Il prefetto Sammartino sospende Pogliese da sindaco di Catania - QdS

Il prefetto Sammartino sospende Pogliese da sindaco di Catania

redazione web

Il prefetto Sammartino sospende Pogliese da sindaco di Catania

venerdì 24 Luglio 2020

Il Comune, "L’esercizio delle funzioni di primo cittadino, pertanto, vengono temporaneamente affidate al vice sindaco Roberto Bonaccorsi". I commenti delle avverse parti politiche sulla condanna per peculato di Pogliese

La notizia è stata battuta dalle agenzie alle 14.32: “Il prefetto di Catania, Claudio Sammartino, ha disposto la sospensione di diritto dalla carica per diciotto mesi del sindaco del capoluogo etneo, Salvo Pogliese, in applicazione della legge Severino”.

Il primo cittadino – che è anche commissario regionale di Fratelli d’Italia – , è stato condannato ieri a quattro anni e tre mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici del primo cittadino per peculato continuato nel processo per le cosiddette spese pazze dell’Assemblea regionale siciliana.

Poco dopo le 18, il Comune di Catania ha inviato una nota in cui era scritto: “L’esercizio delle funzioni di primo cittadino, pertanto, ai sensi della legge vigente, vengono temporaneamente affidate al vice sindaco Roberto Bonaccorsi”.

Catania è dunque senza un sindaco. Si dovrà adesso vedere se a reggere l’Amministrazione per un anno e mezzo sarà il vicesindaco Roberto Bonaccorsi o se si andrà ad elezioni.

I commenti sulla condanna di Pogliese

“Si rispetta sempre ogni sentenza, ma proprio il rispetto delle sentenze e dello Stato di diritto mi impone di augurare a Salvo Pogliese, con l’amicizia di sempre, di poter il prima possibile vedere riconosciute le proprie ragioni”.

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando

“Pogliese – ha ricordato Musumeci – si è speso con affetto per la propria città, senza pensare un solo istante a lasciare il Parlamento Europeo per immergersi in una difficile impresa. Oggi la Città sta affrontando un percorso di risanamento, al quale il Governo della Regione non ha fatto mai mancare il proprio sostegno”.

M5S, ora opportuno un passo indietro di Pogliese

Di parere opposto il M5s: gli esponenti istituzionali catanesi del Movimento – deputati europei, parlamentari, senatori, deputati regionali e consiglieri comunali e di municipalità – affermano “La condanna di un Sindaco per un reato così grave e per la gestione non corretta di soldi pubblici, quindi dei cittadini, non può rappresentare una comunità importante e prestigiosa come quella catanese e potrebbe essere più opportuno, in attesa dell’appello e di nuovi gradi di giudizio, un passo indietro da parte del Sindaco, dando la parola agli elettori”.

I deputati regionali del M5S parlano della condanna come “ultimo triste tassello a coronamento di una gestione fallimentare e miope della città” e di una amministrazione “che ha puntato a galleggiare più che a governare”.

Di “scenari preoccupanti per la città, visto che si arriverà alla sospensione dalla carica, secondo quanto stabilito dalla legge Severino” ha parlato la deputata catanese pentastellata Maria Laura Paxia.
“Adesso – ha concluso – ci aspettiamo da Pogliese una presa di coscienza e che quindi si dimetta al più presto da sindaco per dare alla nostra città una nuova guida politica che merita”.

“I cittadini di Catania – ha chiosato il portavoce pentastellato alla Camera Eugenio Saitta – meritano un amministratore al sopra di ogni sospetto”.

Barbagallo (Pd), gli auguro di dimostrarsi estraneo, ma si dimetta

Diverso il ragionamento politico del segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo.

“Augurando a Salvo Pogliese di potere dimostrare la propria estraneità nei successivi gradi di giudizio – ha dichiarato l’esponente dem -, lo invito a dimettersi subito da sindaco: Catania non può restare senza una guida per diciotto mesi, visto che scatterà la sospensione dalla carica per effetto della legge Severino”.

“In tempi non sospetti – ha ricordato Barbagallo – avevamo parlato di mossa scellerata del centrodestra nel candidare Pogliese, sul quale pendeva questo processo, a sindaco di Catania. Le sue dimissioni immediate da sindaco sarebbero un vero atto d’amore e riconoscenza verso Catania, che versa in condizioni economiche e finanziarie disastrose, con mille emergenze irrisolte e necessita di una guida autorevole e sicura: non possiamo che restituire la parola ai catanesi e scegliere subito un nuovo primo cittadino”.

