Sei mesi fa per il centrodestra la corsa elettorale di Palermo sembrava facile come bere un bicchiere d’acqua. Solo che in quel bicchiere si è riusciti a realizzare una tempesta perfetta
Da oggi la Sicilia entra con tribolazione, ed in ritardo, nello schema tripolare in cui era entrata l’Italia dopo le elezioni politiche del 2018. Lo schema tripolare esordisce a Palermo per le amministrative.
I candidati degni di chance, non ce l’abbiano a male gli altri, sono Roberto Lagalla e la coppia Franco&Ciccio, al secolo Miceli e Cascio.
Il tripolarismo è derivante dalla netta spaccatura del centrodestra regionale più che palermitano. Di fatto c’è in campo la coalizione che non vuole più Musumeci al governo dell’isola, rappresentata da Cascio, e quella, seppur arlecchino, che si stringe a corte intorno a Nello Musumeci, il cui campione è Roberto Lagalla. Dicevamo che quest’ultima sia in effetti poco consona ad un sequel per il secondo tempo, quello decisivo per le forze in campo, in quanto difficilmente Renzi e Cuffaro andranno con i musumeciani alle regionali.
Non ci sono solo divorzi di coalizione ma anche separazioni quasi coniugali. Come quella tra Lombardo e l’indisciplinato innamorato Totò Lentini e tra Saverio Romano e Totò Cordaro, con sentimentale addio a mezzo social.
Ovviamente di Palermo, programmi, idee, non parla ancora nessuno, a soli 40 giorni dal voto, che per i candidati potrebbero rappresentare un attraversata nel deserto dell’indifferenza e della delusione dei palermitani.
Sei mesi fa per il centrodestra la corsa elettorale di Palermo sembrava una passeggiata di salute, facile come bere un bicchiere d’acqua. Solo che in quel bicchiere si è riusciti a realizzare una tempesta perfetta.
Di fatto i tre poli hanno una forbice di potenziale risultato molto ristretta, e dire oggi chi andrà al ballottaggio è quasi impossibile. Si capirà qualcosa in più con il deposito delle liste, con gli spostamenti in zona Cesarini, con la eventuali rinunce di big di peso elettorale, l’ultima quella di Armao.
Siamo quasi certi che il tripolarismo, presente anche a Messina, sarà lo schema anche delle prossime regionali. Solo che li non c’è il ballottaggio, e la corsa è all’ultimo voto, una corsa che può fare stramazzare i cavalli. Anche quelli di Ambelia.
Cosi è se vi pare.