In Sicilia ventiduemila operai forestali, la metà di tutta Italia, uno ogni diciassette ettari di bosco - QdS

In Sicilia ventiduemila operai forestali, la metà di tutta Italia, uno ogni diciassette ettari di bosco

Rosario Battiato

In Sicilia ventiduemila operai forestali, la metà di tutta Italia, uno ogni diciassette ettari di bosco

giovedì 13 Febbraio 2020

Ma intanto l’Isola che dovrebbe essere la regione più controllata del Paese è quella con il maggior numero di incendi, che hanno colpito 34.221 ettari, il ventun per cento del totale nazionale. E la Commissione Ue potrebbe aprire una procedura d'infrazione. Musumeci, "Riforma in primavera". E i sindacati chiedono due contingenti di lavoratori

PALERMO – Una superficie forestale tra le più basse d’Italia a fronte di un numero di operai forestali che, tra determinati e indeterminati, risulta essere la metà del totale nazionale. I numeri del comparto forestale siciliano raccontano un’esagerata sproporzione rispetto ad altre regioni che ne hanno decisamente meno e un sistema più funzionale: la Sicilia ne ha oltre 20 mila, mentre per esempio la Lombardia, che ha il doppio della superficie forestale dell’Isola, conta appena 416 unità. A questa sproporzione si somma, va detto, il dramma di una categoria, quella degli operai forestali, ostaggio delle promesse di una politica che li ha gestiti male – la maggior parte di loro vive nell’eterno precariato, lavorando per pochi mesi all’anno – e trattati ancora peggio. Per le casse regionali è un peso non indifferente e una criticità che, a vari livelli, si trascina ormai da diversi anni.

IL PESO DEGLI OPERAI FORESTALI
A definire l’entità degli operai forestali sul bilancio regionale è stata la Corte dei Conti nella sintesi della Relazione sul rendiconto della Regione siciliana per l’esercizio 2018, pubblicata lo scorso dicembre. In particolare, la magistratura contabile evidenziava che, in riferimento al bilancio regionale, vanno ancora “considerate le spese per il personale stagionale impiegato dalle strutture periferiche del Comando Corpo Forestale della Regione e dell’ex Azienda regionale Foreste Demaniali, pari rispettivamente a 61,5 e 163,4 mln. di euro”. Si tratta di un impatto complessivo dei costi che può definirsi come “assai rilevante, nonostante si registri un calo della spesa rispetto all’anno precedente (che si attestava a 63,1 e 181,4 milioni di euro circa)”. A impiegarli sono due strutture che di fatto sono “articolazioni della Regione, i cui oneri rappresentano sostanzialmente costi del personale a carico del bilancio regionale”. E, così come denunciato nelle precedenti relazioni, di fatto il settore “sia per quanto concerne le attività antincendio che quelle della forestazione, non ha ancora trovato un definitivo assestamento, conseguibile solo attraverso una riforma organica”. Riforma che, nonostante gli annunci dei Governi regionali che si sono susseguiti, è ferma al palo, con i sindacati pronti a tornare sul piede di guerra.

Numericamente sono tantissimi, ma le cifre non spaventino perché vanno anche comprese: i 20 mila operai forestali a tempo determinato del dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, censiti dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali tramite la Direzione generale delle foreste del Mipaaf nel rapporto sullo stato delle foreste e del settore forestale 2017-2018, nei fatti non corrispondono ad altrettante unità in quanto la loro collocazione precaria è legata a determinate giornate lavorative annue. Nel 2016, quando erano circa 23 mila unità, l’assessore dell’epoca, Antonello Cracolici, aveva fatto corrispondere quella cifra iperbolica a circa 9 mila unità all’anno. A questi andrebbero poi aggiunti anche altri 1.331 operai a tempo indeterminato.

NUMERI RECORD
In ogni caso si tratta di numeri record. Tra determinati e indeterminati, sempre secondo i numeri del Mippaf, siamo di fronte a 22.226 unità, pari a circa il 50% di quanto registrato in totale in tutta Italia, dove complessivamente gli operai forestali sono 47.313. Andando in dettaglio, ci sono 1.331 operai a tempo indeterminato e 20.895 a tempo determinato, tra questi appunto coloro che lavoro 151, 101 e 68 giornate annue.

Numeri impietosi emergono nel confronto con le altre regioni: in Lombardia gli operai sono complessivamente 416 (43 indeterminati), in Toscana 449 (tutti indeterminati), in Veneto 578. Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania e Basilicata ne mettono assieme circa 42 mila su un totale di 47 mila. A questi, almeno in Sicilia, andrebbero poi aggiunti gli uomini del Corpo Forestale della Regione Siciliana che, secondo le diverse stime dei sindacati che si sono susseguite negli ultimi anni, oscillerebbero tra le 500 e le 800 unità.

POCO BOSCO TANTO PERSONALE
A pesare non è soltanto il numero esagerato di unità disponibili, ma anche il rapporto rispetto alla superficie forestale su cui dovrebbero essere impiegati. In Sicilia, stando sempre al rapporto ministeriale che cita i dati del censimento dell’Inventario forestale nazionale, con proiezioni al 2015, ci sarebbero complessivamente 381.647 ettari, che risulta essere il quattordicesimo dato nazionale per estensione, a fronte del primo posto, invece, per numero di personale impegnato per sorvegliarlo. Pur non potendo rapportare il numero complessivo di unità per superficie, considerando che tra determinati e indeterminati esiste una bella differenza, è possibile tuttavia dire che in Lombardia, ad esempio, ci sono 1.600 ettari per un operaio a tempo determinato, mentre in Sicilia sono appena 18 (17 se si considerano tutti gli operai). Anche in riferimento agli operai solo a tempo indeterminato, il divario si riduce eppure resta sin troppo evidente: 15.446 ettari in Lombardia per operaio a fronte di 286 ettari per unità in Sicilia.

