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L’Italia piange l’eroico militare annegato a Milazzo

redazione web

L’Italia piange l’eroico militare annegato a Milazzo

lunedì 28 Settembre 2020

Scene strazianti nel Comune del Messinese, dove è stata approntata ieri sera una camera ardente per Aurelio Visalli, morto per salvare due ragazzini durante una tempesta. Decine di dichiarazioni di cordoglio, da Mattarella a Conte a Musumeci

E’ stato un uomo a scorgere in mare ieri, dalla spiaggia, il corpo del sottufficiale della Guardia costiera Aurelio Visalli, di quarant’anni, e ad avvertire subito la Capitaneria di porto.

Il cadavere di Visalli, che il giorno prima si era tuffato per salvare un ragazzino in balia di onde alte sette metri nelle acque della baia del Tono, a Milazzo (Messina), è stato poi recuperato al largo.

Una morte tragica sulla quale ora dovrà far luce la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che ha aperto un’inchiesta per capire come sia stato organizzato l’intervento di soccorso costato la vita al sottufficiale.

Secondo quanto riferito dai guardacoste, il sottufficiale sarebbe stato centrato in pieno da un’onda che gli avrebbe fatto perdere i sensi non riuscendo così a risalire sulla motovedetta.

Aurelio Visalli viveva a Venetico, nel Messinese, e lascia la moglie e due figli, un ragazzo di dieci e una bambina di sei anni.

Si era arruolato nella Guardia Costiera vent’anni fa superando un concorso per “secondo capo” e dopo varie esperienze in diverse parti d’Italia era tornato in Sicilia, a Milazzo.

I colleghi lo hanno ricordato tra le lacrime: “Era una persona sempre disponibile e pronto a fronteggiare le problematiche lavorative quotidiane di tutti, sacrificandosi per gli altri e l’ultimo sacrificio lo ha fatto proprio ieri per aiutare quel ragazzo”.

Tutta Venetico si è stretta alla famiglia e anche Milazzo ha messo a disposizione il Municipio per piangere il suo eroe.

Il cordoglio della politica

Diecine i messaggi di cordoglio di personalità politiche, a cominciare da quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha scritto di essere “rimasto particolarmente colpito dalla tragica scomparsa del secondo capo, Aurelio Visalli, caduto in mare durante una generosa operazione di salvataggio di alcuni bagnanti”.

“La morte del sottufficiale – ha scritto invece il premier Giuseppe Conte – che per salvare una giovane vita ha sacrificato la propria, unisce il Paese in un profondo dolore”.

Entrambi, così come il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, hanno espresso il proprio cordoglio alla famiglia.

“Il gesto di altruismo – ha aggiunto il Governatore – fa del povero Visalli un esempio di eroismo di cui tutti dobbiamo avvertire l’orgoglio”.

Un’amica, “aveva un gran cuore”

“Conoscevo Aurelio – ha raccontato Virginia Arnò – da quando eravamo piccoli: siamo cresciuti insieme. È sempre stato una persona molto disponibile, simpatica e riservata e ha sempre aiutato tutti. Ha due fratelli e proviene da una famiglia molto perbene, sua madre era maestra e sono tutti cresciuti con determinati valori”.

Camera ardente a Milazzo

Uno straziante dolore quello dei familiari di Aurelio Visalli, nel Municipio di Milazzo dove, nell’aula consiliare, è stata approntata una camera ardente.

Il padre, la madre, il fratello e la moglie hanno vegliato Visalli assieme ad altri parenti e amici. E i cittadini che sono venuti a rendergli omaggio.

La bara è stata avvolta nella bandiera italiana.

Alcune persone hanno lasciato un vessillo della squadra di calcio locale sul feretro.

Il fratello, “era un eroe da vivo”

“Mio fratello era un eroe già da vivo. Penso che ogni persona che si sveglia la mattina per compiere il proprio dovere affrontando tanti sacrifici debba essere considerato un eroe”.

Lo ha detto Roberto, fratello minore del sottufficiale.

“Aurelio fratello era buonissimo – ha aggiunto – aiutava sempre tutti. Nei miei confronti era protettivo”.

E il padre del militare ha aggiunto: “Mio figlio era un ragazzo eccezionale, sempre sorridente e disponibile con tutti, prima spuntava il suo sorriso, poi lui”.

“Affettuoso con tutti e legatissimo alla famiglia – ha aggiunto – stava sempre in casa con la moglie e i figli che amava tantissimo. Non so come reagiranno i bambini, sono preoccupato per loro. Era molto volenteroso e determinato, ha lasciato il posto alla Msc Crociere perché desiderava fare parte della Capitaneria, ha fatto il concorso e lo ha vinto”.

Il cognato, troppi punti oscuri

Ma ci sono anche polemiche: “Mio cognato poteva essere salvato, ci sono responsabilità molto gravi per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi assolutamente in ritardo e inefficaci”.

Lo ha detto il capo dei vigili urbani di Venetico, Antonio Crea, cognato di Visalli.

“Faccio queste affermazioni forti – ha aggiunto Crea – perché inizialmente a mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva. Poi gli è stato chiesto di intervenire da terra ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio, né salvagenti, mute, corde o altro? E’ stata una follia”.

“Avevano solo – ha spiegato – un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. Mio cognato tra l’altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l’altro attendeva aggrappato a una boa. A questo punto mio cognato e gli altri due si sono gettati in mare per salvarlo. A un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto”.

Vogliamo la verità

“Nessuno ha tentato di salvarlo – ha affermato il Vigile urbano – nemmeno i suo i due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19, prima che arrivasse l’elicottero, nessuno lo ha cercato veramente. La Capitaneria di Milazzo non era dotata di una nave che potesse affrontare le onde e questo ritengo sia gravissimo, così come non concepisco che ai soccorritori sia stato detto di cercarlo dalla spiaggia e a noi familiari non era stato detto nulla e lo abbiamo dovuto apprendere dalla stampa”.

Per il cognato, insomma, “ci sono molti punti oscuri in questa vicenda, su come si sono svolte le ricerche che ripeto sono iniziate troppo tardi. Pretendiamo chiarezza: non capisco perché non si voglia fare l’autopsia. Ora ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità”.

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