La Libia ha rilasciato il peschereccio Tramontana - QdS

La Libia ha rilasciato il peschereccio Tramontana

redazione

La Libia ha rilasciato il peschereccio Tramontana

giovedì 25 Luglio 2019

Il natante si sta dirigendo verso l'Italia. L'Armatore, "Stanno tutti bene". Il Sindaco chiede una soluzione diplomatica stabile. Le critiche di Palazzotto al governo per la gestione della vicenda libica

Si sta dirigendo verso l’Italia dopo esser stato rilasciato il motopeschereccio di Mazara del Vallo “Tramontana”, sequestrato due giorni fa da una motovedetta libica nelle acque del golfo della Sirte.

Lo ha reso noto ieri a tarda sera Palazzo Chigi che ha sottolineato come “l’immediato e coordinato intervento della Presidenza del Consiglio, del Ministero degli Esteri e dell’Ambasciata d’Italia a Tripoli con il Governo di accordo nazionale di Tripoli e con le autorità locali di Misurata ha consentito di raggiungere rapidamente una positiva conclusione di una vicenda che rischiava seriamente di complicarsi”.

L’armatore, “Stanno tutti bene, contento della soluzione”

“Sono contento di come si sia conclusa la vicenda in Libia, tenuto conto che il Paese al momento non è stabile” ha detto Giuseppe Pipitone, armatore del “Tramontana”.

“Il peschereccio – ha aggiunto Pipitone – ha lasciato Misurata scortato da motovedette libiche. Ho sentito stamattina il comandante e mi ha rassicurato sul fatto che tutto l’equipaggio sta bene. Al momento il Tramontana si trova in pesca, con altri pescherecci, ma distante dalla zona di pesca libica”.

Il motopesca in mare da un mese

Il motopesca era uscito in mare circa un mese fa con a bordo sette uomini – cinque mazaresi e due di origine tunisina – e il suo rientro era atteso per Ferragosto.

Mentre si trovava al largo delle coste della Libia insieme a diverse altre imbarcazioni è stato abbordato dalla motovedetta della Guardia costiera libica, a circa 60 miglia a est del porto di Misurata.

Alcuni militari libici sono saliti a bordo per scortare l’imbarcazione fino al porto di Misurata, dove è stato posto in stato di “fermo amministrativo”, da forze fedeli al governo di Fayez al Sarraj.

“Non chiare le ragioni del sequestro”

Il Ministero degli Esteri aveva ieri inizialmente riferito che non erano ancora chiare “le ragioni del sequestro, verosimilmente legate ad attività di pesca, in acque peraltro definite ad alto rischio e dunque sconsigliate da parte del Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture”.

Anche nel golfo della Sirte, come in buona parte del Paese, si affrontano le forze fedeli al governo di Tripoli e quelle che combattono a fianco del maresciallo Khalifa Haftar, che ha annunciato nei giorni scorsi una nuova offensiva per conquistare Tripoli.

Il Sindaco di Mazara, “Serve soluzione diplomatica”

Il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci, pur ringraziando il Ministro degli Esteri e tutte le autorità diplomatiche ha sottolineato che, “Nonostante la risoluzione positiva, resta il problema della decisione unilaterale della Libia di considerare anche un ampio tratto di acque internazionali quali acque di propria competenza. E ciò deve trovare una soluzione diplomatica a tutela della sicurezza e del lavoro dei nostri pescatori”.

La Marina militare ha sventato ieri un altro sequestro

E secondo quanto riferito dal presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Nino Carlino, soltanto “il tempestivo intervento della Marina Militare Italiana” ieri pomeriggio ha “scongiurato un altro sequestro di un peschereccio mazarese nello stesso areale”.

Di certo, la vicenda rischiava di complicare i rapporti tra Roma e i libici, con l’Italia che si appresta a inviare alla Guardia Costiera libica altre dieci motovedette italiane.

Le dure critiche del deputato di LeU Palazzotto

E infatti ieri il deputato siciliano di LeU Erasmo Palazzotto aveva sottolineato come fosse “surreale che il nostro governo non sia ancora riuscito a ottenere il rilascio di un peschereccio italiano da parte della cosiddetta Guardia costiera Libica” che, “per quanto costituita in larghissima parte da banditi, trafficanti e milizie armate” è pur sempre “coordinata e pagata dal governo italiano (ultimo decreto missioni con più di sei milioni di euro)”.

“Quindi – aveva sottolineato Palazzotto – delle due l’una: o la situazione è totalmente fuori controllo e le motovedette che noi abbiamo dato ai libici sono ora in mano a non sappiamo chi, oppure il nostro governo è complice di un atto intimidatorio utile a disincentivare la navigazione in un mare che è sempre di più teatro di violazioni sistematiche dei diritti umani”.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017