Lega, Arata su Siri "Gli dò trentamila euro" - QdS

Lega, Arata su Siri “Gli dò trentamila euro”

redazione

Lega, Arata su Siri “Gli dò trentamila euro”

lunedì 22 Luglio 2019

L'intercettazione ambientale negli atti depositati in vista incidente probatorio per la corruzione tra il consulente di Salvini e l'allora sottosegretario leghista, come Savoini oggi "esperto economico" del Carroccio

“Gli dò trentamila euro perché sia chiaro tra di noi, io ad Armando Siri, ve lo dico…”.

Queste le parole pronunciate dall’imprenditore Paolo Arata, consulente della Lega Nord indagato dalla procura di Roma, nell’intercettazione ambientale in cui tirerebbe in ballo l’ex sottosegretario alle Infrastrutture, anch’egli leghista e finito nel registro degli indagati per l’accusa di corruzione.

L’intercettazione risale al settembre del 2018 ed è contenuta negli atti depositati dai pm di piazzale Clodio in vista di un incidente probatorio fissato per il 25 luglio prossimo.
Arata parla alla presenza di suo figlio Francesco e di Manlio Nicastri, figlio dell’imprenditore Vito accusato dai pm di Palermo di essere vicino a Cosa Nostra e di essere uno dei principali responsabili della latitanza di Matteo Messina Denaro.

I Nicastri da alcune settimane hanno iniziato a collaborare con gli inquirenti e l’8 luglio scorso i magistrati di Roma li hanno interrogati per alcune ore.

Nel corso del confronto con i magistrati sarebbero emersi nuovi elementi utili alle indagini e i pm di piazzale Clodio hanno chiesto e ottenuto dal gip di potere cristallizzare quanto affermato da Vito e Manlio Nicastri in un atto istruttorio irripetibile, cioè l’incidente probatorio.

Il filone romano dell’indagine ruota attorno ai rapporti tra Arata e Siri, costretto a dimettersi per questa vicenda dopo forti contrasti nel governo tra il premier Conte, che poi l’ha spuntata, e il vicepremier e capo della Lega Nord Matteo Salvini.

Quest’ultimo però, dimostrando ancora una volta di considerarsi al di sopra della legge, nei giorni scorsi ha fatto sedere Armando Siri al tavolo dell’incontro da lui stesso organizzato con le parti sociali.

Siri, come prima Arata – Salvini a un certo punto affermò di non conoscerlo, fin quando qualcuno non riesumò un suo post su Facebook in cui lo indicava come suo consulente -, ma anche come Gianluca Savoini, principale indagato per una presunta tangente da 65 milioni di euro in Russia, sono tutti annoverati tra gli “esperti economici” della Lega Nord.

E questa settimana è decisiva per la sorte del governo anche per l’informativa del premier Conte sulla vicenda Lega Nord-Russia prevista per mercoledì prossimo in Senato.

In particolare l’inchiesta riguarda la presunta “promessa e/o dazione” di trentamila euro in favore dell’allora sottosegretario “per la sua attività di sollecitazione dell’approvazione di norme” che avrebbe favorito lo stesso imprenditore nell’ambito del cosiddetto minieolico.

I magistrati di piazzale Clodio definiscono come uno “stabile accordo” quello tra i due indagati, in cui Siri è “costantemente impegnato – scrivono nel decreto di perquisizione del 18 aprile‬ scorso – attraverso la sua azione diretta nella qualità di alto rappresentante del governo e ascoltato membro della maggioranza parlamentare, nel promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc tese a favorire gli interessi economici dell’Arata, ampliando a suo favore gli incentivi per l’energia elettrica da fonte rinnovabile a cui non ha diritto”.

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