Il Manchester City ha formalizzato la sua uscita dalla Superlega, mentre il Chelsea si appresta a farlo. Lo conferma questa sera la Bbc citando fonti delle due società inglesi.
Il progetto perde così due pezzi su 12, colpito pesantemente dalla protesta scatenatasi nel Regno Unito da parte dei tifosi, della stampa e di molti addetti ai lavori, protesta sostenuta decisamente del governo del Premier Boris Johnson.
Dopo Chelsea e Manchester City, secondo le indiscrezioni che stanno trapelando nelle ultime ore tra i media inglesi, altri due club inglesi – Arsenal e Manchester United – avrebbero deciso di fare un passo indietro, rinunciando alla Superlega.
Dei sei club di Premier che avevano inizialmente aderito alla nuova costituzione, al momento solo Liverpool e Tottenham non avrebbero ancora fatto retromarcia.
L’adesione del Barcellona al progetto della Superlega è condizionata all’approvazione dei soci, che saranno chiamati ad esperimersi al riguardo. Lo stabilisce, secondo quanto riferisce l’emittente TV3, una clausola fatta inserire dal presidente blaugrana Joan Laporta nel contratto al momento dell’ingresso del Barça nel ‘panel’ dei dodici club soci del progetto. Così il referendum sulla Superlega sarà oggetto della prossima Assemblea dei soci, che si terrà in data da stabilirsi.
Ma Laporta, che ha già avuto il conforto dei legali che ha consultato, è stato chiaro: il Barcellona rimarrà nella Superlega solo se avrà il via libera dei soci, ovvero se prevarrà il Sì nelle votazioni. Altrimenti abbandonerà l’idea di far parte del super torneo.
Il vice-presidente del Manchester United, Ed Woodward, designato ad essere il vice-presidente della futura Superlega, lascerà il club inglese al termine del 2021. Le dimissioni di Woodward giungono nelle ore in cui si rincorrono le voci di una possibile imminente uscita dello United al controverso piano per la creazione di un nuovo torneo.