La Libia sequestra un peschereccio italiano appartenente alla marineria di Mazara del Vallo - QdS

La Libia sequestra un peschereccio italiano appartenente alla marineria di Mazara del Vallo

Pietro Crisafulli

La Libia sequestra un peschereccio italiano appartenente alla marineria di Mazara del Vallo

martedì 23 Luglio 2019

Non si conoscono ancora i motivi per cui il "Tramontana", con sette uomini a bordo, è stato bloccato nel golfo della Sirte da una motovedetta libica e costretto a dirigersi verso il porto di Misurata. Il sindaco di Mazara Quinci, "Il comandante Bono e i marinai stanno tutti bene". Il ministro degli Esteri Moavero Milanesi, "Serve un rapido rilascio". Scilla, presidente regionale di Agripesca, "mettere fine a questa guerra del pesce, il governo nazionale deve fare del Mediterraneo un luogo di lavoro sicuro

Il peschereccio italiano “Tramontana”, guidato dal comandante Nicola Bono e con a bordo altri sei componenti l’equipaggio, è stato fermato oggi pomeriggio nel golfo della Sirte a circa 60 miglia a est dal porto di Misurata e sequestrato da una motovedetta libica.

Il “Tramontana” appartiene alla marineria di Mazara del Vallo (Trapani) e a bordo ci sono cinque mazaresi e due tunisini.

Tutti, secondo quanto riferito dal sindaco di Mazara Salvatore Quinci, stanno bene.

“Ci conforta – ha aggiunto il sindaco Quinci – che la Farnesina stia seguendo la vicenda con grande attenzione e confidiamo che l’azione diplomatica porti al rilascio del natante e dell’equipaggio”.

Appresa la notizia del sequestro il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi ha dato subito “istruzioni all’ambasciatore d’Italia, Giuseppe Buccino, di adoperarsi prontamente con la massima efficacia al fine del corretto trattamento e di un rapido rilascio dei membri dell’equipaggio e dell’imbarcazione”.

Il Ministero ha precisato che “non sono ancora chiare le ragioni del sequestro, verosimilmente legate ad attività di pesca, in acque peraltro definite ad alto rischio e dunque sconsigliate da parte del Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture”.

“Ancora una volta gente che lavora deve pagare un caro prezzo – ha affermato Toni Scilla, presidente regionale di Agripesca – e lanciamo un forte appello al governo nazionale affinché intervenga immediatamente: siamo in tempo per la liberazione perché il Tramontana non è ancora entrato nelle dodici miglia di pertinenza della Libia. Bisogna mettere fine a questa guerra del pesce. Il governo nazionale deve fare del Mediterraneo un luogo di lavoro sicuro e siamo pronti a protestare per ottenere questo”.

“Per ora non ho voglia di parlare” ha detto dal canto suo Giuseppe Pipitone, armatore di diversi pescherecci del Distretto della pesca di Mazara attraverso l’azienda Ap Srl.

In base alle prime informazioni, il peschereccio si trovava nell’area insieme ad altre imbarcazioni quando è stato abbordato dall’unità libica; alcuni libici sono saliti a bordo dell’imbarcazione mazarese.

“Fin dai primi istanti dal sequestro – ha detto l’assessore in Sicilia per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera – d’intesa col presidente Musumeci, sono in contatto con la Farnesina, che ci aggiorna sugli sviluppi. In questo momento, il motopesca è diretto al porto di Misurata, scortato dalle motovedette libiche. Sugli altri pescherecci, presenti nella zona del sequestro, ha invece funzionato l’opera di protezione da parte dei mezzi della Marina militare italiana. Seguiamo con apprensione e attenzione la vicenda ed esprimiamo assoluta vicinanza, ai pescatori e alle loro famiglie”.

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