Obiettivi da raggiungere grazie al continuo incremento della raccolta differenziata dei rifiuti, al trasferimento delle best practice del Gruppo nelle aree di nuova acquisizione, all’investimento in automazione e digitalizzazione e allo sviluppo di nuovi impianti nella filiera del recupero di materia.
Per il presidente di Iren Luca Dal Fabbro, bisogna puntare su “impianti che possono recuperare materie prime critiche dai nostri rifiuti, che in realtà sono risorse. Abbiamo delle città che sono miniere a cielo aperto. Pensiamo ai cellulari, ai computer, ai televisori che gettiamo in discarica e che invece sono ricchezza da recuperare. Farlo significa creare nuovi posti di lavoro, recuperare materie prime come palladio, litio, oro, zinco, rame, e al tempo stesso tutelare l’ambiente”.
“Nell’ultimo anno abbiamo investito più di 400 milioni di euro in impianti circolari”, ha ricordato il presidente di Iren.
“Stiamo installando anche impianti di energia rinnovabile – ha aggiunto -. Stiamo investendo centinaia di milioni in questo settore perchè ci crediamo, vogliamo diventarne il leader in Italia. Potremmo essere per il 20 per cento indipendenti dalle importazioni di materie prime critiche se installassimo una decina di impianti in Italia”.
Quella delle materie prime critiche è diventata una delle questioni più urgenti e complesse nel panorama economico globale. “Il gruppo Iren ha l’ambizione di essere leader a livello nazionale in materia di economia circolare. E’ un percorso che stiamo realizzando e che abbiamo delineato nel piano industriale al 2030, che accompagnerà l’azienda nel futuro sulla base di tre pilastri principali – ha sottolineato Dal Fabbro -: transizione energetica, territorialità e qualità dei servizi. In questo ambizioso piano, l’economia circolare rappresenta uno dei principali driver, con un focus particolare sul recupero di materia da filiere strategiche come quella dei Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che possono rappresentare una miniera per l’approvvigionamento di materie prime critiche”.
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