Mafia, arrestato il fratello di Rosaria Costa Schifani - QdS

Mafia, arrestato il fratello di Rosaria Costa Schifani

redazione web

Mafia, arrestato il fratello di Rosaria Costa Schifani

mercoledì 19 Febbraio 2020

La vedova di Vito Schifani, agente morto nell'attentato al giudice Giovanni Falcone e che in chiesa aveva ordinato ai boss "inginocchiatevi". Giuseppe Costa, ufficialmente muratore, di fatto, riscuoteva il pizzo per i clan. La sorella, "Per me è morto ieri"

Il ricordo della strage di Capaci resta legato alla sua immagine: una giovane donna in lacrime, appena rimasta vedova, che non riesce a seguire il “copione” suggerito dal sacerdote che le sta accanto.

E durante i funerali di Giovanni Falcone e dei tre agenti della scorta, in una chiesa stracolma e disperata, rivolgendosi ai mafiosi che le hanno ucciso il marito urla “io vi perdono ma vi dovete inginocchiare”.

Rosaria Schifani, vedova di Vito Schifani, saltato in aria su una montagna di tritolo il 23 maggio del 1992, è diventata l’emblema del dolore di una intera nazione.

A distanza di 28 anni dall’attentato, si torna a parlare di lei e della sua famiglia perché ieri, tra gli arrestati nel blitz della Dia che ha riportato in cella il boss palermitano Gaetano Scotto c’era suo fratello, Giuseppe Costa, ufficialmente muratore, di fatto, dicono gli investigatori, riscossore del pizzo per conto del clan.

La notizia circolata come indiscrezione è stata confermata dagli inquirenti.

Giuseppe Costa è accusato di associazione mafiosa: sarebbe affiliato alla famiglia di Vergine Maria.

Per conto della cosca avrebbe tenuto la cassa, gestito le estorsioni, “convinto” con minacce le vittime – imprenditori e commercianti – a pagare la “tassa” mafiosa, assicurato alle famiglie dei mafiosi detenuti il sostentamento.

Ristoranti, negozi, concessionarie di auto, imprese: nel quartiere pagavano tutti e Costa sarebbe stato tra i collettori del pizzo. Gli inquirenti lo descrivono come pienamente inserito nelle dinamiche mafiose della “famiglia”, tanto che, alla scarcerazione del boss della zona, Gaetano Scotto, per rispetto al padrino invita le sue vittime a dare il denaro direttamente a lui.

Rosaria Schifani, “Mio fratello è morto ieri”

“Mio fratello arrestato, per me è morto ieri”.

Lo ha detto Rosaria Costa, la vedova dell’agente Vito Schifani morto nella strage di Capaci, intervistata da Repubblica dopo l’arresto del fratello Giuseppe Costa per associazione mafiosa.

Non lo nomina neanche il fratello, ora rinchiuso nel carcere palermitano di Pagliarelli.

“Sono devastata”, ripete. “Ma la mafia non mi fermerà”, sottolinea Rosaria Costa che poi, riferendosi alle parole pronunciate il giorno del funerale del marito e delle altre vittime della strage di Capaci (“Io vi perdono, ma voi dovete inginocchiarvi”), aggiunge: “Mi hanno voluto colpire al cuore per quelle parole che ho detto. La mafia non mi fermerà, continuerò il mio impegno”.

Il ruolo di vertice del boss Gaetano Scotto

L’indagine fotografa anche il ruolo di vertice che Gaetano Scotto aveva riconquistato nel clan. Già accusato di mafia, il boss è ora parte civile nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino.

Accusato ingiustamente da falsi pentiti fu condannato all’ergastolo e poi scarcerato. Oggi siede come vittima davanti ai tre poliziotti accusati di aver depistato l’indagine.

Nel blitz di ieri è stato coinvolto anche il fratello Pietro, tecnico di una società di telefonia, anche lui accusato nell’inchiesta sull’uccisione di Paolo Borsellino.

Per la polizia aveva captato la chiamata con cui il magistrato comunicava alla madre che stava per andare a farle visita nella sua abitazione di via D’Amelio davanti alla quale fu piazzata l’autobomba.

Pietro Scotto, condannato in primo grado, era stato poi assolto in appello. Nell’operazione di ieri è stato arrestato anche suo figlio Pietro.

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