Incidenti, operaio Forestale muore a due mesi dalla pensione - QdS

Incidenti, operaio Forestale muore a due mesi dalla pensione

redazione web

Incidenti, operaio Forestale muore a due mesi dalla pensione

lunedì 03 Agosto 2020

Una vita da precario, a 67 anni, con un'autobotte era partito per spegnere rogo, ma il terreno ha ceduto ed è finito in dirupo. Il dirigente dell'Ispettorato, "la politica si ponga domande". Il cordoglio della Regione e le denunce dei sindacati, la rabbia del Pd

Stava percorrendo una piccola strada di campagna guidando l’autobotte per spegnere un incendio in una frazione di Messina ma il terreno ha ceduto e il mezzo è precipitato per sessanta metri in un dirupo.

L’uomo che è morto.

Si chiamava Paolo Todaro, aveva 67 anni, una moglie e una figlia e fra due mesi sarebbe andato in pensione, senza mai aver avuto un vero contratto.

Todaro era infatti un “centounista” della Forestale, lavorava cioè centouno giorni all’anno come migliaia di altri precari spesso messi all’indice sui giornali o in tv da quelli che accusano la Sicilia di avere la metà dei forestali di tutta Italia.

Il corpo di Todaro è stato recuperato ieri a tarda sera dai Vigili del fuoco e da colleghi e amici della vittima.

Secondo una ricostruzione forse il Forestale ha tentato lanciarsi fuori dal mezzo per salvarsi, ma non ce l’ha fatta.

Il dirigente dell’Ispettorato, la politica si ponga domande

Giovanni Cavallaro, dirigente responsabile dell’Ispettorato delle foreste di Messina, ha attaccato la politica che “si dovrebbe fare molte domande, per esempio perché il lavoro del forestale, molto faticoso, non è inquadrato come lavoro usurante e come mai un nostro collega lavorava a 67 anni, a due mesi dalla pensione”.

Cavallaro ha descritto Todaro come “un lavoratore instancabile che, pur dovendo andare in pensione a settembre, voleva lavorare sempre sul campo e non in un ufficio”.

“La politica – ha aggiunto il Dirigente – dovrebbe interrogarsi anche sulla demonizzazione di cui sono spesso oggetto i forestali e il loro lavoro. Molti politici hanno fatto campagne elettorali e hanno convinto l’opinione pubblica che il nostro lavoro non è indispensabile e che noi siamo dei parassiti. In verità il nostro lavoro è fondamentale per l’ecosistema e per salvare molte vite umane. Sarebbe opportuno si rivedessero questi giudizi e la politica dovrebbe intervenire per stabilizzare tanti lavoratori come Paolo”.

Il cordoglio della Regione e le denunce dei sindacati

L’ assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro in una nota ha espresso “profondo cordoglio per la morte dell’operaio e la vicinanza personale ed istituzionale alla famiglia di tutto il governo regionale”.

“Non si può morire a 67 anni, da precario e a pochi mesi dalla pensione – ha commentato la segretario generale della Fai Cisl di Messina, Sabina Barresi -, durante l’espletamento di un lavoro impegnativo e logorante come quello dell’antincendio forestale”.

Il segretario generale della Uil Sicilia, Nino Marino, ha ammonito: “Si ricordino tutti il nome di Paolo Todaro e quello degli altri forestali vittime del dovere, quando tornerà il momento di respingere attacchi ingenerosi e diffamatori ai danni della categoria. E quando finalmente verrà il momento di dare risposte alle giuste richieste di riforma regionale del settore. Un percorso normativo fondato sulla stabilizzazione e la valorizzazione professionale dei forestali”.

Lupo (Pd), dolore e rabbia, basta precariato

“Dolore e rabbia per una tragedia che apre profonde riflessioni – ha affermato Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars – a cominciare dalla necessità di inquadrare al meglio e ottimizzare il lavoro dei forestali antincendio che troppo spesso in Sicilia operano in condizioni di perenne precariato”.

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