Conte, "Mi dimetto", la parola al presidente Mattarella - QdS

Conte, “Mi dimetto”, la parola al presidente Mattarella

Raffaella Pessina

Conte, “Mi dimetto”, la parola al presidente Mattarella

martedì 20 Agosto 2019

Oggi le consultazioni. Ieri le durissime accuse contro Salvini che avrebbe agito per “interessi personali” e di partito. Il leghista ha risposto baciando il rosario e rispondendo, “Rifarei tutto”. COSA ACCADE ORA

Oggi è il giorno delle consultazioni, dopo che la crisi di governo è stata ufficializzata ieri a Palazzo Madama dal premier Conte: a partire dalle 16 la parola passa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ieri Conte, nella sua relazione davanti al Senato, ha recitato un vero e proprio “j’accuse” nei confronti di Matteo Salvini, leader della Lega, sul quale ha rovesciato una sequela di critiche rimettendo alla fine il mandato nelle mani del presidente della Repubblica.

Un seduta quella a Palazzo Madama, tumultuosa, con applausi, contestazioni e cartelli che puntualmente vengono strappati dalle mani di parlamentari dei banchi della sinistra.

I

“Se tu avessi accettato di riferire qui in Senato sulla vicenda russa – ha detto – , vicenda che oggettivamente merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale, avresti evitato al tuo presidente del Consiglio di presentarsi al suo posto rifiutandoti per giunta di condividere con lui le informazioni di cui sei in possesso”.

Discorso dai toni durissimi, quello di Conte. “In coincidenza dei più importanti Consigli Europei cui ho preso parte non sei riuscito a contenere la foga comunicativa – ha proseguito Conte – creando un controcanto politico che ha generato confusione, non ha giovato al tuo prestigio e all’autorevolezza del Paese”.

Tra le accuse rivolte al leader del Carroccio anche quella di aver invaso le competenze di altri ministri: “Hai criticato singoli ministri quando io stesso ti avevo pregato, all’indomani delle elezioni europee, di riferirmi privatamente e riservatamente qualsiasi riflessione sulla composizione della squadra di governo”.

Dalla relazione di Conte insomma è emersa un’insofferenza che evidentemente covava da mesi.

Il premier non ha risparmiato critiche a Salini neanche sul fronte dell’uso di simboli religiosi: “Questa la ammetto, non te l’ho mai riferita. Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare di accostare accanto agli slogan politici i simboli religiosi”.

Conte ha anche accusato Salvini di aver agito per “interessi personali” e di partito: “Le scelte compiute, i comportamenti adottati in questi giorni dal ministro dell’Interno rivelano scarsa responsabilità e grave carenza di cultura istituzionale”. “Quando si assumono incarichi rilevanti e si sottoscrive un contratto di governo – ha proseguito ancora Conte – si assumono specifici doveri e responsabilità nei confronti dei cittadini e dello Stato che non è possibile abbandonare alla prima occasione utile”.

Salvini, per tutta la durata dell’intervento, è rimasto seduto al fianco del Presidente del Consiglio, scuotendo più volte la testa in segno di diniego, per poi spostarsi, decidendo di “rispondere” dai banchi della Lega e non da quelli del Governo.

“Rifarei tutto quello che ho fatto – ha detto Salvini – ho la grande forza di essere un uomo libero, che vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani. In quest’aula ci sono donne e uomini liberi e uomini e donne meno liberi: chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è uomo o donna libero. è il sale della democrazia”.

Salvini si è difeso dispiacendosi, ironicamente, che Conte abbia dovuto malsopportare i suoi atteggiamenti. “A proposito di interessi di partito, a me non è mai capitato di parlare con Merkel chiedendo consigli per come vincere la campagna elettorale perché Salvini ha chiuso i porti…”, ha detto: una frecciatina che Matteo Salvini ha riserva all’ormai ex premier, ricordando il video rubato del caffè tra il premier e la cancelliera tedesca.

“Ho chiuso i porti, l’ho fatto e lo rifarò: in Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare”, ha aggiunto Salvini. Ed infine ha aperto al M5s: “La via maestra è quella delle elezioni, ma se volete andare avanti noi ci siamo: tagliamo i parlamentari e poi andiamo a votare. Se poi uno volesse metterci una manovra economica coraggiosa, ci siamo. Se invece volete governare con Renzi, Boschi e Lotti, auguri e auguri agli italiani”.

Quel che è stato sottolineato dai giornali di tutto il mondo è che durante tutta la seduta Salvini ha continuato a contorcersi sullo scranno facendo smorfie e baciando un rosario.

IL CALENDARIO DELLE CONSULTAZIONI

Ecco dunque il calendario delle consultazioni

Mercoledì 21 agosto 2019

  • Il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, verrà sentito telefonicamente.
  • ore 16.00 presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
  • ore 16.45 presidente della Camera dei deputati Roberto Fico
  • ore 17.30 Gruppo parlamentare “per le autonomie (Svp-Patt,Uv)” del Senato 
  • ore 18.00 Gruppo parlamentare Misto del Senato
  • ore 18.30 Gruppo parlamentare Misto della Camera dei deputati
  • ore 19.00 gruppo parlamentare “Liberi e uguali” della camera

Giovedì 22 agosto 2019

  • ore 10.00 gruppi parlamentari “Fratolli d’italia” del Senato e della Camera dei deputati
  • ore 11.00 gruppi parlamentari “Partito democratico” del Senato e della Camera
  • ore 12.00 gruppi parlamentari “Forza italia – Berlusconi presidente” del Senato e della Camera
  • ore 16.00 gruppi parlamentari “Lega-Salvini premier” del Senato e della Camera dei deputati
  • ore 17.00 gruppi parlamentari “Movimento 5 stelle” del Senato e della Camera

COSA PUO’ AVVENIRE ADESSO

In molti si chiedono cosa possa avvenire adesso, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte.

Oltre all’ipotesi “giallorossa” di una coalizione tra il Movimento cinque stelle e il Pd, con la probabile adesione di formazioni di sinistra come Leu, ce ne sono altre.
Contro l’alleanza tra grillini e dem lavorano Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che verrebbero spazzati via da un simile accordo, auspicato invece da molti nel Movimento e in particolare da coloro i quali sono vicini al presidente della Camera Roberto Fico.

Il patto potrebbe diventare giallo-rosso-azzurro con l’ingresso di Forza Italia per un “patto di legislatura” del quale ha parlato Romano Prodi.

C’è poi l’ipotesi di un governo istituzionale con Mattarella come garante, che consenta di non andare subito alle urne creando ulteriori problemi al Paese, già provato da quanto avvenuto negli ultimi mesi. Un governo istituzionale consentirebbe di coinvolgere tutti o quasi e affrontare le emergenze che attendono l’Italia.

Mattarella potrebbe proporre anche un governo tecnico, come tentò di fare con Carlo Cottarelli. E uno dei nomi fatti è quello dell’ex presidente dell’Anac Raffaele Cantone.

Meno accreditate le ipotesi di un’alleanza bis tra Leghisti e grillini, di un “governo di scopo” che voti la manovra economica per poi andare alle urne, e infine quello, piuttosto improbabile, di un governo di minoranza dei pentastellati.

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