La festa del due giugno e il "disordine nuovo" di ieri a Roma - QdS

La festa del due giugno e il “disordine nuovo” di ieri a Roma

redazione web

La festa del due giugno e il “disordine nuovo” di ieri a Roma

mercoledì 03 Giugno 2020

Mattarella chiede unità al Paese ma la destra va in piazza senza distanziamento e insultando, tra saluti romani, il Capo dello Stato. Il "gilet arancione" Pappalardo si paragona a Mussolini. Maria Falcone, "non usi immagini di mio fratello"

Il centrodestra è tornato in piazza ieri a Roma ed è stata subito calca, tra le polemiche dei cittadini per la mancata osservanza delle norme di sicurezza.

L’intenzione dichiarata era quella di rompere il clima di unità nazionale auspicato dal Capo dello Stato. E se Giuseppe Conte, sulla scia del messaggio del Colle, ha chiesto di rendere omaggio al due giugno unendo le forze per la ripartenza, la destra ha respinto ogni appello, scaricando sul premier le responsabilità dell’attuale situazione, dimenticando che se il governo non avesse imposto il lockdown in particolare in Lombardia, sarebbe stata una strage.

Conte, non esaltiamo i contrasti, lavoriamo

“Non c’è tempesta – ha scritto Conte su Fb – che possa piegare questa bandiera, simbolo della nostra comune appartenenza, dei nostri valori fondativi. Uniamo e concentriamo tutte le nostre energie nello sforzo condiviso di rialzarci e ripartire con la massima determinazione. Scacciamo via la tentazione delle inutili rincorse a dividerci e dello spreco di energie nel rimarcare i contrasti in questo momento di grande difficoltà”.

Invece, come afferma Romano Prodi, la destra ha scelto di cavalcare le tensioni sociali. “Noi – ha spiegato – dobbiamo lavorare per minimizzare queste tensioni, perché il disagio c’è davvero e sui sussidi dico che quando c’è tanta gente che soffre bisogna cercare di sovvenire il più velocemente possibile, almeno ai bisogni fondamentali. Questa è la regola di una politica sana”.

I gravi insulti della destra a Mattarella

Ma la destra è andata in piazza, si è fatta beffe del distanziamento e ha lanciato offese inaccettabili. A Roma il programma della vigilia prevedeva un rapido flash mob, non più di mezz’ora, con i tre leader – Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini – davanti al lungo tricolore.

Appena trecento i presenti programmati: cento per Lega Nord, cento per Forza Italia, e cento per FdI, tutti ben distanziati.

La realtà è stata ben diversa e il centrodestra ha organizzato un “disordine nuovo” con assembramenti e ostentazione di mancanza di protezione, come le mascherine, che hanno molto infastidito – e preoccupato – i cittadini.

Ma la bufera è scoppiata quando, tra le dirette Facebook e i video diffusi sul web dai simpatizzanti della destra – che, schiacciati l’uno contro l’altro in palese violazione di ogni regola sul distanziamento sociale, continuavano a filmare i propri beniamini: Salvini, Meloni e Tajani – è diventato virale quello con un arditi saluti romani e militanti che, rivolti Mattarella, affermano che “la mafia ha ucciso il fratello sbagliato”.

Meloni, Tajani e Salvini prendono le distanze

I leader del centrodestra sono stati costretti a prendere le distanze: Meloni parlando di “parole offensive che FdI condanna senza se e senza ma”, Salvini affermando “Chi ha offeso il presidente Mattarella, e con lui tutte le vittime di mafia, si deve solo vergognare, non rappresenta l’Italia e gli italiani”, Tajani scrivendo su twitter “Ogni offesa al Presidente Mattarella è ignobile”.

Durissima è stata la reazione delle Istituzioni.

