Ambiente

Il presidente Arena e il sogno di un Parco dell’ Alcantara senza inquinamento e fruibile da tutti

“Non ci limiteremo a un rafforzamento della tutela dell’habitat naturale, ma proveremo a sviluppare una nuova visione del Parco come volano economico, ovviamente compatibile, per tutto il territorio”.

Lo afferma Giuseppe Arena – avvocato, 51 anni e un passato da deputato regionale e vicesindaco di Catania – da giugno nominato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci presidente di quel Parco Fluviale dell’Alcantara, istituito dalla Regione siciliana nel maggio del 2001, stretto tra Nebrodi, Peloritani e il massiccio vulcanico dell’Etna.

Il Parco comprende dodici comuni: dalla montagna al mare Randazzo, Roccella Valdemone, Malvagna, Mojo Alcantara, Motta Camastra, Castiglione di Sicilia, Francavilla, Graniti, Gaggi, Calatabiano, Giardini Naxos e Taormina.

Un territorio di straordinaria bellezza sotto il profilo naturalistico, noto in tutto il mondo per le sue Gole, che, scavate dal fiume nella colata di un cono eccentrico dell’Etna, mostrano una struttura petrografica affascinante, il basalto colonnare.

Il fiume Càntara – scriveva nel Seicento lo storico locale Anton Giulio Filoteo degli Omodei – passa per un tratto cupo e stretto formato da certi gran massi tagliati dalla natura, che chiunque vi mira pone spavento per l’immensa ed oscura profondità”.

Le Piccole e le Grandi Gole sono inserite anche nell’elenco degli itinerari del Parco fluviale, insieme con le Gurne, le Rive, i sentieri di Castiglione, del Castello di Calatabiano, delle Rive del fiume, di Montagna Grande e di Monte Mojo. Altre lave affascinanti sono quelle di contrada Melicocchita.

Va sottolineato che il termine Alcantara deriva dall’arabo Al Quantarah, che significa “il ponte”, una titanica opera romana che gli arabi si trovarono davanti quando conquistarono la Sicilia e che serviva a scavalcare il fiume chiamato dai greci Akesine, consentendo di proseguire, tra valli e monti, lungo la strada da Messina a Palermo.

Così nella Valle dell’Alcantara si trovano anche meraviglie archeologiche, architettoniche, artistiche e monumentali. A cominciare dal Teatro antico di Taormina e dall’area archeologica e al Museo di Storia Naturale di Naxos. Per proseguire con il Castello di Calatabiano e il Castel Leone di Castiglione, il Convento dei Frati minori e Palazzo Cagnone con l’Antiquarium di Francavilla, i Musei Archeologico, quello di Scienze naturali e quello dei Pupi di Randazzo.

Ricchezze che – come sottolineato da Musumeci una decina di giorni fa in un incontro nel Palazzo Orleans con i neo presidenti dei quattro Parchi naturali regionali e l’assessore all’Ambiente Totò Cordaro – devono essere utilizzate a beneficio del territorio.

Ma non è facile visto che, per esempio, il Parco Fluviale dell’Alcantara, da sempre sotto gestione commissariale – tranne nel 2012-2013 sotto la presidenza di Bruno De Vita -, ha un “arretrato storico” da recuperare.

“Con Carlo Caputo, Angelo Merlino e Domenico Barbuzza – ha detto Giuseppe Arena -, presidenti rispettivamente dei Parchi dell’Etna, delle Madonie e dei Nebrodi, stiamo lavorando in grande sinergia e in stretto contatto con l’assessore Cordaro creando una rete tra i nostri territori. Cordaro, infatti, ha sposato pienamente questa nuova visione strategica e moderna del ruolo dei Parchi. Già l’incontro tra i presidenti è stato un fatto storico, inoltre il risultato concreto è stata l’elaborazione di proposte condivise. C’è dunque una nuova visione dei Parchi che parte da un’ottica strategica molto interessante perché unitaria. Musumeci ha condiviso questa nostra visione tanto che parlava di realizzare per i visitatori materiale illustrativo unico, con un’unica mappa”.

– Cosa va detto in particolare sul Parco Fluviale dell’Alcantara?

