I numeri raccolti dalla Uil: a Catania sono in 23, a Messina in 10 e a Palermo appena 2. Il segretario regionale Barone: “Dal governo Musumeci non arrivano le risposte”
PALERMO – Pochi, troppo pochi gli ispettori regionali del lavoro in servizio in Sicilia. E nel frattempo, un numero elevato di lavoratori continua a perdere la vita in incidenti sul lavoro.
I numeri raccolti dalla Uil sono desolanti: appena 2 ispettori a Palermo, 4 a Trapani, 10 a Messina, 7 a Enna, 23 a Catania e 24 a Caltanissetta. Sarebbero 82 in totale gli ispettori su tutto il territorio regionale, secondo i dati ufficiali pubblicati dall’assessorato regionale al Lavoro, ma secondo la Uil il numero di per sé già notevolmente esiguo è ancora più ridotto e in realtà sono solo 63 gli ispettori in servizio. Che, anche lavorando nella maniera più efficiente possibile, non potranno mai riuscire a sopperire alle necessità del territorio. Mentre continuano ad accadere incidenti sul lavoro, che in alcuni casi portano alla morte, e non solo. Recentissimo, il grave incidente sul lavoro verificatosi a Catania nell’area industriale, in cui un operaio ha subito l’amputazione del braccio destro a causa di un macchinario. L’attenzione si sta concentrando sulle condizioni manutentive del macchinario, quelle del luogo di lavoro e si sta verificando se la vittima indossasse tutti i dispositivi di protezione, come tute e attrezzature prescritte per il tipo di attività che stava svolgendo. Hanno subito fatto sentire la propria voce i segretari generali della Uil e Uiltec Catania, Enza Meli e Alfio Avellino: “Siamo certi – sostengono in una nota – che le autorità competenti faranno chiarezza in merito all’incidente sul lavoro avvenuto in un’azienda di riciclo della plastica alla zona industriale di Catania. All’operaio, gravemente ferito, e alla sua famiglia vogliamo assicurare il nostro impegno perché possa disporre di ogni tutela legale e sindacale. Chiediamo verità e giustizia su questo episodio, ma non basta. Occorre prevenzione, quindi un significativo aumento di organici negli Ispettorati del Lavoro che in Sicilia dipendono dalla Regione. Ribadiamo, inoltre, la proposta lanciata in queste ore dal nostro leader nazionale Pierpaolo Bombardieri perché venga prevista la sospensione dell’attività per le imprese che violano le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Non mancano i riferimenti alla presunta inefficienza degli uffici regionali: “Mentre a livello nazionale è previsto un aumento degli ispettori del lavoro, nulla cambia in Sicilia, regione a statuto speciale. E tutto ciò è intollerabile”. Così il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Ancora oggi, dal governo Musumeci, non arrivano risposte in merito all’aumento e all’adeguamento della pianta organica degli ispettori del lavoro in Sicilia, 63 in tutto. Solo due a Palermo”.
L’anno scorso il presidente della Regione volle incontrare a Palazzo d’Orleans gli ispettori del lavoro, e in quella occasione si parlò della necessità del potenziamento delle attività: “Occorre potenziare l’attività di controllo sul territorio siciliano – aveva detto Musumeci – per garantire il rispetto della legge, eliminando le odiose sacche di lavoro nero o malpagato e tutte quelle irresponsabili omissioni che attengono alla sicurezza di chi opera nelle grandi aziende, ma anche nei piccoli esercizi commerciali”.
Ovviamente venne fuori l’eterno problema della carenza di personale e si parlò di potenziamento dell’organico. Sempre nel corso di quell’incontro il presidente della Regione prospettò l’avvio contestuale di percorsi formativi e di aggiornamento professionale. È stato anche attivato un tavolo permanente, presieduto dal dirigente generale del dipartimento del Lavoro Giovanni Bologna, affinché venissero esaminate, condivise e risolte le criticità esistenti. Da allora in realtà nulla è cambiato. E pensare a Palermo con soli due ispettori è quasi surreale. E anche nel territorio del capoluogo siciliano, purtroppo, si continuano a contare i morti: l’ultimo lo scorso 28 settembre a Capaci: un autotrasportatore è stato schiacciato dal suo stesso mezzo.
In città, in via Pirandello, pochi giorni prima, un muratore è rimasto incastrato tra le lamiere del ponteggio sul quale si trovava, crollato giù dall’altezza di quattro piani. E il 14 settembre, in un laboratorio di produzione di dolci, a Villagrazia, un giovane è rimasto con la mano schiacciata all’interno di una sfogliatrice per la produzione di cannoli. Ancora un morto, il 27 agosto a Cinisi, un operaio caduto da una impalcatura montata per la ristrutturazione di una palazzina; poco più di un mese prima, un’altra caduta, da un lucernario in questo caso, per un operaio di Belmonte Mezzagno, durante i lavori di ristrutturazione del famoso ristorante “La sirenetta” di Mondello.