Gregoretti, la maggioranza abbandona i lavori per protesta - QdS

Gregoretti, la maggioranza abbandona i lavori per protesta

redazione web

Gregoretti, la maggioranza abbandona i lavori per protesta

martedì 14 Gennaio 2020

Scontro sulla data del voto della Giunta delle Autorizzazioni a procedere dopo la richiesta, negata, di acquisire nuovi documenti riguardanti i migranti sulla nave. Sul caso Salvini il presidente Gasparri "arbitro" solo della destra

La maggioranza ha abbandonato i lavori della Giunta delle Autorizzazioni a procedere che si sta occupando del caso Gregoretti, evidentemente non sentendosi garantita dal presidente Maurizio Gasparri (Forza Italia) che pure ieri aveva sottolineato di avere un ruolo da arbitro.
I dieci senatori di M5s, Pd, Leu e gruppo Misto hanno lasciato, per protesta, la riunione della Giunta delle immunità del Senato dopo che è stata respinta la richiesta del M5s di avere ulteriori documenti sulla salute dei 131 migranti bloccati l’estate scorsa per quattro giorni sulla nave della Guardia costiera da una decisione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona dal Tribunale dei ministri di Catania.

I senatori di maggioranza contestano inoltre la decisione di convocare l’ufficio di presidenza per decidere l’eventuale rinvio del voto a dopo le Regionali del 26 gennaio, nonostante l’assenza annunciata del capogruppo di Leu Pietro Grasso.

Insomma, la situazione sembra sfuggita di mano a Gasparri e sono sempre più in bilico i tempi del verdetto sull’autorizzazione a procedere nei confronti del capo della Lega Nord, verdetto previsto, al momento, entro il 20 gennaio (a metà febbraio, quello definitivo dell’Aula).

Ad accendere i toni sono state le parole del premier sulla vicenda del ritardato sbarco.

In un’intervista al Corriere della sera, Conte ha chiarito ulteriormente la propria posizione: “Tutta la fase decisionale è stata gestita dall’allora ministro dell’Interno, che l’ha anche rivendicata. Non posso affermare di essere stato coinvolto”.

Conte si è invece attribuito un ruolo nella trattativa sulla redistribuzione dei migranti in Europa.

Fuori dalle righe, come sempre, la replica di Salvini: “A me la gente che perde l’onore e sacrifica la sua dignità per salvare la poltrona, fa un’immensa tristezza”.

Poi il caos in Giunta dopo la richiesta del senatore M5s Mattia Crucioli di chiarimenti sul rinvio del voto, proposto la settimana scorsa proprio dalla maggioranza, dato lo stop dei lavori del Senato dal 20 al 24 gennaio per la campagna elettorale per le regionali.

Il presidente della Giunta, il forzista Maurizio Gasparri, ha risposto affidando il responso all’ufficio di presidenza, nonostante l’assenza di Grasso, in missione negli Stati Uniti con la commissione antimafia, e di Giarrusso del M5s.

Poi la richiesta di maggiori approfondimenti: i documenti sanitari dei migranti sulla nave che, secondo Crucioli, mancano all’appello, e sarebbero invece determinanti per la decisione finale.

A quel punto Gasparri ricorre ai voti: finisce dieci a dieci (sui 23 senatori della Giunta, tre, come detto, erano assenti) compreso il ‘no’ del presidente, che dunque respinge la richiesta.

Troppo per la maggioranza che, compatta, ha lasciato la riunione e ha attaccato “l’arbitro” Gasparri, garante solo della destra, e il resto delle opposizioni gridando al “colpo di mano”.

“Il presidente ha detto fino a ieri che questo è un organo giurisdizionale ma si è comportato in maniera più politica degli altri”, ha dichiarato la capogruppo del M5s nella Giunta Elvira Evangelista, aggiungendo: “Non è stato un presidente imparziale”.

“E’ un’evidente forzatura – ha dichiarato la senatrice Dem Anna Rossomando -, oggi non avremmo dovuto votare. Gasparri non ha rispettato una prassi di garbo istituzionale”.

Il presidente ha cercato di difendersi affermando di avere “facoltà di votare, in quanto componente della Giunta”, ma ha provocato solo altre reazioni negative.

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