REGINA DEGLI INCENDI
A fronte di questo che potrebbe sembrare un controllo capillare del territorio, in realtà la Sicilia, pur avendo in ogni caso il più elevato numero di operai forestali d’Italia, nel 2017, ha fatto registrare la più elevata superficie percorsa dal fuoco (34.221 ettari tra boscata e non boscata, pari al 21% del totale nazionale) e un numero di incendi (1.113) che la colloca sul podio nazionale, dopo Calabria e Campania, altre due regioni che, seppur in tono minore, di forestali hanno fatto incetta. Nel corso del 2019, i numeri rilasciati dal Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della Protezione civile, nell’ambito della campagna estiva anti-incendio boschivo 2019, iniziata il 15 giugno scorso e conclusa il 30 settembre, ha certificato 805 richieste di soccorso aereo, con il 40% che ha riguardato l’Isola.

RISCHIO PROCEDURA
Gli operai forestali sono da considerarsi delle vittime della vecchia politica, un sistema che elargiva piccole concessioni clientelari per mantenersi in piedi. Eppure adesso anche l’Ue è pronta a presentare il conto. Nei giorni scorsi, l’avvocato Angelo Maria Fasano ha comunicato la risposta della Commissione europea a fronte di un ricorso che avrebbe spinto verso l’apertura di una procedura di infrazione contro la Regione siciliana e lo Stato italiano. In particolare, si legge nella risposta della Commissione ai ricorrenti e citata dal legale, che Bruxelles ha esaminato la normativa italiana che disciplina l’utilizzo di una successione di “contratti a tempo determinato per i lavoratori del settore forestale che sono stati esclusi dal campo di applicazione del decreto legislativo n. 81 del 2015” e a tal proposito la “Commissione ritiene che la normativa nazionale non protegga tali lavoratori dall’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato e non è quindi conforme alla clausola 5 dell’accordo quadro”. In questo senso è stata inviata all’Italia, in data 25 luglio 2019, una “lettera di costituzione in mora”.

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Riforma bloccata, Musumeci: “Entro la primavera all’Ars”

BRUXELLES – La procedura d’infrazione avviata nel luglio 2019 dalla Commissione Ue nei confronti dell’Italia per aver abusato dei contratti a tempo determinato, in particolare nel settore dei lavoratori forestali, è “il naturale epilogo di un metodo da condannare che si è protratto per oltre 20 anni”. “Stiamo varando una riforma del settore, e complessivamente del recupero dell’ambiente, per capire come possiamo dare seguito alla messa in mora da parte dell’Ue”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ospite di un Forum Ansa in diretta da Bruxelles. Musumeci ha annunciato che “il disegno di legge potrebbe essere già pronto entro un mese. Ci stiamo lavorando portando avanti anche confronti con le organizzazioni sindacali e di categoria. Pensiamo quindi in primavera di trasmetterlo al parlamento siciliano, che poi dovrà modificarlo e approvarlo. Ma bisogna fare i conti anche con le disponibilità finanziarie – ha avvertito – perché non si tratta soltanto di modificare e adeguare la normativa, ma di assicurare la copertura delle risorse”. “È uno degli obiettivi prioritari del mio governo al quale stiamo dando seguito da diversi mesi”, ha assicurato il governatore.

I sindacati: “Creare due contingenti di lavoratori”

Gli operai forestali chiedono la stabilizzazione. Lo hanno ribadito nei giorni scorsi in occasione dell’approvazione di un documento del Coordinamento forestali che è stato convocato a Catania dal segretario generale della Uila Sicilia Nino Marino. In campo ci sarebbero 214 Comuni che hanno aderito alla richiesta del sindacato di una riforma forestale fondata sulla valorizzazione professionale dei lavoratori e sulla loro stabilizzazione. Marino ha spiegato l’importanza degli operai forestali nella gestione di un territorio ormai sempre più esposto al rischio naturale segnalando “il passaggio dalla gestione dell’emergenza alla pratica ordinaria di manutenzione e messa in sicurezza del territorio” e in tal senso rivendicano “la creazione di due soli contingenti di lavoratori: gli LTI (a Tempo Indeterminato), dove transiterebbero tutti i centocinquantunisti, e i Lavoratori con Garanzia Occupazionale di 151 giornate annue, cui destinare gli attuali centounisti e settantottisti”. Inoltre, si chiede “la possibilità di interventi pubblici in amministrazione diretta anche in aree demaniali non incluse nel patrimonio forestale e l’istituzione di una cabina di regia per la governance del settore”.

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Un commento

  1. Saro ha detto:

    I forestali sono un serbatoio di voti. Lj trovi spesso raggruppati in allegre comitive intente ad arrostire e mangiare tra i boschi mentre molto del lavoro chd andrebbe fatto rimane com’e ‘. Lavorano pochi mesi, prendono la disoccupazione per la restante parte dell’ anno, esentasse, hanno Isee basso e godono delle relative agevolazioni mentre fanno altri lavori in nero

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