Impatto Covid-19 sull’economia, è Palermo a pagare il prezzo più alto - QdS

Impatto Covid-19 sull’economia, è Palermo a pagare il prezzo più alto

redazione

Impatto Covid-19 sull’economia, è Palermo a pagare il prezzo più alto

martedì 23 Giugno 2020

Per le imprese del capoluogo siciliano perdita di fatturato nel 2020 tra i 3,7 e i 5 miliardi. Studio Cerved ipotizza per la Città metropolitana emorragia occupazionale: -33.126 addetti

di Oriana Sipala

ROMA – Che l’emergenza da Covid-19 non sia solo sanitaria, lo dicono i numeri dell’economia. Secondo uno studio realizzato da Cerved per Anci, la perdita di fatturato che potrebbero subire le imprese delle 14 città metropolitane del Paese oscilla tra i 244 e i 321 miliardi di euro nel biennio 2020-21, a seconda dell’evoluzione del contagio.
Cerved ha infatti ipotizzato due diversi scenari, uno soft (o di base) e uno pessimistico, in base ai quali ha quantificato le possibili perdite economiche.

Lo scenario soft è quello di un graduale ritorno alla normalità a partire già dal maggio 2020, seppure in presenza di misure restrittive finalizzate al contenimento dell’epidemia; lo scenario pessimistico, invece, è quello che vede la persistenza di una situazione emergenziale fino alla fine del 2020, in cui si contempla anche l’eventualità di nuovi periodi di lockdown.
In base allo scenario soft, le città metropolitane registrerebbero nel 2020 una perdita dei ricavi pari all’11,8%, con un rimbalzo nel 2021 del 10,2%, che comunque non riporterebbe i fatturati ai livelli del 2019, chiudendo la partita con un -2,8%. Nel caso in cui la realtà si avvicini più allo scenario pessimistico, la caduta dei ricavi nel 2020 sarebbe del 16,4%, con un gap complessivo, tra il 2019 e il 2021, del -4,3%.

La città più colpite sono Milano, Roma e Torino, dove, stando allo scenario di base, si registrerebbero perdite di fatturato pari rispettivamente a 74 miliardi, 63,2 miliardi e 25,9 miliardi di euro. Stando invece allo scenario pessimistico, le perdite sarebbero rispettivamente di 97,6 miliardi, 82,4 miliardi e 33,9 miliardi di euro. Le tre città metropolitane dell’Isola, purtroppo, non saranno risparmiate dalla crisi. A Palermo si prevede, per le imprese del territorio, una perdita di 3,7 miliardi di euro stando allo scenario di base (-12%), e di 5 miliardi di euro stando allo scenario pessimistico (-17,1%). Nonostante la previsione di un recupero dell’economia nel 2021, i numeri rispetto al 2019 manterrebbero comunque il segno meno (-3,3% secondo lo scenario di base e -5,7% secondo il pessimistico). A Catania la perdita di fatturato prevista nel 2020 può oscillare, a seconda dello scenario, fra i 3,4 miliardi di euro (-9,4%) e i 4,4 miliardi di euro. (-13,2%). Il biennio 2019-2021 si chiuderebbe quindi con un calo de può variare tra il -2,4% e il -3,7%. Messina, infine, potrebbe perdere tra 1,5 miliardi di euro (-12,4%) e 2 miliardi (-17,7%). La flessione, nel biennio 2019-2021, oscillerebbe dunque tra il -3,4% e il -5,4%.

Anche in termini occupazionali, sono moltissimi gli addetti che appartengono a quei settori in cui la crisi da covid-19 ha un impatto molto forte: 17.488 a Messina (ovvero il 41% del totale degli addetti nella città metropolitana), 33.126 a Palermo (33,2%), 31.276 a Catania (30,5%).
I settori più colpiti, poi, variano da territorio a territorio. A Palermo il settore che, secondo il Cerved, sembra destinato a soffrire di più gli effetti della crisi è quello dei trasporti marittimi, per il quale si prevede, nel biennio 2020-21, una perdita di 0,8 miliardi di euro. Seguono il settore di concessionari di autoveicoli e motocicli (-0,4 miliardi) e di gestione delle autostrade (-0,1 miliardi).

Per quanto riguarda invece la città metropolitana di Catania, il settore per il quale si prevede una maggiore sofferenza è quello della microelettronica e dei componenti elettronici (-0,3 miliardi), seguito dagli autotrasportatori (-0,3 miliardi) e dal settore dei concessionari di autoveicoli e motocicli (-0,2 miliardi). Per finire, a Messina gli alberghi sembrano essere il settore più colpito (-0,2 miliardi), seguito dalla raffinazione di prodotti petroliferi (-0,2 miliardi) e dall’edilizia (-0,1 miliardi).

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