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Mafia, maxi blitz a Catania contro il clan Cappello-Bonaccorsi

redazione web

Mafia, maxi blitz a Catania contro il clan Cappello-Bonaccorsi

martedì 23 Giugno 2020

Oltre cinquanta persone, tra cui mogli e figli dei boss. Disarticolato il pericoloso clan, comandato anche dalle donne, che voleva gestire attività economiche lecite e appalti. Un milione e mezzo al mese il giro d'affari. Sequestrati 260 chili di droga. "Tanti giovani a nostra disposizione". I pm, "lo Stato deve dare lavoro"

Vasta operazione antimafia della Polizia di Stato a Catania con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere per cinquantadue indagati indicati come appartenenti al clan mafioso Cappello-Bonaccorsi.

L’inchiesta della Procura Distrettuale etnea per la disarticolazione della cosca coinvolge anche mogli e figli dei boss.

Nel blitz impegnati centinaia di poliziotti

Nel blitz Camaleonte sono stati impegnati, anche per perquisizioni e sequestri, centinaia di uomini della Polizia, con i reparti speciali e i nuclei investigativi, coordinati dalla Dda di Catania e dal Servizio centrale operativo.

Sono 44 gli arresti in carcere e due ai domiciliari eseguiti da squadra mobile della Questura etnea e dal Servizio centrale operativo (Sco) della polizia.

Ad altre due persone è stato notificato l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Ai vertici dell’organizzazione, che ha diverse diramazioni territoriali, la Dda di Catania colloca lo storico capomafia Salvatore Cappello, ergastolano e detenuto in regime di 41bis.

Un’associazione mafiosa, accusa la Procura, dedita alla “commissione di delitti contro la persona, quali gli omicidi, perpetrati al fine di mantenere i rapporti di forza sul territorio, di tutelare i membri della consorteria, nonché per espandere il proprio predominio criminale”.

Il clan commetteva anche reati contro il patrimonio (rapine, furti ed estorsioni) e delitti connessi al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

La Procura, la mafia voleva gestire attività economiche e appalti

Tutto questo, ricostruisce la Procura distrettuale, per “acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni e di appalti pubblici e per realizzare, comunque, profitti o vantaggi ingiusti”.

Una parte degli introiti della cosca arrivavano anche dalla gestione di “piazze di spaccio” con l’acquisto, l’importazione e la vendita di cocaina e marijuana.

Le indagini hanno preso avvio nel gennaio 2017 e rappresentano il proseguo dell’inchiesta su Sebastiano Sardo, esponente di vertice del gruppo mafioso, a capo di una cellula interna dedita prevalentemente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si sono concluse nel gennaio 2019.

Sequestrata la società catanese Sc Logistica

La squadra mobile di Catania e agenti dello Sco hanno anche eseguito il sequestro dell’intero patrimonio aziendale della società Sc Logistica s.r.l. di Catania, e di conti correnti e depositi e rapporti finanziari riconducibili a Mario Strano, accusato di dirigere il gruppo di Monte Po del clan, che era legato alla famiglia Santapola-Ercolano e si era poi reso autonomo nel rione alleandosi organicamente al clan Cappello-Bonaccorsi.

Affari per un milione e mezzo al mese

Durante la conferenza stampa – alla quale hanno preso parte il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro e i vertici di della Direzione centrale anticrimine e dello Sco – è stato rivelato che era di circa un milione e mezzo di euro al mese il volume d’affari della cosca Cappello-Bonaccorsi smantellata a Catania stamane dalla Polizia di Stato nell’operazione Camaleonte.

L’organizzazione era capace di far arrivare cospicui quantitativi di droga – hashish e marijuana – anche a Malta ed aveva in progetto di farvi giungere due approvvigionamenti al mese.

Nel clan comandavano le donne

Fondamentale nell’organizzazione era il ruolo delle donne, molte delle quali destinatarie dei provvedimenti restrittivi.

Le donne, infatti, non soltanto facevano le veci degli uomini quando questi ultimi erano in carcere, ma avevano la contabilità del traffico di droga e disponevano il “recupero crediti”.

Sequestrati duecentosessanta chili di droga

Durante le indagini sono stati sequestrati in diverse operazioni oltre duecentosessanta chili di droga: duecentocinquanta di marijuana e undici di hashish.

Sette sono state in totale le persone arrestate in flagranza di reato. Delle 44 persone raggiunte da provvedimenti restrittivi 13 erano già detenute.

“Tanti giovani a nostra disposizione”

L’organizzazione criminale sgominata dalla Polizia di Stato a Catania poteva contare su “tanti ragazzi”.

In una delle frasi carpite durante le intercettazioni infatti si afferma, “di sono tanti ragazzi che sono a nostra disposizione e non li conosce nessuno…”.

E per il Procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, che ne ha parlato durante la conferenza stampa sull’inchiesta Camaleonte, “questa sottocultura ancora raggiunge molte persone: se diamo poca possibilità di trovare lavoro e risorse economiche lecitamente il rischio che certe attrazioni funzionino maggiormente c’è”.

Il procuratore Zuccaro, “lo Stato deve dare lavoro”

“L’impegno dello Stato – ha aggiunto – dev’essere quello. E’ ovvio, la fase repressiva è fondamentale, ma non è la più importante. Bisogna offrire lavoro, dare tante possibilità alla gente. Solo così potremo veramente metterli in minoranza”.

I magistrati, un duro colpo a un clan pericoloso

“Con questa operazione – ha sottolineato il Procuratore – abbiamo inflitto un fortissimo colpo a una delle organizzazioni mafiose più pericolose e aggressive del nostro territorio: il clan Cappello-Bonaccorsi”.

“Un clan – ha aggiunto il magistrato – che, nonostante le numerose operazioni di polizia giudiziaria che si sono succedute nel tempo, ha dimostrato di una grande capacità di rigenerarsi, espandersi e infiltrarsi nel tessuto economico e sociale”.

Il procuratore Zuccaro ha sottolineato anche “la grande professionalità dimostrata, ancora una volta, da investigatori esperti e qualificati come quelli della squadra mobile della Questura di Catania e dello Sco della Polizia di Stato”.

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