La Russia ha aperto nuovi corridoi umanitari in diverse città ucraine oggi per consentire l’evacuazione dei civili. Il cessate il fuoco è iniziato alle 10 ora locale, le 8 in Italia, secondo il ministero, con corridoi di evacuazione predisposti nella capitale Kiev, oltre a Kharkiv, Mariupol e Sumy. Durante il fine settimana, due tentativi di aprire corridoi umanitari per consentire l’evacuazione dei civili da Mariupol, nel Sud-Est del Paese, sono falliti.
“Data la catastrofica situazione umanitaria e il suo forte aggravamento nelle città di Kiev, Kharkiv, Sumy e Mariupol, nonché su richiesta personale del presidente francese Emmanuel Macron al presidente russo Vladimir Vladimirovich Putin, le forze armate russe annunciano il cessate il fuoco per scopi umanitari dalle 10 del 7 marzo 2022 e l’apertura di corridoi umanitari“, si legge in un comunicato citato dalla Ria Novosti.
Alcuni corridoi sembrano comportare l’evacuazione di civili ucraini verso città russe e la Bielorussia, segnala il Guardian. Secondo informazioni pubblicate dall’agenzia Ria Novosti, il corridoio da Kiev, ad esempio, porterà verso la Bielorussia e da Kharkiv i civili avranno un solo corridoio verso la Russia. Da Mariupol e Sumy i corridoi porteranno verso alle città ucraine e la Russia. Secondo il ministero della Difesa russo, da Kiev si potrà essere trasportati anche in aereo in Russia.
Durante il cessate il fuoco, la Russia controllerà l’evacuazione dei residenti dalle città dell’Ucraina con l’aiuto di droni, si legge nella dichiarazione. “Avvisiamo che tutti i tentativi da parte ucraina ancora una volta di ingannare la Russia e l’intero mondo civile interrompendo l’operazione umanitaria, adducendo la colpa alla Russia, questa volta sono inutili e privi di significato”, ha affermato il quartier generale.
Mosca ora attende azioni concrete da Kiev, oltre che dalla dirigenza delle città in questione. La decisione della Russia è stata comunicata alle strutture competenti dell’Onu, dell’Osce, del Cicr e di altre organizzazioni internazionali attraverso tutte le risorse informative disponibili, compresi i media. “Chiediamo che la parte ucraina soddisfi rigorosamente tutte le condizioni per la creazione di corridoi umanitari nelle direzioni sopra menzionate e garantisca un ritiro organizzato di civili e cittadini stranieri”, si aggiunge nel comunicato.
“La Russia ha annunciato che domani bombarderà le imprese legate alla difesa. La maggior parte di esse sono nelle nostre città, circondate da civili. E’ un omicidio, semplicemente un omicidio. E non ho visto nessun leader mondiale reagire oggi, nessun politico occidentale”. A dichiararlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato dal Kiev Independent.
“Pensate al senso di impunità che hanno gli occupanti, tale da far loro annunciare le loro atrocità con un preavviso! Tutto questo perché non c’è reazione. Non una parola. Spero che lo vedrete domani e reagirete. L’audacia dell’aggressore è un chiaro segnale per l’Occidente del fatto che le sanzioni imposte non sono sufficienti. Non potete nascondervi da questa realtà. Non potete nascondervi dai nuovi omicidi in Ucraina”.
“Siamo pronti a discutere di alcuni modelli non Nato. Ad esempio, potrebbero esserci garanzie dirette da diversi paesi come Stati Uniti, Cina, Regno Unito, forse Germania e Francia. Siamo aperti a discutere di queste cose in una cerchia più ampia, non solo nelle discussioni bilaterali con la Russia, ma anche con altri partner”. Ad affermarlo ai microfoni di ‘FoxNews’ è uno dei membri della squadra negozia ucraina, David Arakhamia. “La risposta che stiamo ricevendo dai paesi della Nato – sottolinea – è che non sono nemmeno pronti a discutere di averci nella Nato, non prima nella migliore delle possibilità di 5 o 10 anni”.
Alla vigilia della ripresa delle trattative, Arakhamia spiega che “le uniche parti su cui è quasi impossibile mettersi d’accordo sono la Crimea e le cosiddette repubbliche che la Russia intende riconoscere come indipendenti. Questo non è accettabile per società ucraina. E non si tratta dei politici, ma degli ucraini che non lasceranno mai che ciò accada. Questa è la sfida principale e, onestamente, non sappiamo ancora come superare questi ostacoli”.
Netflix ha sospeso il suo servizio in Russia per protestare contro l’invasione russa dell’Ucraina. Lo riferiscono i media statunitensi. All’inizio di questa settimana, il servizio di streaming aveva annunciato che avrebbe sospeso tutti i progetti futuri e le acquisizioni dalla Russia, unendosi a un elenco crescente di società che hanno tagliato i legami con il paese. Ora, l’azienda compie un ulteriore passo annunciando la chiusura completa del servizio. “Date le circostanze abbiamo deciso di sospendere il nostro servizio in Russia”, ha spiegato un portavoce di Netflix.