Essendomi insediato da pochissimo, ho stabilito di affrontare prima di tutto le emergenze, come la prevenzione del rischio incendi per quanto nelle nostre possibilità e competenze. Già ci siamo confrontati con la Regione e abbiamo invitato i sindaci dei dodici Comuni a emanare ordinanze per un rigoroso controllo del territorio. Cercheremo poi di dare concretezza a una splendida idea del presidente Musumeci: istituire la figura del guardaparco. Una vigilanza non armata, un costante monitoraggio del territorio sarebbe fondamentale per risolvere il grande problema degli incendi. La Sicilia è la regione italiana più colpita dal fenomeno degli incendi boschivi, spesso appiccati da criminali o folli piromani. E poiché il numero di Guardie Forestali è assolutamente insufficiente, abbiamo necessità di ricevere dal territorio un aiuto concreto, attingendo dal volontariato, ambientalista e non. Si pensa a una figura di guardaparco unica, non parco per parco. Un progetto molto ambizioso del quale, come detto, ci ha parlato il Governatore e che sposo pienamente.

– E l’inquinamento delle acque?

La nostra mission è quella di salvaguardare principalmente il fiume Alcantara, l’Akesine dei Greci, cinquanta chilometri di paradiso che non può e non deve essere inquinato. Mi sono state segnalate delle criticità, così, con il coinvolgimento del territorio e la creazione di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati, intendiamo accendere i riflettori su questa problematica. Già domani avrò un incontro con i sindaci del Parco Fluviale e dal giorno seguente è mia intenzione istituire una vera e propria task force. Questa opererà prima fotografando la situazione, poi, con il coinvolgimento di tutti a cominciare dal Presidente della Regione e dell’Assessore al Territorio, saranno studiate le soluzioni. L’obiettivo è favorire una cultura dell’Ambiente sul territorio difendendo quel bene prezioso che è l’Alcantara. Bisogna ricordare che l’inquinamento del fiume causa gravissimi danni anche al mare. Insomma, bisogna lavorare sulle coscienze. Soprattutto dei giovani, ma non solo.

– E l’idea del volano economico?

Lavoreremo per la prossima stagione estiva, ovviamente, visto che non ci sarebbero i tempi. La mia idea è quella di effettuare innanzitutto un ulteriore censimento dei tantissimi luoghi magici di questa valle così ricca di storia, con una Natura lussureggiante e con monumenti straordinari. Dopo aver individuato tutti questi siti, studieremo come fare in modo di renderli fruibili e attrattivi. Fruibili realizzando le strutture ecocompatibili necessarie, attrattivi creando una specifica offerta culturale e di spettacoli che possa consentire ricadute sul territorio in termini sia d’immagine, sia, più prosaicamente, economiche, attraverso un incremento delle presenze turistiche.

– A quale obiettivo puntate?

Il grande obiettivo è quello di far sì che il tempo di permanenza medio del turista nell’area del Parco Fluviale sia raddoppiato se non addirittura triplicato. Potranno così lavorare piccole e grandi strutture ricettive e poi ristoranti e trattorie, produttori di specialità enogastronomiche e artigiani. Punteremo in particolare sui Siciliani: vorrei poterli portare qui nel Parco fluviale almeno per mezza giornata. Se ne innamorerebbero.

– Quali strategie pensate di utilizzare?

Pensiamo per esempio, visto il boom del cicloturismo, di studiare una grande pista ciclabile all’intero del Parco. Pensiamo poi al marchio di qualità dei prodotti della Valle dell’Alcantara, che dev’essere rilanciato e ben veicolato, pensiamo a percorsi del gusto, enogastronomici. Ci sono qui straordinari prodotti: dalle noci di Motta Camastra alle pesche di Mojo Alcantara, dalle ciliege di Graniti alle nespole di Calatabiano. E poi le squisite conserve, gli ottimi oli provenienti dagli uliveti della Valle, per non parlare degli straordinari vini dei territori di Randazzo e Castiglione di Sicilia. C’è tantissimo da fare sotto il profilo del marketing territoriale.

– Chi pensate di coinvolgere in questo processo?

L’intero tessuto sociale della Valle dell’Alcantara, a cominciare dagli imprenditori. Ma in questo grande brain storming è mia intenzione coinvolgere, per esempio, le associazioni ambientaliste, i club service, i volontari, senza dimenticare i giovani e quell’enorme patrimonio rappresentato dagli anziani, le radici della nostra Cultura.