Mafia dei Nebrodi, perquisizioni a imprenditori e funzionari - QdS

Mafia dei Nebrodi, perquisizioni a imprenditori e funzionari

redazione web

Mafia dei Nebrodi, perquisizioni a imprenditori e funzionari

sabato 11 Luglio 2020

La Guardia di finanza ha notificato quattordici avvisi di garanzia, anche ad alti funzionari, per una truffa all'Unione europea da due milioni e mezzo di euro. Al centro dell'inchiesta l'utilizzo dei pascoli all'interno del Parco dal 2014 al 2017

L’assegnazione condizionata dall’influenza mafiosa di 1.100 ettari di pascoli del Parco dei Nebrodi mediante licitazione privata con il metodo delle offerte segrete tenute, tra il 2014 e il 2017, da parte dell’Azienda speciale silvo pastorale di Troina, è al centro dell’inchiesta New Park della Dda di Caltanissetta che ha disposto perquisizioni nei confronti di dodici indagati.

Il provvedimento, eseguito da militari della Tenenza della guardia di finanza di Nicosia, del comando provinciale di Enna e della compagnia pronto impiego di Catania, riguarda 10 imprenditori agricoli e due funzionari pubblici infedeli.

Nell’ambito della stessa operazione le Fiamme gialle hanno notificato un avviso di garanzia a quattordici indagati.

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. E’ contestata anche la circostanza aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso.

Tra gli indagati dell’operazione New Park, avviata nel 2018 dalla Tenenza della Gdf di Nicosia ci sono anche due ex direttori pro tempore dell’Azienda speciale silvo pastorale di Troina: Giuseppe Alessandro Militello e Salvatore Pantò.

Gli imprenditori agricoli coinvolti sono: Giuseppe Conti Taguali, Carmela Pruiti, Gaetano Conti Taguali, Calogero Conti Taguali, Sebastiano Conti Taguali, Maria Conti Taguali, Melissa Miracolo, Sebastiano Musarra Pizzo, Salvatore Armeli Iapichino, e Sabastiano Foti Belligambi.

Secondo la Dda di Caltanissetta, i dieci “con la connivenza del direttore pro-tempore dell’Azienda Silvo-Pastorale, che procedeva anche all’arbitrario frazionamento del valore dei contratti al di sotto della soglia all’epoca prevista per le verifiche antimafia, avvalendosi del metodo mafioso e della forza intimidatrice, hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali”.

Questo, accusa la Procura, avrebbe “scoraggiato l’accesso alle stesse ad altri concorrenti con fondate aspettative di aggiudicazione della gara pubblica, ottenendo in tal modo l’assegnazione di lotti di pascolo mediante la presentazione di offerte ‘incoerentemente’ minime – previamente concordate tra i coindagati – rispetto a quelle fissate a base d’asta”.

Le aggiudicazioni illecite, ha ricostruito la Guardia di finanza, avrebbero permesso ai 10 imprenditori “la percezione indebita, dal 2014 al 2017, di contributi comunitari per complessivi due milioni e mezzo di euro”.

Inoltre, da controlli sulla gara bandita nel 2017, è emersa l’ipotesi di un’estorsione ad opera di altri 2 indagati a un imprenditore del Messinese legittimamente assegnatario di alcuni lotti di pascolo che erano prima gestiti da alcuni degli indagati.

Durante le perquisizioni domiciliari eseguite dalle Fiamme gialle del comando provinciale di Enna sono stati rinvenuti e sottoposti a ritiro cautelare 12 fucili, tre pistole, dieci coltelli e munizioni di vario calibro.

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