Trentamila aziende a rischio usura: "Imprese fondamentali nella lotta alla mafia" - QdS

Trentamila aziende a rischio usura: “Imprese fondamentali nella lotta alla mafia”

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Trentamila aziende a rischio usura: “Imprese fondamentali nella lotta alla mafia”

Sonia Sabatino  |
sabato 21 Maggio 2022

La sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci del '92, è intervenuta all'incontro "Il ruolo delle rappresentanze d'impresa contro la criminalità a 30 anni dalle stragi di mafia" organizzato, a Palermo, da Confcommercio nell’ambito dell’iniziativa "Legalità, ci piace"

“Il ruolo delle rappresentanze d’impresa contro la criminalità, a 30 anni dalle stragi di mafia” è stato l’argomento al centro del convegno organizzato a “Villa Igiea” da “Confcommercio”, con il patrocinio della “Fondazione Falcone”.

Le parole di Maria Falcone

“Sono contenta di essere presente a questo convegno perché la parte che l’impresa può svolgere nella lotta alla mafia è molto importante – ha ricordato Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone – Il problema con “cosa nostra” è che non tende soltanto, come tutte le organizzazioni, a fare guadagni, portare avanti i propri interessi, soprattutto attraverso l’aggressione e la violenza.

Cosa nostra è quella organizzazione che riesce a pervadere la società onesta, riuscendo ad entrare anche nelle istituzioni. È quella che riesce a corrompere il poliziotto, il magistrato, l’imprenditore o il commerciante, e una volta che si insinua in quella che dovrebbe essere la società pulita, la corrompe e la rende altra cosa, cioè strumento dei suoi guadagni. È questo il concetto, molto semplice in fondo, che bisogna tener presente per combattere la criminalità organizzata in Sicilia”.

Gli interventi di Forlani e Di Dio

Ad aprire il lavori è stato il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani: “L’osservatorio del Ministero dell’Interno ha diffuso i dati del periodo 2019-2020 in cui, durante la pandemia, sono stati registrati dei fenomeni che possono essere gli indicatori del tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi nelle imprese, che noi dobbiamo difendere da queste attacchi – ha ricordato Forlani – Per fare questo è necessario che ci sia il massimo della collaborazione anche tra le forze dell’ordine e la società civile”.

Dopo gli interventi di Maria Falcone e Anna Macina, sottosegretario di Stato alla Giustizia, la vice presidente nazionale di Confcommercio, Patrizia Di Dio ha voluto ricordare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, gli uomini delle scorte, e il loro lascito: “Quegli uomini hanno sconfitto l’assalto ad una democrazia indebolita e carente, cambiando il corso della storia che precipitava verso il buio. Per questo dico che oggi non sono soltanto un simbolo ma uno stimolo all’azione.

Noi vogliamo dare il nostro contributo costante e convinto, un piccolo tassello ma necessario per un grande salto, perché non c’è sviluppo né impresa senza legalità e sicurezza – ha precisato ancora la Di Dio – Il mal affare, l’inefficienza, l’indifferenza sono contro l’economia legale, sono le crepe attraverso cui la mafia cerca di infiltrarsi nella nostra economia. Trenta mila imprese oggi sono gravemente a rischio di usura, un fenomeno che si nutre di egoismo, ma da cui nessuno può uscire da solo”.

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