Istat, nel 2019 reddito sù grazie a Reddito di cittadinanza e Quota 100 - QdS

Istat, nel 2019 reddito sù grazie a Reddito di cittadinanza e Quota 100

Gabriele DAmico

Istat, nel 2019 reddito sù grazie a Reddito di cittadinanza e Quota 100

giovedì 09 Aprile 2020

Hanno contribuito a fare aumentare dell’1,1 per cento il reddito disponibile italiano rispetto all’anno precedente. Rallentato il potere d'acquisto per il terzo anno consecutivo

ROMA – Messa la parola fine alle polemiche sulle due misure sociali più discusse dell’allora Governo giallo-verde. Parliamo di Reddito di cittadinanza e Quota 100. Secondo l’ultimo rapporto Istat, infatti, questi due provvedimenti (uno a firma M5s e l’altro a firma Lega) hanno contribuito a fare aumentare dell’1,1 per cento il reddito disponibile italiano nel 2019 rispetto all’anno precedente. Il merito però non è tutto dei cavalli di battaglia dei grillini e dei leghisti: alla crescita hanno contribuito anche le retribuzioni (+1,8% rispetto al 2018) e il reddito distribuito dalle piccole imprese cresciuto, invece, dell’1,2 per cento.

A quest’aumento, tuttavia, va affiancato un altro dato diffuso dall’ultimo rapporto Istat, vale a dire il potere d’acquisto delle famiglie (reddito disponibile in termini reali) che ha subito un rallentamento per il terzo anno consecutivo, aumentando di appena o,6 punti percentuali. Nel 2019 le famiglie consumatrici hanno risparmiato l’8,2% del loro reddito disponibile, una quota soltanto lievemente superiore a quella dell’anno precedente (8,1%).

La loro spesa per consumi, in termini correnti, aumenta dello 0,9%, in decisa decelerazione rispetto all’1,8% del 2018 e con una dinamica inferiore a quella del reddito disponibile. Al contrario le imposte correnti pagate hanno mostrato un incremento di quasi 6,7 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (+3,2%).

Hanno mostrato una contrazione di circa 1,9 miliardi di euro, invece, i redditi da capitale netti. L’aumento della quota di reddito misto distribuita dalle famiglie produttrici non ha compensato la forte contrazione di oltre 4 miliardi dei redditi netti che le famiglie ricevono dai loro investimenti finanziari (interessi, dividendi, quote di fondi comuni e altri). Anche gli altri redditi distribuiti dalle società e dalle quasi società sono risultati di circa 550 milioni di euro inferiori all’anno precedente.

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