Economia

La Finanziaria siciliana, tra maxi emendamento e il nodo dei consumi al palo: “spoiler” da Schifani

L’ultima seduta d’aula, con l’approdo in Sala d’Ercole della Legge di stabilità della Regione Siciliana per la prima della discussione generale, ha avuto un inizio poco rassicurante per l’aula e per i gruppi di opposizione. Una schiarita, al testo del Ddl poco esaustivo secondo condiviso parere delle opposizioni, è arrivata quando, a fronte di un intervento dell’onorevole Cracolici, il presidente della Regione Siciliana, nel frattempo giunto in aula insieme ad altri membri del Governo regionale, ha deciso di intervenire chiarendo alcuni aspetti dell’operato della Giunta e anche delle attività in corso d’opera che finiranno nel maxi emendamento di cui ormai da settimane si parla.

I consumi in Sicilia fermi al palo

Tra le misure che il governo Schifani sta elaborando, e che intende inserire nella Finanziaria, c’è un intervento con fondi regionali per compensare tassi di interesse poco incoraggianti sugli acquisti rateizzati. Il nodo risulta essere quello dei consumi in Sicilia. A fronte di un Pil in crescita e di un conseguente maggiore gettito con cui la Regione ha potuto abbattere il disavanzo e aumentare gli investimenti, i siciliani tengono il portafogli chiuso e rimangono quindi al palo i consumi.

“Ho ascoltato con doverosa attenzione, così come farò con tutti gli altri interventi, quello dell’onorevole Cracolici e, anche in privato, onorevole Cracolici, abbiamo discusso del tema dei consumi che non crescono”, ha detto il presidente Schifani scusandosi per l’intervento con cui ha interrotto la discussione generale del Parlamento.

Legge di stabilità, maxi emendamento e misure per i consumi in Sicilia

“Sui consumi, onorevole Cracolici, lo dico all’aula, il Governo sta studiando. In queste ore sta studiando una misura finanziaria che possa incentivare i consumi. Mi sembra doveroso anticiparlo – ha spiegato il presidente della Regione all’aula dell’Ars – perché, agganciandomi a quello che ha detto l’onorevole Cracolici, che avrebbe voluto sapere come opposizione quelli che possono essere i punti qualificanti di modifica di questa legge, voglio anticipare che probabilmente domani o dopodomani, nei prossimi giorni, l’assessore al Bilancio presenterà questo tipo di misura, perché sono fortemente convinto dell’esigenza di dare una spinta. Perché la gente probabilmente ha paura o perché i tassi di interesse nella dilazione degli acquisti sono eccessivamente esosi, comunque intendiamo dare una possibilità di incoraggiamento e di fiducia ai cittadini siciliani che non ce la fanno e che devono ricorrere alla rateizzazione, di potere ottenere delle misure finanziarie più agevolate attraverso, evidentemente, fondi regionali”.

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Il mea culpa di Schifani (o della burocrazia)

Dall’approvazione all’unanimità della legge per il contrasto al crack e alle dipendenze patologiche da sostanze stupefacenti, avvenuta ormai cinque mesi addietro, la Regione Siciliana non ha ancora prodotto i decreti attuativi che consentono alla legge regionale di entrare effettivamente in vigore. Tutto pronto, anche le risorse per strutturare le attività negli Assessorati coinvolti, ma nessun decreto di attuazione ancora al 17 dicembre, quando la circostanza viene contestata al presidente Schifani dal deputato Cracolici in Sala d’Ercole.

Il presidente della Regione non si è sottratto alle proprie responsabilità, ammettendo la gravità di tale ritardo: “Sul decreto crack mi assumo l’impegno di vigilare subito perché il decreto di attuazione possa in pochissimi giorni essere realizzato. Perché non è concepibile – ha ragione lei (rivolgendosi all’onorevole Cracolici, ndr) – che una legge così importante, così strategica, non abbia attuazione dopo alcune settimane. Questo è uno dei temi nei quali, purtroppo caro onorevole Cracolici, impatta questo presidente della Regione. I temi dell’amministrazione, della burocrazia. Non voglio fare polemica al sistema burocratico, però, evidentemente occorre un maggiore controllo della Presidenza, e quindi assumo questo impegno personalmente oltre che politicamente”.

La finanziaria non soddisfa l’opposizione

Il contenuto del disegno di legge di stabilità della Regione per la Sicilia, giunto in Sala d’Ercole dopo un evidente passaggio “leggero” nelle Commissioni di pertinenza e infine in chiusura nella Commissione bilancio, non soddisfa le aspettative delle opposizioni che lo hanno definito con vari titoli vuoto.

