Incendi, a Lipari disastro ecologico, fiamme vicino alle case - QdS

Incendi, a Lipari disastro ecologico, fiamme vicino alle case

redazione web

Incendi, a Lipari disastro ecologico, fiamme vicino alle case

martedì 01 Settembre 2020

Colpita la borgata più alta dell'isola, un vero disastro ecologico. Ancora roghi nel Palermitano. Il M5s attacca Musumeci, "i roghi non si fermano con le chiacchiere". Il Governatore in visita ad Altofonte, dove il bosco brucia ancora

La Sicilia continua a bruciare: un vasto incendio divampato nella tarda serata di ieri a Lipari, la maggiore delle isole Eolie, non è stato ancora stato estinto del tutto.

Le fiamme alimentate dal forte vento hanno interessato la zona di Quattropani, Castellaro, Madoro Monte Sant’Angelo e Varesana.

Paura tra gli abitanti e i villeggianti delle aree interessate quando le fiamme alte si sono avvicinate a delle abitazioni.

Al lavoro per domare il rogo vigili del fuoco, personale del corpo della forestale, volontari e carabinieri che hanno già avviato le indagini.

Il sospetto è che l’incendio sia stato doloso.

Le conseguenze di questo vero e proprio disastro ecologico nella borgata più alta di Lipari, saranno un fortissimo impatto sul turismo e sull’economia dell’Isola.

Ancora roghi nel Palermitano

Intanto ieri, dopo i disastri ecologici dello Zingaro e di Altofonte, non si sono fermati gli incendi in provincia di Palermo.

Diverse squadre di Vigili del fuoco e Forestale impegnati ad Altofonte e Piana degli Albanesi, sono intervenuti a Caccamo in contrada Chiusa e Canalotto, a Partinico in contrada Parrini, a Corleone, a Misilmeri a Piano Stippa e ancora a Rebottoni, in territorio di Monreale.

M5s a Musumeci, “basta chiacchiere”

Intanto il gruppo parlamentare del Movimento cinque stelle dell’Assemblea regionale siciliana intende capire quali siano le strategie adottate dalla Giunta regionale “per difendersi dalla calamità dei roghi che ogni anno inghiottono grandi pezzi di macchia mediterranea e inceneriscono aree dall’enorme valore ambientale”.

“Il tema incendi – ha affermato il capogruppo Giorgio Pasqua – dovrà essere trattato nella prima seduta d’aula. Musumeci porti piani concreti, i roghi non si fermano con le chiacchiere”.

“Non si può liquidare tutto – ha aggiunto – scaricando le colpe solo ed esclusivamente sui quei pazzi criminali dei piromani, che vanno condannati e additati al pubblico ludibrio. Ma la sensazione è che stiamo andando in guerra con le fionde, checché ne dicano l’assessore Cordaro e il presidente Musumeci”.

Soldi a Dolce & Gabbana e non per i boschi

“Paghiamo il prezzo – ha sottolineato Pasqua – di un Piano della protezione dei boschi che funziona solo se vengono assegnati i fondi europei: non ci sono soldi a sufficienza nel bilancio della Regione, che però trova i fondi per operazioni alla Dolce & Gabbana, che certo non sarebbero bastati, ma che non andavano certamente pilotati in quella assurda direzione”.

“Oltre – ha aggiunto il deputato Giampiero Trizzino – a un piano della forestazione degno di questo nome e di una riforma degli operai forestali che ne garantisca un impiego tutto l’anno. La Sicilia ha bisogno di ammodernare i suoi strumenti di prevenzione e controllo seguendo modelli più virtuosi, come quelli che si avvalgono di torrette dotate di webcam e dei droni. Ho sentito oggi il ministro dell’Ambiente Costa che si è mostrato sensibilissimo sul tema e disposto a parlarne in maniera concreta perché il tema degli incendi vale per la Sicilia, come per altre regioni che in questi mesi sono state messe in ginocchio”.

Musumeci, sopralluogo ad Altofonte

Musumeci, accompagnato dall’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro, ha preferito effettuare un sopralluogo sulle montagne di Altofonte, dove sabato scorso è divampato un vasto rogo che ha mandato in fumo quasi mille ettari di vegetazione causando l’evacuazione di quattrocento abitanti.

Il governatore, accolto dalla sindaca di Altofonte Angela De Luca e da quello di Piana Degli Albanesi Rosario Petta, ha dichiarato: “Dobbiamo trarre esperienza per potere eliminare alcune disorganizzazioni o alcuni disguidi verificatisi nelle scorse ore. I responsabili devono essere individuati e perseguiti con severità. Nel frattempo ai cittadini dobbiamo dare la sensazione che le istituzioni sono al loro fianco”.

“C’è da ricostruire – ha aggiunto Musumeci – un patrimonio di vegetazione irrimediabilmente compromesso, e capire cosa fare per evitare che sulle macerie di questa calamità se ne possono accumulare delle altre”.

Musumeci e Cordaro hanno poi raggiunto il Bosco della Moarda, duramente colpito dalle fiamme e hanno annunciato “una riunione a Palermo per approntare alcuni milioni di euro per le prime cose da fare”.

Il sindaco di Altofonte, ricostruiremo

Le Istituzioni “hanno visitato i luoghi che hanno subito questo grave attentato, dimostrando vicinanza a tutta la comunità di Altofonte” ha sottolineato su Fb il sindaco di Altofonte, Angela De Luca.

“Il presidente Musumeci – aggiunge – mi ha assicurato la celere messa in sicurezza della montagna e una presenza costante per qualsiasi esigenza. Il commissario Croce mi ha rassicurato che quest’acqua contribuirà a spegnere gli ultimi focali e a consolidare la vegetazione. Li ho ringraziati a nome di tutti noi, abbiamo perso la montagna, ma guardando a mente lucida i fatti, e tutto quello che ci circonda, possiamo rasserenarci perché non abbiamo vittime o feriti”.

Dobbiamo sperare e credere

“Ricostruiremo, c’è la faremo – ha concluso – e l’assessore Cordaro e tutto il dipartimento forestale farà in modo che nel giro di 10 anni il bosco rinasca con alberi perenni. Dobbiamo sperarlo dobbiamo crederlo e dobbiamo ottenerlo”.

Brucia ancora il bosco di Altofonte

Ma brucia ancora il bosco di Altofonte, da 72 ore di fila nonostante la pioggia e le temperature decisamente più basse.

Questa mattina sono entrati in azione due Canadair su Cozzo Ferrera la parte della montagna che ieri ha preso fuoco bruciando altri ettari di bosco.

Un vero disastro per uno dei polmoni verdi della provincia palermitana che più volte questa estate era stato preso di mira.

L’ipotesi è che incendiari hanno appiccato le fiamme in più punti nella serata di sabato quando già i Canadair non potevano più alzarsi in volo. E così per tutta la notte il fuoco si è alimentato non lasciando scampo al bosco della Moarda.

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