli e striscioni, alcuni riguardavano quell’invasione di Catania considerata fallita vista gli esigui numeri degli arrivi leghisti.

Ben più cospicua la partecipazione alla manifestazione di tante persone, in gran parte giovani, provenienti da ogni parte della Sicilia, al grido di “I sostenitori li hai pagati, noi siamo venuti gratis”.

Tra i cartelli, c’erano quelli che ribaltavano gli insulti leghisti al Meridione, come “Sento che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i salviniani”.

Una serie riguardava la condanna per truffa della Lega Nord, che dovrà rifondere agli italiani – sia pur in ottant’anni – 49 milioni di euro di rimborsi elettorali: “Scusi, sono qui i 49 milioni?” e poi “Nessun migrante ha rubato 49 milioni di euro” e “I soldi per pagare i voli dal Nord li hai presi dai 49 milioni?”.

Ma anche “Salvini, t’i ‘mmucchi, quattru!”, che ha inaugurato la serie dei cartelli in dialetto siciliano: “Leghista siciliano, non t’affrunti?”, “Musumeci, t’avissi a ‘ffruntari. Ccà ‘un ti presentari”, “Itivinni” fino a “Salvini Pagghiazzu”.

C’erano poi “Salvini, Candiani, Samonà, fecce dell’Umanità”, “Contro il moderno fascismo ci vuole una nuova Resistenza”, “#sleghiamo la Sicilia”, “Salvini colpevole d’odio” e “Catania non si Lega, #restiamoumani”

“Abbiamo già la sentenza”

Ad aprire il corteo è stato un furgone con uno striscione con la scritta: “Abbiamo già la sentenza: Salvini merda!”.

A fianco alcuni ragazzi spingono due carrelli da supermercato pieni di rotoli di carta igienica con la faccia del leader della Lega Nord.

Dalla piazza Trento i manifestanti sono giunti fino all’angolo di piazza Verga, chiusa da transenne e presidiata da poliziotti in tenuta antisommossa.

“Sono qui a manifestare – ha detto Francesca Egitto della rete “Mai con Salvini Sicilia” – per far capire a Salvini che il popolo non mostra solidarietà a chi limita la libertà di donne e bambini. La sentenza per noi c’è stata. Salvini è colpevole”.

Le bandiere incendiate

Alcuni dei manifestanti, molto giovani, hanno fatto volare alcuni rotoli di carta igienica e dato fuoco alle bandiere di Lega Nord, M5s e Pd. Hanno inoltre tenuto a sottolineare che la manifestazione non era organizzata dai centri sociali.

Ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine che spegnevano i resti dei focolai delle bandiere hanno gridato, “Rispettiamo solo i pompieri veri”.

A Carabinieri e Polizia in assetto antisommossa hanno gridato “Siamo tutti antifascisti”, invitandoli a togliersi i caschi e a lasciare i manganelli.

L’ex ministro Ferrero

Tra i manifestanti c’era anche Paolo Ferrero ex ministro ed ex segretario di Rifondazione comunista, attuale vicepresidente del partito della sinistra europea.

“Questa – ha detto Ferrero – non è una questione solo Catanese, e nazionale perché Salvini si è comportato come se fosse stato il ministro del governo fascista e invece lui era ministro dell’Interno della Repubblica italiana, nata dalla resistenza è fondata sulla Costituzione che è antirazzista”.

“Salvini viene processato – ha aggiunto – ma va anche contestato perché non è possibile che a settanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale ci sia ancora chi propone il razzismo come modalità del consenso e della battaglia politica”.

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