Iran, attacco agli Usa, colpite due basi americane in Iraq - QdS

Iran, attacco agli Usa, colpite due basi americane in Iraq

redazione web

Iran, attacco agli Usa, colpite due basi americane in Iraq

mercoledì 08 Gennaio 2020

Secondo la tv iraniana ottanta morti tra gli statunitensi. In sicurezza in un bunker i soldati italiani. Impennata dei prezzi petroliferi e tempesta sulle borse. In Italia innalzato il livello d'allerta nelle carceri. Trump, "Va tutto bene!

E’ scattata nella notte l’offensiva iraniana contro le forze Usa in Iraq, in risposta all’uccisione del generale Qassem Soleimani.

Nel mirino di una pioggia di missili le basi di Al-Assad ed Erbil.

Secondo la televisione iraniana gli attacchi hanno provocato ottanta morti tra gli americani.

Stando all’emittente di Teheran sono stati lanciati quindici missili e nessuno di essi è stato intercettato.

In sicurezza in un bunker i soldati italiani

I soldati italiani sono stati messi in sicurezza in un bunker e sarebbero tutti illesi.

Per l’esercito di Baghdad non è stato colpito nessun militare iracheno.

L’attacco, battezzato “operazione Soleimani Martire”, è avvenuto nello stesso orario della morte del generale iraniano.

Uccisi “ottanta terroristi americani”

La tv ha parlato di “ottanta terroristi americani” che sono stati uccisi.

“L’Iran – ha confermato il Pentagono – ha lanciato più di una dozzina di missili balistici contro le forze militari statunitensi e di coalizione in Iraq. E’ chiaro che questi missili sono stati lanciati dall’Iran e hanno preso di mira almeno due basi militari irachene che ospitano il personale militare degli Stati Uniti e della coalizione ad Al-Assad e Irbil”.

“L’Iran non vuole una escalation, ma ci difenderemo”

Il leader supremo, Ali Khamenei, in un messaggio in tv, ha detto che l’Iran “ha dato uno schiaffo gli Stati Uniti con l’attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire”.

Ha poi aggiunto che “poiché sedersi ai tavoli delle trattative e tenere discorsi apre solo la strada all’interferenza e alla presenza dei nemici, i colloqui dovrebbero fermarsi”.

Il ministro degli esteri Zarif ha spiegato che l’Iran “non vuole una escalation ma ci difenderemo contro ogni aggressione”.

Le Guardie Rivoluzionarie hanno messo in guardia gli Stati Uniti. Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio, l’Iran colpirà Dubai, Haifa e Tel Aviv.

Impennata dei pezzi del petrolio dopo l’attacco

Prezzi del petrolio in netto rialzo dopo il lancio da parte dell’Iran di un attacco missilistico contro le forze americane in Iraq in segno di rappresaglia per l’uccisione del generale Soleimani. Subito dopo la notizia, sui mercati asiatici le quotazioni del Brent sono aumentate del 3,6 per cento superando quota 70,50 dollari, prima di ripiegare intorno a quota 69 dollari (pari a un incremento di circa l’1% sulla seduta precedente). Rialzo anche per il WTI che in pochi minuti è risalito da 62,70 a 64,20 dollari mentre al momento viene scambiato a 63,20 dollari il barile.

Tempesta sulle borse dopo l’attacco

Tempesta quasi perfetta sulle principali borse di Asia e
Pacifico dopo l’attacco dell’Iran alle basi Usa in Iraq. La Borsa di Tokyo chiude con un calo dell’1,57%, superiore a quello di Shanghai (-1,22%) e Seul (-1,11%), mentre Sidney (-0,13%) appare poco variata. In rosso i futures sull’Europa e gli Usa.
Sui massimi l’oro, salito fino a 1.611 dollari l’oncia, livello più alto dal 2012, per poi scendere a quota 1.593,86.
In Germania sono inaspettatamente scesi gli ordini di fabbrica (-1,3%). Il greggio di riferimento europeo è salito a 71,7 dollari, con un rialzo di oltre il 5%, per poi stabilizzarsi in mattinata sui 69 dollari.

Poco mosso l’euro.

Donald Trump, “Va tutto bene!”

“Va tutto bene! – ha twittato il presidente americano Donald Trump dopo il raid iraniano – Missili lanciati dall’Iran in due basi militari situate in Iraq. In corso valutazione dei danni e delle vittime. Fin qui tutto bene! Abbiamo di gran lunga le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Farò una dichiarazione in mattinata”.

In Italia innalzato il livello d’allerta nelle carceri

Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini ha inviato oggi una nota ai direttori e ai comandanti degli istituti penitenziari per elevare il livello di allerta e di sensibilità nei confronti di un possibile innalzamento della minaccia terroristica.

L’iniziativa è stata presa in considerazione dell’attuale scenario internazionale e della recente crisi dei rapporti fra Stati Uniti e Iran a seguito dell’uccisione del generale Soleimani.

In particolare, Basentini ha chiesto di “intensificare l’attività di osservazione volta all’individuazione di eventuali segnali di criticità in ordine a tali fatti”. Massima attenzione dovrà essere riservata a “possibili esternazioni, da parte della popolazione detenuta, di sentimenti anti-occidentali o comunque anti-americani”, che saranno subito segnalate alle competenti articolazioni centrali e territoriali dell’Amministrazione.

I reparti di Polizia Penitenziaria degli istituti innalzeranno inoltre il livello di vigilanza e la sicurezza interna ed esterna di ogni struttura, così come saranno potenziati anche i servizi di traduzione e piantonamento dei detenuti all’esterno delle carceri. La minaccia terroristica di matrice internazionale è ormai da tempo accostata alla considerazione che le carceri possano costituire un bacino di reclutamento importante, agevolato oltre che dal massiccio affollamento degli istituti penitenziari anche dalla mancanza di punti di riferimento esterni.

A ciò si aggiungono, come riscontrato più volte dal monitoraggio che viene svolto quotidianamente dagli uomini del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, le condizioni di disagio e vulnerabilità che possono incidere in maniera preponderante su “suggestioni” derivanti dalla propaganda jihadista.

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