Salvo Pogliese, una condanna ingiusta

“Non posso nascondere enorme amarezza e grande delusione – ha commentato dal canto suo Salvo Pogliese – per una sentenza che trovo assolutamente ingiusta, ma da uomo delle istituzioni la devo accettare e rispettare”.

“Nella mia vita – ha aggiunto – mi sono sempre comportato da persona perbene e onesta interpretando i ruoli che i catanesi e i siciliani mi hanno affidato, con grande generosità, passione e infinito amore per la mia terra e per la mia Catania a cui sono visceralmente legato. Lo stesso amore che due anni fa mi ha portato a lasciare un prestigioso ruolo al parlamento europeo per servire la mia città (in dissesto e con 1.580.000 di euro di debiti ereditati), con una contestuale decurtazione della mia indennità dell’ottanta per cento e rinunziando alle tutele giuridiche che quel ruolo mi avrebbe garantito”.

“L’ho fatto – ha sottolineato Pogliese – perché sono assolutamente certo della mia correttezza etica e morale. Ho affrontato il processo con grande dignità, con documenti alla mano, e con decine di testimoni che hanno puntualmente confermato la correttezza del mio operato e l’assoluta ‘unicità’ di chi ha anticipato ingenti risorse personali per pagare gli stipendi e il tfr dei dipendenti del proprio gruppo parlamentare e le spese di funzionamento, cosa mai accaduta all’Ars e in qualsiasi altro parlamento”.

“Prendo atto con grande delusione – ha concluso – che ciò non è bastato a convincere chi doveva giudicarmi. Auspico che l’appello a questa ingiusta sentenza sia quanto prima, affinché possa finalmente trionfare la giustizia e si possa dare la giusta rivincita a chi da oltre trent’anni, insieme a tanti amici e simpatizzanti, è stato sempre in prima linea per i valori dell’etica e della morale pubblica”.

Il centrodestra difende Salvo Pogliese

“Conosco Salvo Pogliese dal primo giorno in cui è iniziata la mia militanza politica. Lo sciacallaggio di alcune dichiarazioni è come sempre indegno e qualifica la pochezza intellettuale di chi pensa che il legislatore sia dislessico o che le leggi non vadano sempre rispettate” ha dichiarato, in difesa del sindaco di Catania, l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza (DiventeràBellissima).

Di “comunicati stampa indecenti contro il sindaco del risanamento Salvo Pogliese” ha parlato Fabio Cantarella, vicesegretario regionale della Lega Nord in Sicilia e assessore della Giunta Pogliese.

“Sappiamo tutti – ha aggiunto – che quando era all’Ars ha semplicemente recuperato parte delle somme anticipate per pagare stipendi e tfr ai dipendenti del gruppo”.

“Fin dall’inizio siamo stati al fianco del sindaco Salvo Pogliese, l’uomo giusto per giocare e vincere la sfida del rigore, del risanamento e del rilancio della città di Catania. Al sindaco e all’uomo Pogliese va tutto il convinto sostegno di Forza Italia a Catania e provincia” ha detto Marco Falcone, commissario di Forza Italia a Catania e provincia.

Catanoso, la Severino è incostitizionale

Basilio Catanoso, compagno di partito di Salvo Pogliese, parla di “una incredibile condanna e di conseguenze legate a una legge incostituzionale come la Severino, palesemente in violazione dell’articolo 27 della Costituzione (riconosce sino al terzo grado la presunzione di innocenza)”.

“Le condanne – ha aggiunto – sono, pertanto, tali al terzo grado di giudizio e siamo certi che già in appello verrà riconosciuta la piena estraneità di Pogliese, ‘reo’ di aver anticipato denaro proprio al gruppo di appartenenza, e averne ripresa una parte, restando comunque creditore di una somma ingente”.

Il rappresentante di Fratelli d’Italia ha poi attaccato il segretario del Pd Barbagallo affermando, “voglio tranquillizzare chi parla di una Catania che rischia di rimanere ‘acefala’: a differenza loro, il nostro non è il progetto di un singolo, ma un’amministrazione corale, la cui azione di risanamento proseguirà senza indugio. Si vada avanti, come prevede la legge, rispettando il mandato popolare, in attesa di rivedere il Sindaco fra pochissimi mesi al proprio posto, quello deciso dai cittadini catanesi”.

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