Casellati, gli insulti a Mattarella toccano tutto il Paese

“Esprimo al presidente Mattarella – ha dichiarato la presidente del Senato Elisabetta Casellati (Fi) – la mia vicinanza e la mia solidarietà per le gravi offese ricevute in piazza. Il Capo dello Stato rappresenta l’unità nazionale, questi insulti sono insulti all’intero Paese. Ancora più grave e inaccettabile è che ciò sia avvenuto proprio nel giorno in cui l’Italia si è ritrovata attorno agli ideali della Repubblica e al suo Presidente che dei valori e dei principi sanciti dalla nostra Costituzione è il garante”.

Fico, “Brutalità inaccettabile”

E per il presidente della Camera, Roberto Fico, “gli insulti rivolti al Capo dello Stato Sergio Mattarella, garante dell’unità nazionale, sono di una brutalità inaccettabile”.

“Abbiamo tutti – ha aggiunto – il compito di isolare i violenti, abbassare i toni e riportare il confronto all’interno delle regole del vivere civile”.

Le reazioni dei partiti politici

Molto veementi anche le reazioni dei partiti politici per come è stata condotta la manifestazione del centrodestra.

“E’ stata – attacca Anna Macina (M5s) – la regia di chi ha solo uno scopo: consenso e strumentalizzazione!”.

“Questa manifestazione – ha rimarcato – è un’offesa alla Repubblica e a tutti gli italiani che sulla propria pelle hanno subito le conseguenze della pandemia perdendo un posto di lavoro, lavorando in trincea notte e giorno nelle corsie e perdendo addirittura un parente in alcuni casi”.

“Salvini e Meloni – ha rincarato la dose Matteo Orfini (Pd) commentando l’assembramento di piazza del Popolo – sono degli irresponsabili, che per quattro selfie e qualche like rischiano di vanificare gli sforzi che tutti gli italiani hanno fatto in questi mesi”.

“Insulti al presidente della Repubblica – ha attaccato Vito Crimi (M5s) – offese al premier, assembramenti, saluti fascisti. Non era facile, ma sono riusciti a macchiare questo due giugno così delicato”.

Insulti a Mattarella anche dai “gilet arancioni”

Una festa del due giugno, turbata anche dagli insulti lanciati dai “gilet arancioni” sempre contro Sergio Mattarella, durante la loro protesta, anche questa irrispettosa di ogni distanza di sicurezza e senza mascherine, sempre a Piazza del Popolo.

“Insulti – ha denunciato Nicola Fratoianni (Leu) – arricchiti dalle intimidazioni e dalla rottura delle telecamere de La7”.

Pappalardo si paragona a Mussolini

E l’ex generale Antonio Pappalardo, dal palco di piazza del Popolo, si è paragonato a Mussolini: “ci fermano i pullman per strada per non farci manifestare ma quando Mussolini ha fatto la marcia su Roma non lo ha mai fermato nessuno”.

“Ormai lo dicono anche i virologi che questo coronavirus è una boiata”, è stata un’altra delle perle del leader dei “gilet arancioni”.

Forza Italia prende le distanze dai “gilet”

Molto preoccupata dalla possibile confusione tra le due piazze, è Forza Italia.

La capogruppo azzurra, Annamaria Bernini ha preso esplicitamente le distanze dai fan dell’ex generale Antonio Pappalardo: “dalle manifestazioni esagitate, dai metodi e dalle insensatezze dei gilet arancioni, siamo lontani anni luce”.

Maria Falcone contro Antonio Pappalardo

E Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, a Capaci, 28 anni fa e presidente della Fondazione che del giudice porta il nome, ha attaccato Pappalardo affermando: “al suo comizio a Roma ha parlato con davanti un leggio a cui era stata fissata una celebre foto di mio fratello, Giovanni Falcone, e di Paolo Borsellino”.

“Trovo intollerabile – ha affermato – questo uso strumentale dell’immagine di due magistrati che hanno dato la vita per le istituzioni e per il rispetto delle leggi. Il contrario di quello che propugna l’ex ufficiale dell’Arma”.

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