PALERMO – Promuovere e favorire l’interazione tra pari e i processi di inclusione sociale ed interculturale tramite il calcio. Con questa stella polare da seguire si è svolta lunedì 18 novembre a Palermo la presentazione di Progetto Rete! 2020, l’iniziativa promossa dalla FIGC con la collaborazione del ministero dell’Interno e l’Anci e con il supporto di Eni e Puma, rivolta ai minori stranieri accolti nei centri Sprar/Siproimi del nostro Paese.
Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è entrato così in sinergia con le società sportive dilettantistiche dei territori coinvolti, con i partner istituzionali e gli sponsor del progetto riuscendo dal 2015 a mettere in campo 2000 giovani stranieri.
All’edizione 2018-2019 hanno aderito 49 progetti Sprar e complessivamente 560 ragazzi di 13 differenti regioni italiane. Numeri e obiettivi condivisi da una platea diversificata e qualificata che lunedì 18 novembre ha dato il proprio contributo alla conferenza stampa. Presenti in qualità di relatori, il presidente della Federazione Gabriele Gravina, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente del settore giovanile e scolastico, Vito Tisci.
Ad aprire i lavori il primo cittadino della città siciliana, che ha ribadito l’importanza dell’attività. “Sono grato al mondo del calcio per tutto quello che stiamo cercando di fare per quanto riguarda l’integrazione – ha sottolineato il presidente della FIGC Gabriele Gravina – Abbiamo scoperto quanto sia importante un’altra dimensione del nostro mondo: un livello che ci porta a visionare ancor di più un liberalismo. Dal progetto Rete ho imparato molto. Ho capito che è importante saper donare qualcosa perché poi qualcosa ci ritorna e ci arricchisce. Ringrazio la città di Palermo dove quest’anno stiamo portando una serie di eventi legati alla solidarietà e alla fraternità”.
Entrando nel merito dell’attività pratica e della conseguente fraternità, presso i progetti Sprar partecipanti sono stati avviati degli interventi di carattere tecnico, formativo ed educativo sviluppati dai Coordinamenti regionali del settore giovanile scolastico. Nelle strutture che hanno deciso di aderire al progetto si sono svolti allenamenti con cadenza settimanale sotto la guida dei tecnici FIGC del territorio. Al termine delle attività tecniche regionali è stato organizzato un torneo finale tra tutti gli Sprar partecipanti quale conclusione dell’attività tecnica.
La sinergia con le società sportive del territorio ha consentito una notevole partecipazione di ragazzi italiani tesserati, favorendo lo sviluppo di attività miste nel corso delle fasi regionali, delle tappe interregionali e del raggruppamento nazionale e il tesseramento di diversi ragazzi stranieri per le medesime società.
Sul fronte della comunicazione il progetto ha visto nascere e crescere un docufilm sul percorso sportivo e sociale di uno dei protagonisti, un racconto dettagliato delle varie fasi del progetto, un focus sulle sei squadre finaliste.
Lo scorso anno, come anticipato, il Progetto ha interessato 49 centri Sprar/Siproimi ed è stato articolato attraverso le fase di allenamento in loco, le successive tappe di gioco disputate presso i Centri Federali Territoriali di Palermo, Gela, Milano, Casalnuovo di Napoli e Noicattaro, e la fase nazionale che ha avuto luogo a Bologna.
Vito Tisci, presidente del Settore Giovanile e Scolastico, ha mostrato tutta la sua soddisfazione: “Il progetto Rete è una delle migliori iniziative migliori della FIGC, in grado di favorire uno sviluppo in termini formativi e di impatto sul territorio. La Sicilia è la regione più presente in questo progetto, in questi anni i risultati sono stati motivo di grande soddisfazione e testimoniano la validità del progetto. Un grandissimo numero di partecipanti ha trovato la propria collocazione all’interno del campo sociale”.
Sicilia, dunque, protagonista con la partecipazione di ben sette province alle fasi interregionali e con l’accesso alla fase nazionale di Milazzo e Caltanissetta. Accanto ad un livello tecnico e di gioco dei partecipanti in crescita, l’equipe segnala un miglioramento comportamentale e di fair-play dei ragazzi ed è forse proprio questa la conquista più grande dell’iniziativa.