Già il deputato del PD e presidente della Commissione antimafia siciliana Antonello Cracolici nel suo primo intervento in aula aveva affermato: “Inutili i richiami al buonismo e al fatto che siamo tutti persone perbene. Lo siamo e non c’è bisogno di ricordarcelo. Pensare che una legge importante come quella di stabilità passi come ‘c’è una condivisione’… Non c’è nessuna condivisione. Questa è una legge che così com’è proposta non affronta e non dà risposta ai problemi veri della Sicilia”. Il testo, che si compone di venti articoli, oltre i due di efficacia ed entrata in vigore, appare scarno e poco incisivo anche ad analisi profana.

Su questo aspetto del Ddl sono entrati a gamba tesa tutti gli esponenti delle opposizioni presenti in aula.

I pareri di Pd e M5S

Il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca, commentando la legge di stabilità in discussione a Sala d’Ercole ha affermato: “Ci aspettavamo un testo con le norme su cui poggiare il futuro dell’isola e invece non c’è praticamente nulla di politico, a parte il discutibilissimo articolo 1 sull’agenzia per gli investimenti. Delle due l’una, o il Governo non sa cosa fare o, più probabilmente, non ce lo vuole dire per infilare, blindandolo, tutto quello che gli interessa nel maxi emendamento che arriverà. Ma intanto mancano risposte ai Comuni che avevano chiesto 700 milioni per le spese correnti e per loro ne è prevista la metà, mancano norme per il sostegno del trasporto dei pendolari delle isole minori, sulle bonifiche delle discariche, sulla sanità, solo per fare qualche esempio. Con i nostri emendamenti cercheremo di migliorare questa manovra, ma intanto le premesse sono le peggiori possibili.”

In perfetta eco la dichiarazione del capogruppo del Partito Democratico all’Ars Michele Catanzaro che, come il collega pentastellato, definisce la finanziaria vuota e in attesa di essere caratterizzata dallo stesso Governo con un inserimento mediante maxi emendamento in corso di discussione: “Il governo Schifani presenta una finanziaria bluff, priva di visione e progettualità, che punta sulla creazione di un nuovo ente inutile e costoso. Alla Sicilia serve ben altro: servono risposte concrete, non contenitori vuoti per assunzioni e consulenze”.

Espressa forte perplessità sull’istituzione prevista dal primo articolo della finanziaria di una agenzia per l’attrazione degli investimenti, Catanzaro ha sottolineato anche altri aspetti definiti critici del testo all’esame dell’aula: “Per i Comuni, nonostante le entrate regionali siano cresciute rispetto all’anno precedente, ci sono appena tre milioni in più rispetto al 2023: una somma irrisoria rispetto alle gravi difficoltà di 120 enti locali in dissesto o pre-dissesto. Si danno più soldi alle scuole private mentre si tagliano fondi ai Consorzi universitari e rimangono invariati i fondi per gli Ersu. Nel frattempo, il budget dell’assessore al Turismo cresce di altri 7,5 milioni, senza una strategia chiara per il settore. Il gruppo Pd ha presentato diverse proposte prima nelle commissioni e adesso in aula, ci batteremo affinché vengano accolte e anche per provare a eliminare gli sprechi contenuti nella manovra del Governo”.

Le tappe dei lavori all’Ars sulla finanziaria

Palazzo dei Normanni è addobbato per le festività natalizie e il cortile del loggiato principale ospita un albero di Natale. Il termine dei 45 giorni dal recepimento in Commissione del disegno di legge scade il 28 dicembre, e le premesse sembrano esserci tutte perché l’Ars possa dover lavorare impegnando ogni giorno utile prima di tale data. Quindi prima di fine anno. Anche per poter annunciare, non soltanto che per il secondo anno consecutivo è stato scampato l’esercizio finanziario provvisorio, che comunque non incorrerebbe prima del 15 gennaio ma anche di aver approvato la Legge di stabilità entro l’anno. Nel frattempo ci sono da approvare anche il bilancio consolidato della Regione Siciliana e il bilancio dell’Assemblea Regionale.

Per accelerare su queste due votazioni è stata convocata l’aula alle 12 odierne, così da poter proseguire la discussione generale sulla legge di stabilità a seguire già nel primo pomeriggio. La seduta di ieri è stata sospesa alle venti circa, ma si stanno soltanto scaldando i motori. Il clou della discussione arriverà alla presentazione del maxi emendamento con la necessità di risolvere i circa mille emendamenti attualmente depositati, e da scremare o accorpare, alla luce del maxi che blinderà un accordo tra i gruppi da trovare fra i capigruppo prima dell’aula. Ma ci sarà da attendere.

Immagine di repertorio