Mafia, fiaccolata a Palermo per don Pino Puglisi - QdS

Mafia, fiaccolata a Palermo per don Pino Puglisi

redazione

Mafia, fiaccolata a Palermo per don Pino Puglisi

domenica 15 Settembre 2019

Vi hanno partecipato centinaia di cittadini, Presenti tra gli altri il prefetto di Palermo Antonella De Miro, esponenti delle Forze dell'Ordine, il sindaco Leoluca Orlando, il magistrato Roberto Tartaglia, ex pm della dda

Centinaia di cittadini hanno partecipato ieri sera a Palermo alla fiaccolata organizzata dal Centro Padrenostro, fondato da don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, per ricordare il sacerdote alla vigilia dell’anniversario della sua morte.

Il corteo ha attraversato le strade del quartiere Brancaccio dove, su ordine dei boss Graviano, padre Puglisi fu assassinato.

Il sacerdote è stato proclamato Beato nel 2013.
Al rito erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Palermo Antonella De Miro, esponenti delle Forze dell’Ordine, il sindaco Leoluca Orlando, il magistrato Roberto Tartaglia, ex pm della dda di Palermo ora consulente della Commissione Antimafia.

“Padre Puglisi – ha detto l’ex pm della dda di Palermo Roberto Tartaglia – è nato qui, a Brancaccio, un paio decenni prima che nello stesso quartiere nascessero i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, che sono stati condannati per il suo omicidio. Spatuzza, che partecipò alla sua uccisione e poi ha collaborato con la giustizia, ha detto che si decise di eliminarlo perché ‘si voleva prendere il quartiere'”.

“Sono proprio le stesse parole – ha aggiunto il magistrato – che userà Riina, intercettato nelle nostre indagini, per parlare di lui: ‘il quartiere lo voleva comandare lui: tu fatti il prete, pensa a fare le messe’, furono le sue parole”.

“I mafiosi hanno ucciso Puglisi – ha proseguito Tartaglia – perché loro conoscono due tipi di preti: quelli che ‘pensano solo a fare le messe’ e quelli che, oltre a celebrare i sacramenti, squarciano le vite delle persone, delle famiglie, dei quartieri, riempiendole di un senso che scaccia il nichilismo mafioso”.

“Anche oggi – ha concluso – c’è chi continua con qualche ambiguità di troppo e con la violenza e chi per fortuna ha la missione di cambiare le cose. Tra questi ultimi sicuramente Papa Francesco: la sua scelta di rivedere gli Statuti dello Ior e di introdurre la presenza di un ‘revisore’ esterno in grado di analizzare tutte le scritture contabili e di acquisire tutte le informazioni utili è una scelta rivoluzionaria, perché, come tante cose rivoluzionarie, riporta le cose al significato che avevano alle origini e che spesso hanno perso nel tempo”.

“Puglisi – ha dichiarato da Roma il senatore Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia – è stato un sacerdote col sorriso capace di fare tornare la speranza a Brancaccio, nel quartiere dei boss Graviano e di Gaspare Spatuzza. Esattamente come don Peppe Diana a Casal di Principe. Una Chiesa che combatte la paura e testimonia la dignità della persona”.

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