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Mafia, i clan palermitani vendevano in nero orologi di lusso

redazione web

Mafia, i clan palermitani vendevano in nero orologi di lusso

martedì 09 Marzo 2021

Ordinanza del Gip contro quindici persone. Operazioni in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Sequestrata dalla Guardia di finanza anche una gioielleria a Milano. Le rivelazioni del pentito Fontana

Il Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quindici persone e un sequestro preventivo, emessi dal Gip di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Uno degli indagati è finito in carcere, undici agli arresti domiciliari e a tre è stato notificato il divieto di espatrio e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’inchiesta, a cui ha contribuito il nuovo collaboratore di giustizia Gaetano Fontana, è la prosecuzione di una operazione del maggio scorso che colpì il clan mafioso dei Fontana e che portò a novanta arresti per associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse.

L’indagine conclusa oggi ha accertato gravi indizi a carico di alcuni esponenti della famiglia Fontana, storicamente egemone nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella del mandamento mafioso di Resuttana e in parte trasferitasi a Milano.

Secondo gli investigatori gli indagati, a vario titolo, avrebbero reinvestito ingenti risorse finanziarie (provenienti dai reati commessi nel territorio palermitano) nel business del commercio “in nero” degli orologi di lusso, destinati a facoltosi clienti, realizzando operazioni finanziarie anche con l’estero, grazie a una fitta rete di relazioni d’affari con operatori del settore compiacenti (esercizi di “compro-oro” a Londra, Milano, Roma e Palermo).

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di favoreggiamento personale, riciclaggio, autoriciclaggio, con l’aggravante del reato transnazionale e di aver favorito “Cosa Nostra”.

E’ stato effettuato il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di una gioielleria di Milano e un compro-oro di Palermo e di apporti finanziari per 2,6 milioni di euro.

Le operazioni sono in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia, con il supporto dei Nuclei PEF di Milano, Torino, Palermo, Pordenone e Grosseto.

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